I cattolici e la Politica. Una riflessione diocesana

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di Nuccio Guaita

Vincenzo Panio nel proporre, prima nel nostro Settimanale e poi nel suo libro dello stesso titolo, riflessioni sempre attuali sull’argomento (e oggi non meno di ieri), rende un servizio quanto mai utile alla nostra comunità diocesana.
Il tema affrontato riguarda l’ambito nazionale: la finalità non puramente informativa del suo lavoro, ha pieno valore anche per il nostro territorio. Tra le personalità citate compaiono, con altri assai noti, due nomi a me particolarmente cari anche per l’amicizia: il prof. Lilliu e l’avv. Ariuccio Carta. C’è dunque una presenza e un ruolo sardo nel rapporto cattolici-politica in Italia: la Diocesi di Iglesias vi contribuisce.
L’opera di formazione religiosa, morale e sociale esercitata dal Clero sui giovani, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale e nei primi della Ricostruzione dell’Italia, è stata intensa e sistematica anche nella diocesi sulcitana. La guida dell’opera era del Vescovo Pirastru di v.m. e dello stimato Presidente della Giunta diocesana dell’Azione cattolica, Oscar Rodriguez.
A Carbonia, nata nel 1938, che si sviluppa in breve tempo accogliendo uomini e donne di tante parti della Sardegna e del resto d’Italia, è pronta la disponibilità attiva dei cattolici per la crescita civile della nuova città. L’impulso formativo dato dal Clero ai giovani della Giac, prepara una coscienza civile e morale che è di sostegno al realizzarsi dell’impegno nel sociale e nel politico. Ricordo, tra gli altri, l’abnegazione e la concretezza di don Sguotti e don Filippini; tra i laici, Camillo Cuccu e Agostina Spanu.
Così è stato in tutta la Diocesi: l’A.C. con le altre Associazioni laicali ha agito da costante propellente per la presenza cattolica nella società.
Mi è particolarmente caro e significativo richiamare l’ottobre-novembre 1944. Il 22 ottobre si riunisce l’Adunanza generale, ad Iglesias, fra i presidenti parrocchiali della Giac della Diocesi. Don Angelo Crobu è l’Assistente diocesano; Giannino Gariazzo, il Presidente; Giuseppe Biggio, Segretario, Mario Mongittu e Vittorio Puddu per l’organizzazione; Camillo Cuccu, Beppe Frandi e altri. Il tema svolto insieme dall’Assistente e dal Presidente riguarda “L’organizzazione dell’A.C. e la Riforma della Società”. Si assume l’impegno per il “Primo Convegno della Giac diocesana” a Carbonia, una “tregiorni”. Si realizzerà nei mesi successivi, usufruendo di cameroni, brande e coperte prestateci dai militari. È indispensabile preparare un Delegato Lavoratori nella principale zona mineraria della Sardegna. Si raccomanda l’istituzione della Conferenza giovanile Vincenziana.
Il carattere religioso e sociale della Giac non poteva essere più chiaro e aperto all’impegno dei cattolici nel sociale del nostro Paese. Le ACLI, il Sindacato, la Poa e altre istituzioni locali o diocesane si avvarranno di preziose presenze di derivazione dall’Azione Cattolica.
Di recente, il Presidente Generale dell’A.C., Matteo Truffelli, nel suo libro sui cattolici e la politica, mette in evidenza la P maiuscola che deve essere propria della politica di servizio dei cattolici. Afferma che ci si deve collocare, nell’esercizio politico, “sotto le parti”, cioè all’interno della Società civile, operando con i cittadini di tutti i giorni, vivendo i loro problemi e aiutandoli a risolverli. È ciò che i cattolici “impegnati” fanno d’ordinario, in volontariato, nei “corpi intermedi” della Caritas, delle Istituzioni civili e dei gruppi di diversa cultura civile e religiosa, aperti alla questione sociale e all’opposizione al traffico d’armi, tradizionali e non, e alla difesa della Pace.
Alla coscienza civile, morale, politica dei cristiani “impegnati”, è presente il dovere di preparare coloro che, per specifica competenza e formazione morale, dovranno svolgere con dignità il servizio di guida e governo, “al di sopra delle parti”. Non un compito di equilibrismo politico o strumentale tornaconto, ma di attento discernimento nel perseguire la giustizia sociale: è tra i ruoli principali della Politica.

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