Le mamme, testimonianze e volontariato

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Centro per la Vita, un sogno diventato realtà: una storia di donne al servizio delle donne “nelle mani del Signore”

di Valeria Carta

Continua l’appuntamento settimanale per mantenere i riflettori accesi sul mondo di mamme e bebè, troppo spesso in difficoltà. Al Centro per la Vita, insieme a Gina infatti, prestano servizio volontarie e socie che dedicano parte del loro tempo alle attività del gruppo. Ognuna di loro ha alle spalle una storia diversa che le ha portate qui. “Io e Gina ci conosciamo da tanto tempo” ha esordito Ornella per rompere il ghiaccio. È lei a raccontare la gestazione di questo progetto “che – ammette – io all’epoca ancora non capivo”. Tutto è stato più chiaro quando questo sogno è diventato realtà: “in quegli anni abbiamo iniziato con il poco che avevamo a disposizione” precisa nel ricordare con emozione “il primo colloquio” e la prima mamma che hanno assistito. “Dare anche io del mio – ha proseguito – per poterla aiutare è stato indescrivibile”. Ha gli occhi lucidi quando ricorda: “riuscire a salvare questo bambino ha significato anche donare speranza”.
Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Giulia e Anna, esperienze diverse accomunate dallo stesso dolore: quello di aver perso involontariamente i propri figli. “Io non ho scelto di perdere i bambini ma ho vissuto come una missione la possibilità di non far vivere ad altri il mio dolore” ha chiarito Giulia ricordando la gioia di aver incontrato finalmente “un’associazione che mi poteva capire”. Sulla stessa linea anche Anna: “è una sofferenza enorme. Solo chi l’ha provato sa cosa vuol dire”. Da questo lutto “che sembra non esistere” è nato “il desiderio di venire incontro alle persone in difficoltà”. Tra loro anche Daniela che ha iniziato a frequentare il centro quattro anni fa, prima come mamma e oggi come volontaria: “ho chiesto un appuntamento a Gina che mi ha accolto subito” ricorda mentre rivela che, nonostante tutte le difficoltà, sentiva crescere dentro di sé la consapevolezza di quel figlio. “L’invito ad entrare nell’associazione era una richiesta che speravo mi facessero” ha confessato confermando quell’intuizione inspiegabile che l’ha portata a passare dall’altra parte della barricata. Oggi, benché molto impegnata, cerca di prendere parte il più possibile alle attività del centro sia nello smistamento dei corredini che le giornate per la vita.
Tutte concordi nell’aver trovato in Gina un punto di riferimento sicuro, la “spina dorsale” di questa associazione, le volontarie offrono “un servizio perché le madri gustino la loro gravidanza e il loro figlio”. Ognuna con una propria mansione, queste donne al servizio di altre donne, riescono a portare anche fuori dall’associazione il loro entusiasmo coinvolgente. Ad accomunarle la volontà di mettere sempre tutto “nelle mani del Signore”, aiutati dal passaparola e dai numerosi simpatizzanti: “è un grande sogno che si è avverato e il Signore c’è sempre vicino”.
“A distanza di anni, rincontrare le famiglie che abbiamo aiutato e che ora sono più serene è una grande gioia” hanno sottolineato. La carta vincente del loro operato è il lavoro d’equipe fondamentale in tutte le loro attività: “non potrei mai prendere una decisione senza essermi consultata con loro – ammette Giulia – questo aiuta l’associazione a camminare”. L’entusiasmo del primo momento non sembra scomparso, ma anzi cresciuto: “questo centro per me è un tesoro – precisa Anna – e salvare la vita umana è molto importante”. Più che volontariato una vera e propria missione perché – ricordano – già non diamo ai bambini la possibilità di nascere, salviamo almeno quelli che si possono salvare”.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 25 del 9 luglio 2023