
Sant’Antioco. A dispetto del freddo maestrale, in migliaia per la 660a sagra del patrono della Sardegna
Tito Siddi
Neppure il maltempo, caratterizzato da un forte vento freddo di maestrale che ha soffiato insistente per giorni, ha impedito che venisse meno la religiosità e la fede per la festa di Sant’Antico Martire “Patronus Sardiniae”, giunta quest’anno alla 660a edizione. Sono state infatti migliaia le presenze, tra residenti, visitatori e turisti, che hanno affollato la città, visitato le catacombe e seguito le funzioni sacre celebrate in Basilica, nei quattro giorni di festa in onore di Sant’Antioco Martire, patrono della città, della diocesi e della Sardegna che si è chiusa lunedì con la tradizionale solenne processione. Dopo il corteo in costume tradizionale di “is coccois” del sabato per l’offerta del pane nella Basilica, lunedì sera è stato il giorno più intenso per fede e devozione. Dopo la Santa messa concelebrata nella Basilica del V secolo dal Vescovo di Iglesias Monsignor Giovanni Paolo Zedda, si è svolta la tradizionale solenne processione. Il corteo con la teca delle reliquie del martire e l’imponente statua del Martire Antioco, seguito dai parroci, dal rettore della Basilica, sacerdoti, sindaco e giunta comunale, dai sindaci e gonfaloni dei Comuni del territorio e delle città che hanno il Santo come patrono dalle autorità civili e militari, si è snodato per le vie della città. Quest’anno ad onorare il Santo anche un’ulteriore presenza importante: ad accompagnare simulacro e reliquie anche il neo comandante dell’esercito in Sardegna, il generale di brigata Francesco Olla, fratello del concittadino martire per la pace Silvio, deceduto nell’attentato in Iraq. Il corteo – quest’anno molto apprezzato dai presenti per la sua semplicità, compostezza e ricchezza di costumi – era composto da 50 cavalli montati da provetti cavalieri ed amazzoni, due traccas, le due bande musicali cittadine, e 18 gruppi folk provenienti da diversi centri della Sardegna tra cui quello locale che ha sfilato per la prima volta sotto un unico gonfalone. “Abbiamo avuto da parte dei gruppi un grande apprezzamento per l’invito alla sfilata – afferma Gianni Salidu, uno degli organizzatori del Comitato sagra -ma il maggior piacere è stato il nostro nel vedere tutti i costumi cittadini accompagnare il Santo sotto un unico stendardo”. Molto apprezzati i coggius e i canti di preghiere, accompagnati dall’organetto, che hanno animato la processione. Un particolare apprezzamento ha avuto il gruppo di Desulo che con i colori sgargianti e particolari del costume tipico anticipava l’incedere della statua del martire. “Un successo di anno in anno sempre più positivo che grazie alla fattiva collaborazione con la parrocchia e la diocesi – commenta il sindaco Ignazio Locci – fa sì che la festa assuma momenti di fede e devozione di altissimo livello”. Fiore all’occhiello tra le manifestazioni civili è stata anche quest’anno “Sulkinfiera”, la due giorni di appuntamento eno-gastronomico, giunto alla seconda edizione dove le eccellenze dei territori ospiti hanno incontrato quelle della città in un tripudio di degustazioni, canti, suoni, balli, colori, sapori e saperi. Domenica al mattino si è svolta la prima sfilata regionale delle “traccas” con la presenza di 13 carri addobbati a festa seguita al pomeriggio dall’esibizione delle pariglie al lungomare. Per tre giorni è stato un flusso continuo di forestieri che hanno superato il ponte di accesso all’isola per assistere ai festeggiamenti. A fare il pieno di clienti sono stati in particolar modo bar, ristoranti e pizzerie mentre hanno sofferto un po’ le strutture ricettive. “Sicuramente la festa ha avuto un lato positivo per numero di presenze di persone in città – commenta Massimiliano Grosso, operatore turistico – ma che però non sono i numeri che la città di Sant’Antioco potrebbe esprimere a livello ricettivo specialmente in ambito di eventi religiosi anche se la stagione ci sta premiando per le presenze straniere”. La 660a festa in onore di Sant’Antioco Martire quest’anno è stata veramente “festa Manna” che, chiusa con l’arrivederci alla sagra del primo agosto e a quella del prossimo anno dai fuochi artificiali nel lungomare, ha offerto tutto il suo splendore, fede, devozione e tradizione.