In anteprima dal nuovo numero del settimanale diocesano, le riflessioni di don Salvatore Benizzi, direttore diocesano della Pastorale sociale, dopo l’eclatante azione del cardinale Krajewski
Manolo Mureddu
In questi giorni ha fatto parlare tanto l’azione compiuta dall’elemosiniere del Papa, Sua Eminenza, Konrad Krajewski, che, con un’iniziativa eclatante, ha riallacciato la corrente elettrica (staccata per morosità) in uno stabile abusivamente abitato da 420 persone di diverse etnie, tra le quali molti bambini e persone malate. Un gesto di disobbedienza al di fuori delle regole e delle leggi vigenti, ispirato dalla volontà di lenire il disagio e la sofferenza di un gruppo di “ultimi”, che ha ingenerato un forte dibattito anche in ambito politico con autorevoli esponenti del Governo, quali il vicepremier Matteo Salvini, che hanno aspramente criticato il gesto del Cardinale invitandolo a farsi carico dei costi delle bollette arretrate della struttura.
Don Salvatore Benizzi, responsabile della Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi di Iglesias, è intervenuto nel dibattito prendendo le difese del Cardinale e affermando che gesti del genere, in specifiche circostanze, quando c’è da contrastare una condizione di disagio e povertà, nonché di iniquità e ingiustizia, nonostante siano considerati illegittimi, sono spesso necessari. Lo abbiamo intervistato.
Don Salvatore, lei ha difeso il gesto del Cardinale, Krajewski. Eppure egli ha trasgredito la legge. Se tutti facessero così, le regole sulle quali si basa il nostro Stato di diritto, salterebbero. Non crede?
Si è vero. D’altra parte lo stesso Cardinale si è assunto tutte le responsabilità. Ed è disposto a pagare in prima persona per aver contravvenuto alle leggi. Ma resta un fatto fondamentale da sottolineare, ossia che quel gesto eclatante va al di là di una disobbedienza civile, in quanto è una forte testimonianza del Vangelo, perfettamente in linea con ciò che quotidianamente insegna papa Francesco. A volte lo stato di necessità delle persone supera i limiti dell’osservanza della legge.
In ambito politico, il Ministro degli Interni Salvini ha fortemente criticato quel gesto, invitando il Cardinale a farsi carico del pagamento dei debiti pregressi inerenti la fornitura dell’energia elettrica in quello stabile. Come giudica questa provocazione?
Ma non è una provocazione. È il solito modo semplicistico di affrontare e di pretendere di risolvere i problemi al quale lui è abituato. Di fronte alla sofferenza delle persone coinvolte, compresi i bambini e i malati senza corrente elettrica e dunque la possibilità di utilizzare anche solo l’acqua calda per i bisogni primari, ogni altro addebito sia di ordine penale che di ordine finanziario passa in secondo piano. Salvini e gli altri politici fanno finta di dimenticare che spesso la Chiesa su questo genere di situazioni è chiamata a fare opera di supplenza nei confronti dello Stato.
Non le sembra che in quest’epoca in molti, anche nella classe politica, brandiscono il Crocifisso e il Vangelo o altri oggetti sacri in genere in modo strumentale e senza una reale corrispondenza nella propria vita rispetto ai valori cristiani?
Mi pare che le risposte date dal mondo cattolico siano chiare al punto da non lasciare alcun dubbio sulla strumentalizzazione fatta per fini elettorali. Sia le dichiarazioni del Cardinale Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che di Monsignor Forte, Segretario Speciale degli Ultimi Sinodi, e di Padre Spataro, direttore di Civiltà Cattolica, nonché gli editoriali pubblicati da Avvenire e Famiglia Cristiana, sono tutti in linea nel denunciare la strumentalizzazione e la mistificazione dei simboli cristiani ai fini elettorali. D’altronde, mentre un noto politico brandiva dal palco durante un comizio degli oggetti sacri, lo stesso, con il suo ruolo di Ministro dell’Interno, impediva a una nave carica di disperati di attraccare in un porto del nostro Paese e ricevere assistenza. È bene ricordare che il Rosario tenuto in tasca, non dà il tono della religiosità e della fede. Ma sono i gesti concreti e coerenti a dare il tono alla nostra fede di cristiani.”