Diritti e sviluppo, l’impegno della Chiesa per il lavoro

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Don Salvatore Benizzi, direttore diocesano della pastorale sociale ospite al convegno, organizzato a Portoscuso,  per i 120 anni della Fiom-Cgil

di Manolo Mureddu

Si è conclusa il 2 luglio scorso l’iniziativa sindacale itinerante che la Fiom-Cgil ha organizzato nei principali centri della Sardegna dove ancora permangono realtà industriali riconducibili al settore metalmeccanico. Da Porto Torres, passando per Olbia e Tortolì, fino a Sarroch e in chiusura a Portovesme, sono stati numerosi i dibattiti organizzati con decisori politici e rappresentanti delle associazioni datoriali per discutere del futuro del comparto industria in Sardegna, ma anche di riforma degli ammortizzatori sociali, di politiche attive e sicurezza sul lavoro, di PNRR, di disuguaglianze di genere e in generale dei diritti dei lavoratori che in quest’epoca, sovente, soprattutto nelle nuove fattispecie occupazionali e nel mondo degli appalti, vengono messi in forte discussione. La serie di incontri, avviata il 28 giugno, si è così conclusa il 2 luglio nella caratteristica sede della vecchia tonnara a Portoscuso, alla presenza della Viceministra del Ministero dello sviluppo economico, Alessandra Todde, dell’Assessora regionale al Lavoro, Alessandra Zedda, dei rappresentanti di Confindustria e delle principali società presenti nel polo industriale di Portovesme e ovviamente di tutti i livelli di rappresentanza della Fiom a livello regionale e nazionale, nonché della Cgil. Per l’occasione era presente, invitato in qualità di relatore, anche don Salvatore Benizzi, direttore dell’ufficio pastorale dei problemi sociali e del lavoro della nostra diocesi. Una partecipazione, la sua, che conferma la continuità di rapporti che da decenni vede la Chiesa del territorio presenziare a qualsiasi momento delle, purtroppo, travagliate vicissitudini che hanno caratterizzato la vita del polo minerario metallifero e carbonifero, prima, e quello industriale dopo.  Con la Chiesa locale che ha sempre agito da stimolo verso le organizzazioni sindacali e in generale verso tutti gli attori politici e sociali locali e regionali. Come nel 2003 quando venne lanciato, in collaborazione fra la pastorale del lavoro e il sindacato, il forum dello sviluppo e in conseguenza a esso fu realizzato un documento condiviso nel quale si analizzavano le criticità del territorio e ovviamente i punti di forza utili per poterlo rilanciare. Un progetto ancora oggi valido, soprattutto nel metodo, ancorché bisognoso di essere aggiornato alle nuove sfide e complessità di quest’epoca. E che in qualche modo è stato portato all’attenzione della platea dei metalmeccanici nell’intervento di Don Benizzi, il quale ha sottolineato, prima di ogni altro aspetto, l’importanza di ricercare in ogni processo sociale l’unità tra persone e quindi tra organizzazioni e istituzioni. Poiché storicamente il Sulcis Iglesiente si è caratterizzato, e perciò ha rappresentato un esempio in ambito regionale e nazionale, proprio per la capacità di portare avanti rivendicazioni di carattere unitario e per questo molto più forti e incisive, ovvero capaci di arrivare dirette fino ai palazzi del potere romano. Proprio ciò che oggi ci vorrebbe per rappresentarne al meglio le istanze in uno dei periodi forse più difficili, della sua storia recente, dal punto di vista economico-sociale, ma anche per scuoterlo dall’apatia e dalla rassegnazione nella quale sembrerebbe essersi incanalato. Ai numerosi interventi dei decisori politici, degli esponenti del mondo dell’impresa e dei sindacalisti, introdotti dalla relazione iniziale del Segretario regionale Roberto Forresu, ha replicato in chiusura di convegno la Segretaria generale nazionale Francesca Re David, la quale ha fatto sintesi dei contributi arrivati dalla platea e ha posto l’accento su quanto importante sia rilanciare il settore industriale nell’attuale fase post pandemica, facendo ripartire gli investimenti e promuovendo interventi di sistema, e di pari passo tutelare i diritti della sempre più folta fascia di lavoratori che nel settore degli appalti, anche a causa di normative sempre più penalizzanti, subiscono discriminazioni e un indebolimento dei propri diritti. La giornata si è conclusa con l’accompagnamento musicale della conosciutissima artista Claudia Aru, che si è esibita per la platea dei lavoratori metalmeccanici.

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