Un premio per i “custodi della memoria”

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La riscoperta del Villaggio Asproni nello sguardo degli alunni della primaria: la prima edizione del premio dedicato a Giovanni Lorefice

di Giampaolo Atzei
foto di Efisio Vacca

Negli occhi dei bambini, nella loro reinterpretazione artistica, la storia del Villaggio Asproni, il borgo minerario di Seddas Moddizzis che sta rinascendo da anni di abbandono e incuria grazie all’impegno della famiglia Lorefice. Sta infatti nella forza visionaria dei più piccoli, accompagnati dalle loro insegnanti, il senso profondo del contest artistico-letterario a premi promosso dal Villaggio Asproni in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Nivola di Iglesias che nel pomeriggio di venerdì 23 giugno ha celebrato il suo evento conclusivo nell’aula magna della scuola di Serra Perdosa.
Durante l’ultimo anno scolastico, 122 giovanissimi alunni delle classi quarte e quinte delle Primarie del Nivola – in tutto 8 classi e 20 insegnanti – si sono organizzati in 24 gruppi di lavoro e, letteralmente presi per mano e condotti alla scoperta del Villaggio e della Miniera di Seddas Moddizzis, hanno elaborato il loro sguardo su questo “piccolo mondo antico”, come ama definirlo Annalisa Uccella, infaticabile animatrice della rinascita del borgo, accompagnata al Nivola dal fratello Fabio e da Maria Lorefice che, insieme alla sorella Graziella, hanno ispirato e voluto il recupero del sito minerario. Dopo un ciclo di lezioni in aula, per mesi i bambini hanno fatto ricerche, scritto, modellato e costruito i loro elaborati liberando la loro creatività e hanno anche fatto visita al Villaggio, diventando attori di primo piano della sua rinascita, facendosi immortalare – in un ideale passaggio di consegne tra i bambini di ieri e quelli di oggi – in una foto di gruppo davanti alla vecchia scuola di Seddas Moddizzis.
“Dopo un lungo periodo di silenzio e abbandono, il contest ha finalmente permesso all’antico borgo minerario di avvicinarsi al mondo della scuola e di svelare a i suoi piccoli allievi il grande patrimonio storico, culturale e architettonico che ancora oggi gelosamente custodisce tra le sue mura, rendendoli consapevoli e orgogliosi delle loro radici” ha commentato Annalisa Uccella, annunciando i vincitori, precisando come la commissione di valutazione abbia tenuto conto della coerenza, della creatività e dell’originalità delle opere. Dall’elaborato letterario alle più diverse soluzioni grafiche, con incisioni e rappresentazioni plastiche del borgo, i 122 giovanissimi partecipanti hanno raccontato la storia del borgo, dall’arte mineraria a alla storia personale dei lavoratori e della famiglia Asproni, ognuno associato a un vocabolo attinto dalla nomenclatura mineraria. Dopo essere stati esposti al pubblico in occasione dell’evento finale, per tutta l’estate gli elaborati potranno essere ammirati nei locali della storica direzione del villaggio, oggetto di un complesso restauro che le sta restituendo l’originale bellezza. Il terzo premio è andato al gruppo “perforatrice”, che ha ideato un originale libro con le pagine tridimensionali; secondo posto per “zinco”, con delle vedute del villaggio nelle diverse stagioni accompagnate da quattro haiku, una forma di poesia giapponese; infine, sul gradino più alto del podio, il gruppo “piccone” che ha reinventato il gioco del Monopoli in chiave mineraria adattandolo alla particolare storia del Villaggio Asproni.
Il contest, alla sua prima edizione, ha offerto agli organizzatori l’opportunità di istituire ufficialmente il premio “Custodi della memoria” intitolato al dottor Giovanni Lorefice, fratello di Maria e Graziella, primo ispiratore del progetto di rinascita, nonché medico di miniera e di Seddas Moddizzis negli anni ’60. Questo premio, abbinato al contest scolastico, verrà promosso con cadenza annuale per “onorare la memoria del medico che nel 2004 acquistò il piccolo borgo ad un’asta giudiziaria ma vuole anche stimolare nelle giovani e giovanissime generazioni l’attenzione verso il nostro passato minerario o e farne degli autentici, appassionati, fedeli custodi della memoria”, precisa emozionata Annalisa Uccella, consegnando ai bambini una copia della poesia “Testamento del minatore”, scritta dallo zio Giovanni nell’estate 1963 a Ingurtosu, altra miniera dove fu medico. E per tutti i bambini, alla fine, il regalo di una matita speciale che, se piantata in un vaso, potrà far germogliare un “non ti scordar di me”, il fiore più prezioso per un “custode della memoria”, arricchito per i premiati da un piccolo pezzo di barite proveniente dal filone scoperto sull’altopiano.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 24 del 2 luglio 2023