
Il paese invecchia, natalità in calo: nel Sud Sardegna il record negativo delle nascite con la più bassa fecondità d’Italia
di Annalisa Atzei
Natalità ancora una volta ai minimi storici per l’Italia. A confermarlo i dati provvisori dell’Istat aggiornati al primo gennaio 2023, i quali registrano per il 2022 un nuovo calo nelle nascite, scese, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400 mila unità, attestandosi a 393 mila. Un trend in discesa costante e pare ormai inarrestabile se si considera che l’ultimo anno in cui si è registrato un aumento dei nati nel Paese risale al 2008; da allora la tendenza non si è mai invertita, arrivando a un totale di circa 184 mila nati in meno in nemmeno quindici anni, di cui circa 27 mila soltanto dal 2019. Se da una parte diminuiscono progressivamente le nascite, dall’altra non si arresta l’incremento della mortalità, condizionato dalla presenza di un’alta percentuale di anziani, le cui condizioni di vita migliorano tanto da far alzare la speranza di vita alla nascita stimata in 80,5 anni per gli uomini e in 84,8 anni per le donne. In generale sono gli uomini ad aver recuperato rispetto al 2021 circa due mesi e mezzo di vita in più, mentre per le donne la variazione rimane pressoché invariata. Una differenza da ricondurre con molta probabilità all’impatto che ha avuto la pandemia sul sistema sanitario con la conseguente difficoltà nella programmazione di visite e controlli medici, da cui potrebbero esser state particolarmente colpite per le donne, più inclini degli uomini a fare prevenzione. Restringendo l’analisi al contesto regionale, è la Sardegna la regione in cui si è registrata la quota di rinunce a prestazioni sanitarie più elevata (nel 2021 era pari al 18,3% contro il dato nazionale dell’11%); nell’isola, inoltre, l’alta mortalità ha fatto sì che si sia perso circa mezzo anno di vita per entrambi i sessi.
La fotografia dell’Istat rimanda ancora un’Italia prevalentemente composta da adulti e anziani: se il Paese fosse una persona avrebbe 46 anni e mezzo. Dall’inizio del 2020 la popolazione residente è mediamente invecchiata di almeno otto mesi con la componente degli ultrasessantacinquenni che nell’insieme a inizio 2023 arriva a 14 milioni e 177 mila individui, costituendo il 24,1% della popolazione totale contro il 23,8% dell’anno precedente. Il numero stimato di ultracentenari (100 anni di età e più) raggiunge nel 2022 il suo più alto livello storico, sfiorando la soglia delle 22 mila unità, oltre 2 mila in più rispetto all’anno precedente.
Comune | NATI/MORTI 2022 | RESIDENTI 2021/2022 | |||||
Nati | Morti | Saldo naturale anagrafico | 31/12/2021 | 31/12/2022 | % | Saldo | |
Buggerru | 3 | 15 | -12 | 1.053 | 1.048 | -0,47% | -5 |
Calasetta | 13 | 51 | -38 | 2.802 | 2.778 | -0,86% | -24 |
Carbonia | 105 | 372 | -267 | 26.565 | 26.299 | -1,00% | -266 |
Carloforte | 27 | 93 | -66 | 5.983 | 5.931 | -0,87% | -52 |
Domusnovas | 27 | 81 | -54 | 5.922 | 5.872 | -0,84% | -50 |
Fluminimaggiore | 14 | 53 | -39 | 2.681 | 2.643 | -1,42% | -38 |
Giba | 9 | 39 | -30 | 1.919 | 1.917 | -0,10% | -2 |
Gonnesa | 15 | 56 | -41 | 4.697 | 4.631 | -1,41% | -66 |
Iglesias | 89 | 344 | -255 | 25.382 | 25.110 | -1,07% | -272 |
Masainas | 7 | 16 | -9 | 1.227 | 1.225 | -0,16% | -2 |
Musei | 10 | 14 | -4 | 1.512 | 1.503 | -0,60% | -9 |
Narcao | 10 | 45 | -35 | 3.105 | 3.045 | -1,93% | -60 |
Nuxis | 8 | 23 | -15 | 1.455 | 1.432 | -1,58% | -23 |
Perdaxius | 8 | 17 | -9 | 1.326 | 1.310 | -1,21% | -16 |
Piscinas | 2 | 9 | -7 | 816 | 796 | -2,45% | -20 |
Portoscuso | 21 | 54 | -33 | 4.869 | 4.846 | -0,47% | -23 |
SanGiovanniSuergiu | 19 | 81 | -62 | 5.689 | 5.631 | -1,02% | -58 |
Santadi | 11 | 69 | -58 | 3.194 | 3.171 | -0,72% | -23 |
Sant’AnnaArresi | 13 | 33 | -20 | 2.663 | 2.611 | -1,95% | -52 |
Sant’Antioco | 53 | 137 | -84 | 10.756 | 10.643 | -1,05% | -113 |
Teulada | 9 | 60 | -51 | 3.300 | 3.265 | -1,06% | -35 |
Tratalias | 5 | 11 | -6 | 1.020 | 1.018 | -0,20% | -2 |
Villamassargia | 12 | 44 | -32 | 3.440 | 3.379 | -1,77% | -61 |
Villaperuccio | 6 | 17 | -11 | 1.010 | 995 | -1,49% | -15 |
TOTALEdiocesiIglesias | 496 | 1.734 | -1.238 | 122.386 | 121.099 | -1,05% | -1.287 |
Fonte dati: Istat (dati provvisori)
01/01/2022 | Italia | 59.030.133 |
01/01/2023 | 58.871.761 |
01/01/2022 | Sardegna | 1.587.413 |
01/01/2023 | 1.576.181 |
Nel Sud Sardegna la fecondità più bassa d’Italia: 0,90 figli per donna
Complessivamente gli indicatori demografici per il 2022 registrano meno di 7 neonati e più di 12 decessi ogni 1.000 abitanti. La sintesi finale di questi fenomeni è una popolazione altrettanto in diminuzione, anche se con un’intensità minore rispetto sia al 2021, sia soprattutto al 2020, anni durante i quali gli effetti della pandemia avevano accelerato un processo iniziato già nel 2014. Alla luce dei primi risultati provvisori, la popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2023 è di 58 milioni e 851 mila unità, 179 mila in meno sull’anno precedente. Come si legge nel report pubblicato dall’Istat lo scorso 7 aprile, appurato che nel 2022 la popolazione residente presenta una decrescita simile a quella del 2019, sul piano territoriale si evidenzia un calo demografico importante che interessa in particolare il Mezzogiorno. Il Centro e soprattutto il Nord, infatti, pur presentando un saldo demografico negativo, hanno valori migliori della media nazionale. Sul piano regionale, la popolazione risulta in aumento solo in Trentino-Alto Adige, in Lombardia e in Emilia-Romagna; Basilicata, Molise, Sardegna e Calabria sono invece le regioni in cui si è persa più popolazione.
A conferma di questa tendenza arrivano anche i dati diffusi da Eurostat proprio in questi giorni: si stima che entro il 2100 l’Italia arriverà a perdere sino a 8,8 milioni di abitanti, registrando in termini assoluti la riduzione più alta tra tutti i paesi dell’Unione Europea con un’età media altrettanto da record negativo pari a 53 anni.
Dal punto di vista delle nascite, i dati Istat relativi al 2021 mostrano che in Italia la media è di 1,25 bambini per ogni donna: solo una su cinque ha più di un figlio, in Sardegna le donne non arrivano nemmeno a un figlio a testa. La Regione con il dato più alto è il Trentino-Alto Adige: 1,51 figli per donna, seguita subito dopo da Sicilia e Campania, ma con valori molto più bassi, rispettivamente 1,35 e 1,33; la Sardegna ultima con 0,99. Sono concentrate nel Mezzogiorno le madri con un’età media più elevata al primo parto, rispettivamente in Basilicata (33,2), Sardegna e Molise (32,9); si tratta delle regioni con il più basso tasso di fecondità, la cui diminuzione è legata proprio alla continua posticipazione dell’esperienza della maternità che di fatto si tramuta sempre più in una definitiva rinuncia. Scendendo a livello provinciale, il primato della fecondità più elevata spetta alla provincia di Bolzano/Bozen (1,65), seguita da Gorizia (1,45), Crotone (1,44); primato negativo invece alle province sarde, con ben tre province su cinque, Cagliari, Sud Sardegna, Oristano, al di sotto di un figlio per donna (0,93 la prima, 0,90 le ultime due). Questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie; tra le cause, infatti, pesano tanto il calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni).
Non andrà meglio in futuro: secondo le previsioni Eurostat il processo di invecchiamento da qui alla fine del secolo proseguirà tanto che gli ultraottantenni sono destinati a più che raddoppiarsi; due punti percentuali in più anche per gli ultra sessantacinquenni, mentre la popolazione in età lavorativa scenderà dal 59 per cento al 50 cento, con conseguenze negative sul piano previdenziale e sanitario.
Nella diocesi di Iglesias. Nel 2022 nemmeno 500 nati, oltre 1700 decessi
Su base diocesana, i dati provvisori dell’Istat evidenziano un calo della popolazione residente, tra il 2021 e il 2022, di quasi 1.300 abitanti, come se uno dei tanti paesi del Sulcis nel corso dell’ultimo anno fosse stato abbandonato. In termini assoluti, la popolazione della diocesi è scesa a circa 121.000 abitanti, come si può leggere nella tabella in pagina. Egualmente pesante il saldo naturale, segno di una popolazione sempre più anziana: nel corso del 2022, sono morte 1.734 persone, appena 496 i nuovi nati, meno di un terzo dei decessi, con un saldo negativo di 1.238 persone. A livello comunale, il decremento percentuale più grave del -2,45%, si è registrato nel comune più piccolo della diocesi, Piscinas, sceso a 796 abitanti. A livello assoluto, chi ha perso di più è stato il comune di Iglesias, che ha perso 272 abitanti, seguito da Carbonia con un decremento di 266 unità. Dati negativi che confermano la drammatica tendenza allo spopolamento del territorio diocesano, con questo ritmo entro il 2040 il Sulcis Iglesiente avrà una popolazione inferiore ai centomila abitanti.
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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 15 del 30 aprile 2023