
Pubblico confronto sulla pastorale sociale con don Salvatore Benizzi, alla conclusione dell’incarico nell’ufficio per i problemi sociali e il lavoro
di Manolo Mureddu
Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta ancora oggi l’impegno della Pastorale sociale e del lavoro, ovvero della Chiesa di frontiera, nel nostro territorio? Se n’è discusso sabato 1 ottobre in un appassionante incontro organizzato dal dimissionario direttore della Psl diocesana Don Salvatore Benizzi, alla presenza del neo Cardinale Arrigo Miglio, del nostro Vescovo Monsignor Giovanni Paolo Zedda, e dell’Arcivescovo, nunzio apostolico in Liberia, Walter Erbì, nonché di fronte a una variegata quanto folta platea di lavoratori, sindacalisti, protagonisti delle lotte di ieri e di oggi, di amministratori locali (ex e nuovi) e finanche di manager e uomini di impresa.
L’occasione, propiziata dalla conclusione del percorso di Don Salvatore e contestualmente dalla presentazione da parte del vescovo del suo sostituto alla guida della Pastorale sociale e del lavoro Don Antonio Mura, è stata importante per ripercorrere oltre 40 anni di storia dell’ufficio, di vicissitudini, aneddoti e veri e propri momenti epocali del territorio sul fronte delle battaglie per l’occupazione.
Da ognuno dei contributi proposti è emerso con forza un importante concetto che sua Eminenza il Cardinale Miglio ha voluto anche rimarcare nel suo intervento finale: la Chiesa del Sulcis Iglesiente in tutti gli anni di lotta intercorsi dalle grandi battaglie per salvaguardare il sistema minerario metallifero prima, quello carbonifero poi, passando dalla epica marcia dello sviluppo fino alle rivendicazioni sul fronte delle vertenze industriali dei giorni nostri, è stata a pieno titolo parte integrante di un movimento di riscatto sociale che ha avuto come stella polare del suo cammino quello della tutela integrale della dignità umana.
Un vero e proprio synodos: un cammino sinodale fatto di discernimento, condivisione, solidarietà, ricerca della verità e della giustizia, orientato al raggiungimento di una piena riscossa umana e conseguentemente, a pieno titolo, sociale. Perché la Chiesa, ha ricordato nel suo intervento introduttivo Don Benizzi, citando Paolo VI, è “esperta di umanità”. Poiché se è vero che il lavoro è uno dei principali strumenti di emancipazione e preservazione della dignità umana, contestualmente è anche uno dei requisiti attraverso il quale l’umano può trovare piena realizzazione e totale armonizzazione del suo ruolo e scopo all’interno del creato.
Il Direttore uscente, descritto dalla totalità degli intervenuti come un vero e proprio “faro”, insomma un punto di riferimento imprescindibile negli anni difficili delle grandi lotte nel territorio, ha dettagliatamente disquisito sui suoi decenni di impegno religioso e sociale, dispensando aneddoti, considerazioni e ricordando alcuni dei momenti più significativi del suo ministero dalle iniziative di dura protesta fino alle visite di due diversi Papi, prima San Giovanni Paolo II e nel 2013 l’attuale Francesco.
A tal proposito è stata certamente toccante la rilettura della lettera che un ormai anziano minatore aveva già rivolto nel 1985 al Papa che venne in visita nel Sulcis e poi divenne Santo. A riascoltarla, è sembrato che il tempo non fosse passato poiché i problemi di ieri, sul fronte delle criticità produttive e occupazionali del territorio, sono gli stessi di oggi ancorché dislocati su più piani e livelli.
Assenti giustificati, in quanto annunciata la loro presenza, l’Arcivescovo di Cagliari e Segretario della Cei Giuseppe Baturi e il Direttore regionale Psl Gilberto Marras: entrambi hanno recapitato un messaggio di gioiosa vicinanza a Don Salvatore, successivamente proposto alla platea di invitati.
Gli interventi, dopo il saluto di Don Giorgio Fois, parroco di San Pio X nel cui oratorio si è svolto l’incontro, ovviamente di sua Eccellenza Monsignor Zedda, del Sindaco di Iglesias Mauro Usai, sono stati davvero numerosi. A partire dai Primi cittadini di Carbonia e San Giovanni Suergiu, Pietro Morittu ed Elvira Usai: il primo ha raccontato la sua esperienza di collaboratore all’organizzazione della visita del Papa nel 2013; la seconda l’apporto dato nell’organizzazione delle giornate del creato nel suo Comune.
Così come l’ex Sindaco di Buggerru Gianni Degortes, l’ex AD della Portovesme SRL Carlo Lolliri, il già Consigliere regionale Peppino La Rosa, il Presidente dell’associazione Amici della Miniera Mario Zara: tutti hanno evocato episodi vissuti in compagnia di Don Salvatore, tributandogli stima e amicizia.
Dopo è stato un susseguirsi di interventi sindacali, con i rappresentanti (vecchi e nuovi) confederali e delle categorie chimico-minerario, metalmeccaniche e della pesca, di Cgil, Cisl e Uil, che hanno portato i propri saluti a Don Benizzi, rievocando anche le esperienze personali maturate durante la reciproca collaborazione. Dimostrando una comunanza di intenti, valori e obiettivi con la Chiesa, che ha lasciato veramente sorpresi tutti coloro che tali vicissitudini le avevano forse guardate distrattamente o troppo da lontano in tutti questi anni.
In conclusione, dopo il ringraziamento rivolto dal vescovo Monsignor Zedda a Don Salvatore per il lavoro svolto e per aver lasciato un indelebile segno nel suo operato, ha chiuso i lavori il Cardinale Miglio, ossia uno dei vescovi, assieme all’attuale e ai compianti Monsignor Pillola e Monsignor Cogoni, che le passioni sociali delle stagioni di lotta nel territorio le hanno vissute in prima persona, da vicino e dunque da protagonisti. Sua Eminenza, fortemente sorpreso per l’elevato carico di entusiasmo, passione e amicizia sociale, presente nella sala, ha esortato tutti a fare tesoro di queste esperienze e ad andare avanti nel percorso di rivendicazione di un lavoro giusto, solidale, creativo e quindi umano. Senza mai porre in secondo piano la tutela e il rispetto del creato e dunque la battaglia per un cambio di paradigma, ovvero una trasformazione, ove possibile, sul fronte dei modelli di sviluppo in chiave ecosostenibile e maggiormente rispettosa della dignità umana. Il Cardinale ha ricordato quanto sia cresciuta negli ultimi decenni (in particolare con le esortazioni apostoliche “Evangelii Gaudium” e “Laudato Sì”) la sensibilità della Chiesa, intesa in senso più ampio come comunità cristiana, su questi argomenti, poiché il futuro delle prossime generazioni di esseri umani, come ci ricorda il Papa, è strettamente connesso all’adozione di nuovi modi di intendere e preservare l’ambiente, di porsi in relazione e connessione col creato, a partire dall’implementazione di modelli di sviluppo e in generale economici che mettano al primo posto la persecuzione del bene comune sopra il profitto a ogni costo e fine a se stesso.
Di questa giornata, ovvero degli oltre 40 anni di pastorale sociale e del lavoro, resta un inestimabile patrimonio di esperienze, intenzioni, passioni e propositi di riscatto, da non disperdere assolutamente. Ma anzi da valorizzare per il proseguo dell’impegno della Psl nella diocesi.
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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 34 del 9 ottobre 2022