Tre anni con Sider Alloys, troppa lentezza

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Nell’incertezza delle relazioni con il nuovo governo, rimane l’allarme sul riavvio dell’ex Alcoa e la precarietà del futuro dei lavoratori 

di Manolo Mureddu

Permane l’incertezza in merito al futuro dello stabilimento Sider Alloys di Portovesme. Nei giorni scorsi, in diverse occasioni, le rappresentanze sindacali e i lavoratori avevano lanciato l’allarme e in un’occasione anche manifestato di fronte alla sede istituzionale di Villa Devoto a Cagliari, per chiedere un intervento della Regione Sardegna sui due nodi cruciali della vertenza: autorizzazioni burocratico-ambientali propedeutiche all’avvio del revamping degli impianti e concessione degli ammortizzatori sociali per tutto il 2021 per le maestranze ancora da ricollocare dentro la fabbrica.
Su quest’ultimo punto sembrerebbe finalmente muoversi qualcosa dopo l’annuncio della Viceministra dello Sviluppo Economico Alessandra Todde alle Segreterie di Fiom, Uilm e Cub, della firma del Ministro del Lavoro al decreto legislativo di rifinanziamento della mobilità in deroga per le aree di crisi industriale complessa per l’anno corrente. “Adesso – ha spiegato l’esponente politica ai Segretari sindacali – il provvedimento è al vaglio del Ministero dell’Economia e delle Finanze e successivamente sarà vagliato anche dalla Corte dei Conti per verificare la sua congruità dal punto di vista finanziario”. Dopodiché, burocrazia permettendo, dovrebbero attivarsi le procedure burocratiche per il pagamento degli “assegni” ai beneficiari coinvolti che dal mese di gennaio non percepiscono nemmeno più un euro. Ma ancora non è dato sapere, anche a causa dell’incertezza su cui sono piombate le relazioni sindacali con l’avvento del nuovo esecutivo nazionale, se il nodo delle decurtazioni delle indennità (dopo molti anni di rinnovate concessioni dello strumento di sostegno al reddito) sarà sciolto o se molte famiglie collegate allo stabilimento di Portovesme dovranno continuare a vivere con “assegni” inferiori alle 500 euro al mese.
Mentre sul fronte delle autorizzazioni ambientali da parte di Sider Alloys è stato denunciato un certo ritardo della Regione in merito alla pubblicazione delle linee guida per potersi avvalere concretamente del PAUR, ovvero lo strumento normativo recentemente approvato dal Consiglio regionale per sveltire gli iter burocratici nella concessione di dispositivi quali la “Valutazione di Impatto Ambientale” indispensabile in questo specifico caso, secondo quanto prevede la normativa vigente in Italia, per ottenere il via libera al riavvio produttivo dello Smelter di Portovesme.
Tesi che non vede completamente d’accordo la Regione, la quale aspetterebbe dalla multinazionale svizzera la documentazione che la stessa si era impegnata a fornire entro il mese di febbraio. Una situazione dai contorni incerti che alimenta la preoccupazione sul fronte sindacale, soprattutto in considerazione del tempo già passato da quando Sider Alloys, nel febbraio 2018, oltre tre anni or sono, si affacciò nel Polo Industriale e rilevò ufficialmente lo stabilimento a condizioni economiche di grande favore. Da allora pochi passi concreti sono stati effettuati in avanti sul fronte del riavvio produttivo e nel contempo, però, la situazione delle centinaia di ex lavoratori obbligati a vivere solo grazie agli ammortizzatori sociali è progressivamente peggiorata. L’auspicio delle forze sindacali è quello che finalmente si possa fare uno slancio in avanti in questa vertenza, sia sul fronte del riconoscimento degli ammortizzatori sociali e della riqualificazione delle ex maestranze, che, soprattutto, su quello del riavvio produttivo.

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