L’intera somma raccolta dai lavoratori e dalla direzione della Portovesme Srl verrà donata per acquistare dispositivi sanitari contro il coronavirus
di Federico Matta
La solidarietà e gli aiuti a chi combatte il Coronavirus, passano anche attraverso le fabbriche del Sulcis Iglesiente. Dopo l’annuncio del scorso 27 marzo, con il quale le Rsu della Portovesme Srl degli stabilimenti del polo industriale di Portoscuso e San Gavino Monreale, annunciavano la volontà degli operatori dei due opifici di dar vita alla raccolta di fondi per aiutare chi è in “trincea” per fronteggiare l’emergenza Covid-19, nei giorni scorsi le stesse rappresentanze sindacali hanno comunicato la buona notizia di aver raccolto complessivamente ben 76 mila euro, che saranno devoluti agli ospedali del territorio. “I lavoratori – si legge in una nota dell’azienda e del Consiglio di fabbrica – hanno ben accolto l’iniziativa. Donando il -corrispondente di una parte delle ore di lavoro effettuate, hanno consentito di recuperare 19 mila euro. Poi la direzione della Portovesme Srl ha erogato un importo pari a 56 mila euro, consentendo di devolvere alla causa un importo complessivo pari a 76 mila euro”. L’intera somma sarà ora destinata all’acquisto di dispositivi di protezione individuale e collettiva, sostanze e attrezzature sanitarie, strumentazioni varie, per consentire di proteggersi dal contagio del Covid – 19 e di operare con la massima efficienza, a chi lavora negli ospedali Sirai di Carbonia e Cto di Iglesias. “Parte del finanziamento – si legge ancora nella nota stampa delle Rsu e della Portovesme Srl – andrà per lo stesso scopo anche alle Rsa dei medesimi territori e alle altre associazioni operanti nell’ambito sanitario. Ogni acquisto sarà frutto di espressa e documentata richiesta da parte dei responsabili dei presidi citati”. Iniziative analoghe sono state portate avanti anche in altre realtà produttive del Sulcis Iglesiente, segno che la storica volontà e l’unione dei lavoratori nel nostro territorio non conoscono individualismi. Specie, come in questo caso, quando c’è da sconfiggere un “nemico” comune come il Coronavirus, portatore di sofferenza, morte e soprattutto, invisibile.