
La messa nello stabilimento ex Alcoa a Portovesme presieduta dal vescovo, la partecipazione dei lavoratori, grande attesa per il riavvio
di Federico Matta
foto di Efisio Vacca
“Siamo oggi qui riuniti perché vogliamo dare una speranza ai tanti lavoratori in attesa di un’occupazione e a questa azienda, che finalmente sta per ripartire. Dobbiamo ringraziare per questo il Signore e far tesoro dei messaggi della parola di Dio, che ci da in questa giornata e in questa celebrazione che stiamo per iniziare”. Le parole sono del vescovo della Diocesi di Iglesias monsignor Giovanni Paolo Zedda, che sabato mattina, nei giorni che precedono il Natale, ha voluto officiare la messa nella sala assemblee dell’ex stabilimento Alcoa di Portovesme, con l’augurio che presto nell’opificio possano riacquistare il lavoro perduto i tanti padri di famiglia, rimasti anni fa fuori dai cancelli in seguito al blocco della produzione di alluminio nel polo industriale di Portoscuso. “Per prima cosa vogliamo mettere nelle mani del Signore, con sincerità e con umiltà, le nostre incapacità, le nostre difficoltà e i nostri problemi – ha aggiunto monsignor Zedda – per implorare perdono se non abbiamo fatto il possibile, con impegno e responsabilità. Soprattutto, preghiamo perché ci sia concessa la capacità di riprendere il cammino interrotto, con maggior forza, maggior prontezza e con un atteggiamento di maggiore giustizia e verità. In un momento di perdono personale e nello stesso tempo unitario, chiediamo l’aiuto del Signore”. La celebrazione, presieduta dal vescovo assieme a don Salvatore Benizzi (responsabile della diocesi per le politiche sociali e del lavoro) e a don Antonio Mura (parroco di Portoscuso) è stata a dir poco scandita da tanta emozione. Sicuramente per le dichiarazioni del management della Sider Alloys, la multinazionale elvetica che ha rilevato dall’americana Alcoa lo smelter di Portovesme, che ha annunciato nei giorni scorsi di avviare nel più breve tempo possibile il revamping degli impianti industriali e di ripartire entro maggio con la riaccensione dei forni del reparto fonderia, il cuore della fabbrica di alluminio primario e di riaprire i cancelli ai tanti padri di famiglia licenziati anni fa, dopo lo stop delle produzioni di alluminio a Portovesme e su tutto il territorio nazionale. “Il miglior auspicio in questo momento è che tutti i lavoratori – ha proseguito monsignor Zedda – vivano il Natale con la gioia della speranza di riavere presto il lavoro e un reddito per le loro famiglie”. Dopo l’omelia, conclusa la celebrazione eucaristica, si son ripercorsi gli ultimi 12 anni di battaglia degli oltre 800 lavoratori, che in quello stabilimento si guadagnavano da vivere dignitosamente. Da quando negli ormai divenuti lontani primi anni 2000 l’allora proprietà Alcoa, annunciò che non conveniva più produrre alluminio nel territorio, per via degli alti costi dell’energia. Poi lo stop degli impianti industriali nel 2012 e infine il licenziamento nel dicembre 2014, con la messa in mobilità di tutto il personale diretto e indiretto del sistema degli appalti. Anni di lotta con lunghi viaggi a Roma nelle sedi ministeriali, dove i “caschetti blu” dei lavoratori ex Alcoa hanno sempre rivendicato il diritto fondamentale al lavoro. “È bene in questo momento ricordare un fatto storico in particolare – ha rammentato don Salvatore Benizzi – che ricorderanno i sindacalisti presenti e anche i molti operai. Nella vertenza c’è di mezzo un santo, San Giovanni Paolo II, che negli anni passati attraverso l’intercessione del nostro vescovo per più volte ha parlato del problema Alcoa, facendolo diventare anche un fatto a livello nazionale, come l’emblema delle fabbriche che chiudevano. Affidiamoci anche a questo Santo, che spese delle parole per la risoluzione di questo problema lavoro”. Commozione è stata mostrata durante il suo intervento da Rino Barca, ex dipendente Alcoa e sindacalista della Fsm Cisl. “Non mi succede mai, ma sono in questo momento emozionato – ha detto Barca – perché per me oggi è una giornata particolare. Ricordo l’assemblea con i lavoratori fatta in questa sala, esattamente il 2 gennaio 2009, dove noi sindacalisti comunicammo ai lavoratori che Alcoa andava via e che lo stabilimento si chiudeva. Da li iniziò il calvario per le vie di Roma, a Cagliari, trovando consensi e tal volta cercando di convincere anche chi si metteva di traverso, rispetto a una possibile riapertura dello stabilimento. Ci abbiamo messo tanti anni a convincere tutti su questo. Ringrazio tutti quelli che hanno creduto in questa battaglia. Non è ancora finita, perché fino a quando non rivedremo fumare qui cammini non avremo vinto la battaglia. Chiedo soprattutto alla politica che ci dia ancora una mano. Non abbiamo ancora vinto. Abbiamo una prospettiva sulla ripartenza della fabbrica, ma dobbiamo continuare con la stessa determinazione per portare a casa quel risultato e dobbiamo metterci un pezzettino tutti. È indispensabile e troppo importante, dare un significato alla battaglia di quei lavoratori, garantendoli un futuro. Un augurio di buon Natale e speriamo che il prossimo anno sia quello giusto per tutti quanti”. Alla cerimonia, oltre ai manager Sider Alloys, erano presenti tante personalità della politica e del mondo sindacale. Tra questi gli assessori regionali Alessandra Zedda (Lavoro), Anita Pili (Industria), Gianni Lampis (Ambiente). Poi i consiglieri regionali Giorgio Oppi e Michele Ennas e la deputata Romina Mura. “Un grazie a tutti i presenti e speriamo che tutto continui per il verso giusto – ha detto Giuseppe Manina, amministratore delegato della Side Alloys – un augurio di buon Natale”.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 45 del 26 dicembre 2021