
Tre giorni per l’edizione n° 664 della festa per il Santo Martire patrono della Sardegna, celebrato nella sua isola sulcitana
di Tito Siddi
Prima qualche soffio leggero ha scosso gli arbusti e i rami degli alberi. Poi il vento di levante la mattina di domenica si è fatto più insistente. È stato il tradizionale segnale che il Santo Martire sulcitano Antioco era ritornato nella sua terra natia e dove ha ricevuto la palma del martirio. Duemila anni fa era stato condannato dall’imperatore Adriano, che, per disfarsi di un suddito che in Mauritania osava predicare la nuova fede in Cristo, lo aveva punito con l’esilio a Sulci. Gli abitanti e fedeli della cittadina lagunare così l’hanno festeggiato per la 664a volta. Nel giorno della doppia festa, quella di sant’Antioco Martire del patrono della Sardegna e quella di nostra Signora di Bonaria, patrona massima dell’Isola, che a Sant’Antioco sono venerati in due parrocchie, è stato sciolto il voto di fede e di ringraziamento con una grande festa religiosa e civile che si è pienamente manifestata nella giornata del lunedì, quella più importante della sagra.
Numerosissimi residenti, visitatori e turisti hanno affollato la città nei tre giorni della sagra ed in particolar modo per la tradizionale e solenne processione in costume quando il simulacro del Martire e le sue reliquie hanno sfilato in processione per le vie della città. Quegli stessi luoghi dove duemila anni fa videro il martire medico predicare la nuova fede in Cristo sanando anime e corpi. Lunedì sera, dopo la messa concelebrata nella Basilica del V secolo dall’amministratore della diocesi di Iglesias il cardinale Arrigo Miglio si è svolta, per le vie della città in un percorso di oltre cinque chilometri la processione. “Una festa che onora Antioco, un Santo che può sembrare piccolo e umile – ha detto il cardinale Arrigo Miglio nella sua omelia – ma che invece indica un grande insegnamento: quello della predicazione della fede cristiana in tutto il mondo allora conosciuto, che testimonia la rivincita dei martiri nella fede specialmente in questi tempi in cui abbiamo bisogno di fede per guarire le ferite che ci opprimono, la dignità delle persone nel lavoro e proteggere il creato che grazie al grande sacrificio di Cristo si incarna nella nostra vita e nelle nostre speranze”.
La processione con la teca delle reliquie del martire e l’imponente statua del patrono, seguito dal cardinale Miglio, dai parroci delle parrocchie cittadine, dal rettore della Basilica, da tanti sacerdoti, dalla giunta comunale, dai sindaci dei comuni del territorio e dei paesi che condividono il culto per il Santo, si è snodata per le vie della cittadina lagunare in un tragitto di oltre cinque chilometri sino al rientro in basilica al tramonto. Un corteo imponente arricchito da decine di cavalli di cavalieri e amazzoni in costume tradizionale seguiti da una trentina di gruppi folk giunti da tutte le provincie della Sardegna, la banda musicale, suonatori di launeddas e alcune traccas. Nel sagrato, il card. Miglio ha impartito la benedizione ed augurato ai presenti “attrus annus”, ricordando il suo predecessore Monsignor Giovanni Paolo Zedda, testimoniandone la figura e l’operato in merito al recente fattivo intervento sulle migliorie ed interventi conservativi del tempio e la stessa agiografia del Martire Antioco.
La sagra quest’anno è stata così veramente una “festa Manna” che ha offerto tutto il suo splendore di fede, devozione e tradizione. Per tre giorni è stato un flusso continuo di forestieri che hanno superato il ponte di accesso all’isola per assistere ai festeggiamenti, attirati anche dalle manifestazioni civili organizzate dall’Amministrazione comunale e dalle autorità religiose a cui si è aggiunto l’impegno delle numerose associazioni, barracelli, protezione civile operanti in città e nel territorio.
Come sempre la festa ha accomunato gli abitanti e chi è giunto in città per onorare il Santo con gioia e devozione annunciati sabato dal corteo di Is Coccois, quest’anno svolta tutto al femminile, che ha portato in basilica su “pani pintau” da offrire al patrono. Tra gli eventi civili, da segnalare il rinnovato successo della fiera enogastronomica, l’esposizione e vendita di prodotti e cibi tipici della Sardegna, iniziative culturali, balli sardi e concerti. Di particolare rilievo domenica, preceduta da organettisti e suonatori di launeddas, è stata la seconda edizione della sfilata di “Is Traccas” provenienti quest’anno da sei comuni isolani che dopo la sfilata hanno sostato in Piazza Umberto per tutto il pomeriggio.
La festa ha preso il via ufficialmente dal venerdì con alcuni appuntamenti culturali andati in scena nel Palazzo del Capitolo quali presentazione della mappa del culto di Antioco in Sardegna ad opera di Walter Massidda (che ha evidenziato 500 anni di iconografia con la visualizzazione dei paesi che ne onorano la Memoria) e la presentazione del libro fotografico di Giuliana Balboni (le fotografie di Massimo Gennari) sulla vestizione per la processione de “Sa Festa Manna” delle donne di Sant’Antioco.
Nella prima giornata della Festa anche l’inaugurazione della stanza immersiva, posizionata nella sala mostre del Palazzo del Capitolo, uno spazio fisico in cui il virtuale entra in scena grazie a sensori e video proiezioni e dove lo spettatore diventa l’assoluto protagonista del racconto multimediale della vita del Santo Antioco. La stanza immersiva, progettata da Graziano Di Paola, nei giorni della Festa è stata visitabile gratuitamente.
“Grazie a tutti, grazie a chi ha reso onore al Santo Patrono della Sardegna – ha detto il sindaco Ignazio Locci alla fine delle manifestazioni – Grazie a chi ha reso possibile tutto questo: dal Comune alla Chiesa ai volontari. Senza il loro impegno non sarebbe stata possibile Sa Festa Manna, da 644 anni nel cuore dei sardi”.
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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 16 del 7 maggio 2023