Fluminimaggiore, nella miniera di Su Zurfuru un convegno dedicato alla terra cruda, materiale antico e identitario per l’architettura moderna e sostenibile
di Federico Matta
Del recupero dello storico patrimonio edilizio dei paesi e delle città, caratterizzato dalle costruzioni con mattoni di terra cruda, così come del riutilizzo delle vecchie tecniche costruttive delle abitazioni, si è parlato di recente in un convegno che si è svolto di recente a Fluminimaggiore dal titolo “Terra Cruda, un materiale antico e identitario per l’architettura moderna e sostenibile”, organizzato dall’amministrazione comunale e dall’Associazione Internazionale Città delle Terre Crude, con la collaborazione dell’associazione Su Zurfuru Mine e dell’Università di Cagliari. Nella sala espositiva della vecchia officina allestita nella miniera di Su Zurfuru, esperti del settore urbanistico, tecnici e amministratori locali, alla presenza di un pubblico numeroso, si sono confrontati sulla tecnica, quello della rivalutazione dell’uso in edilizia dei mattoni in terra cruda e paglia, sconosciuta alle nuove generazioni, ma che ultimamente si sta rivalutando, in particolar modo nei piccoli centri agricoli ma anche in alcune delle grandi città europee, soprattutto per far fronte ai problemi legati alla sostenibilità dell’ambiente e al risparmio energetico. “Negli anni 60 un mio insegnante dell’Istituto Geometri – ha raccontato nella sua introduzione il sindaco Marco Corrias – diceva sempre che su ladiri, come veniva chiamata la terra cruda, ha il pregio di tenere l’ambiente caldo durante il periodo invernale e fresco durante quello estivo. Questo per evidenziare i pregi di un materiale, che a partire dagli inizi degli anni ‘70, per questioni legate al confort dei nuovi materiali e per praticità, è stato sostituito dal cemento e dal laterizio. Noi vogliamo valorizzare i materiali appartenenti alla bioedilizia sostenibile e non solo per salvaguardare il nostro patrimonio culturale, ma anche per i benefici che questi possono portare alla collettività in seguito al loro utilizzo”. All’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda il comune di Fluminimaggiore ha aderito due anni fa, con l’apposita delibera approvata dal Consiglio comunale. L’attività dell’associazione è stata sapientemente illustrata dal presidente Enrico Pusceddu, sindaco di Samassi e dal segretario organizzativo Walter Secci, ex sindaco di Villamassargia. “La nostra attività comporta l’analisi di tutte le problematiche legate al patrimonio della terra cruda – ha evidenziato il presidente Pusceddu – facendo capire ai proprietari di queste case che possiedono una ricchezza, per via di una serie di vantaggio legati al tipo di materiale utilizzato e all’importanza dell’identità storica di questi edifici, ai quali si spera si possano aggiungere presto anche altri di nuova costruzione”. Benefici, come l’isolamento termico, trasudazione dei materiali e altri ancora, particolarmente legati a questioni di impatto ambientale, che sono stati ulteriormente evidenziati con l’esposizione delle attività promozionali e i progetti portati avanti con l’Università di Cagliari. Il convegno è proseguito con gli interventi dell’urbanista Antonella Saba, tecnico incaricato dal comune per lo studio e la predisposizione del nuovo Puc, dell’assessore comunale ai lavori pubblici Enrica Mereu e dagli interventi dei numerosi partecipanti del pubblico. Le domande del pubblico si sono concentrate sul comportamento della struttura in terra cruda in caso di scosse sismiche. “Si tratta di edifici non molto grandi – ha spiegato il segretario organizzativo Walter Secci – con un’elasticità che supera la rigidità del cemento. Quindi riescono a sopportare il sisma e a evitare i crolli conseguenti i terremoti”.