Fluminimaggiore. Comune e Agris impegnati per la valorizzazione dei Prodotti Agricoli Tradizionali riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura e delle politiche forestali
di Federico Matta
Un marchio, per valorizzare e commercializzare in un mercato di nicchia i prodotti agricoli del Fluminese. L’iniziativa è dell’amministrazione comunale di Fluminimaggiore, che dopo il riconoscimento del Ministero dell’Agricoltura e delle politiche forestali della denominazione di Prodotti Agricoli Tradizionali (Pat) sul fagiolo bianco, sul mais bianco e de su casu cottu, vuole ora portare avanti un progetto politico mirato a mantenere nel tempo la tradizione agricola locale, per la coltivazione di particolare legume e del cereale bianco di Fluminimaggiore. “Naturalmente anche per valorizzarli ulteriormente e commercializzarli con un logo specifico – spiega Mattia Montalbano, assessore comunale alle politiche agricole – che rappresenterà il nostro paese e la sua forte vocazione agricola e culturale, legata soprattutto a determinati prodotti del settore, che se non fosse per la passione di alcuni anziani agricoltori del posto, si sarebbe rischiato di perdere per sempre”. L’amministrazione comunale, anche con il contributo di alcune associazioni locali, sta cercando di realizzare un contrassegno, sul quale il comune ne gestirà la concessione e ne eserciterà i diritti, attraverso un regolamento, al quale si dovrà adeguare il produttore del mais e del fagiolo bianco, che ne farà richiesta per inserire nel mercato questi due particolari Pat. “Preciso subito che stiamo portando avanti questo progetto – aggiunge l’assessore comunale – con la preziosa collaborazione dell’Agris e dell’Argea. Tutto è ancora in fase di definizione, ma ci stiamo lavorando con impegno e passione, affinché tutte le procedure siano presto concluse”. Tra le iniziative che l’assessorato comunale alle Politiche agricole del centro ex minerario sta portando avanti, c’è anche il conseguimento dell’appellativo di Prodotto Agricolo Tradizionale per il tipico pomodoro fluminese. “Anche in questo caso – conclude Montalbano – alcuni anziani hanno continuato nel tempo a produrlo, nonostante le regole del mercato abbiano fatto in modo che la specie agricola fosse sostituita da una qualità molto più commercializzabile. Fortunatamente questi anziani contadini hanno salvaguardato anche le semenze. Contiamo presto di ottenere dal dicastero competente il riconoscimento di Pat, anche per il nostro pomodoro, unico nel suo genere. La speranza, infine, è che tutti i nostri sforzi servano a far ripartire nel territorio il settore agricolo e zootecnico, per creare economia e occupazione”.