Gli angeli invisibili del volontariato

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Group of happy and diverse volunteers

Emergenza Covid-19. Ambulanze, servizio agli anziani, mense: nel silenzio, i tanti volti del servizio che sono attivi nelle nostre comunità

di Annalisa Atzei

“Noi stiamo in corsia, voi restate a casa”: arriva anche così, attraverso delle immagini che ritraggono medici e infermieri in corsia, l’appello agli italiani a non uscire dalle proprie abitazioni. Il rischio è sempre più alto, ma le persone in giro per le strade ancora troppe. C’è chi è costretto, proprio come il personale medico e paramedico ad andare a lavoro ogni giorno negli ospedali o chi deve alzare le serrande tutte le mattine affinché la popolazione possa nutrirsi e fornirsi di medicinali. Ci sono tutti coloro che, virus o non virus, devono lavorare perché la macchina continui a girare, proprio come ha detto il premier Conte la notte di domenica a reti unificate: “rallentiamo il motore produttivo del Paese, ma non lo fermiamo”. C’è anche chi ancora “fa il furbo”, per citare di nuovo il Presidente del Consiglio, e sfida divieti sempre più stringenti imposti da decreti e provvedimenti pur di uscire dalle mura domestiche. E poi c’è un’altra categoria di persone, di cui si parla sempre troppo poco, abituate ad operare nel silenzio: i volontari. Un vero e proprio esercito di migliaia di persone di cui l’Italia si è sempre vantata, forse non dandole mai fino in fondo il giusto riconoscimento; un esercito fatto di solidarietà discreta e amore gratuito, è proprio il caso di dirlo, poco avvezzo alle luci della ribalta, ma sempre pronto a combattere in trincea. E adesso col nemico Covid-19 da far fuori, da combattere ce n’è davvero tanto. Come accade sempre nelle emergenze, dai terremoti alle alluvioni, a cui gli italiani sono purtroppo abituati, anche in seguito all’epidemia del coronavirus la mobilitazione delle organizzazioni di volontariato, in particolare quelle più coinvolte nell’assistenza alle persone, è stata veramente considerevole. Su tutto il territorio nazionale le associazioni si sono immediatamente attivate per far sì che i servizi ai cittadini continuassero a essere garantititi e anzi, dove possibile, addirittura estesi. Insieme a loro, molte amministrazioni comunali hanno unito le forze e organizzato dei Centri Operativi Comunali (COC), dei veri e propri centralini in cui raccogliere e smistare tutte le richieste di aiuto. Non sempre le condizioni sono ottimali, come anche nel nostro territorio hanno sperimentato alcune realtà sempre in prima linea nell’assistenza pubblica del 118 e della protezione civile, ma i volontari sono abituati alle avversità e mai quanto stavolta, anche per loro il motto è “uniti ce la faremo”.

Nel territorio diocesano. Prendersi cura dei più bisognosi è una missione quotidiana per i volontari, ancora di più lo è nelle situazioni drammatiche e di emergenza come quelle che il nostro Paese sta vivendo in queste settimane. Sono persone invisibili, la cui ricompensa è un grazie sincero, carico di affetto e di riconoscimento da parte di chi riceve il loro aiuto. Oggi che anche abbracciare o stringere la mano è proibito, ancora di più si caricano di valore gli sguardi scambiati e le parole pronunciate. Questo lo sanno bene anche le decine di volontari che nel territorio della diocesi di Iglesias, ogni giorno continuano a offrire il proprio tempo e le proprie competenze a favore delle persone più sole o bisognose di un intervento di pronto soccorso sanitario. Anzi è proprio in momenti come questi, affermano loro stessi, che il desiderio di rendersi utile sovrasta la stanchezza e le difficoltà. Nel territorio molte associazioni hanno messo a disposizione dell’emergenza coronavirus i propri volontari, i mezzi e anche gli spazi quando necessario. In particolare nei comuni più grandi, Carbonia e Iglesias, sta funzionando la predisposizione dei Centri Operativi, coordinati dalle amministrazioni comunali insieme ad alcune organizzazioni di volontariato.

A Iglesias il Comune ha attivato un numero di telefono al quale le persone over 70 possono rivolgersi per l’assistenza domiciliare, relativamente al trasporto e alla consegna di farmaci e generi alimentari di prima necessità. Dal lunedì al venerdì è possibile chiamare il numero 0781.251818 dalle ore 8 alle 13; il servizio è garantito dalla Società in house Iglesias Servizi in collaborazione con le associazioni Auser, Soccorso Iglesias e Sodalitas, che nel frattempo continuano a garantire ai cittadini le proprie prestazioni, inizialmente messe a rischio in alcune occasioni dalle restrizioni imposte dai decreti ministeriali e poi prontamente ristabilite. A causa della chiusura forzata, la mensa sociale di Sodalitas per qualche giorno ha consegnato giornalmente dei pacchi di viveri, ma oggi di nuovo i volontari lavorano a pieno regime e ogni giorno la mensa offre un pasto caldo ai suoi assistiti.

Anche il Comune di Carbonia, insieme alla Protezione Civile e numerose associazioni locali, ha istituito un numero di reperibilità: i cittadini possono chiamare tutti i giorni a tutte le ore il numero 347.3855336 per l’emergenza coronavirus. Tanta la disponibilità e la solidarietà anche nel capoluogo minerario: la Croce Rossa, l’ASVOC, l’Auser, il Centro di accoglienza Don Vito Sguotti e l’Associazione Carrasecare sono alcune delle realtà che hanno subito aderito all’iniziativa mettendo a disposizione le proprie risorse. C’è chi ha contribuito con le attività di speakeraggio in giro per le vie della città e chi come l’Auser, oltre il servizio di emergenza urgenza 118, ha attivato un servizio d’ascolto telefonico: le persone anziane o sole che avessero voglia anche solo di una chiacchierata troveranno i volontari pronti ad ascoltarli. Sempre passando attraverso l’organismo preposto del COC, è possibile usufruire di questo telefono amico il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 12 alle 18, e il martedì, il giovedì e il sabato dalle 8 alle 18.

 

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