Reddito di cittadinanza, oltre la retorica

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Foto di Brooke Cagle su Unsplash

Tra le iniziative legate al R.d.C. anche “Janas”, un progetto al femminile basato sull’empowerment per il reinserimento lavorativo delle donne

di Aurora Fonnesu

Il dibattito sul reddito di cittadinanza è stato acceso e controverso, ma spesso le informazioni diffuse dai media non hanno reso chiara l’effettiva situazione di tutte le persone che lo ricevono. Troppe volte si tende a giudicare queste persone come “nullafacenti o sfaticate”, ma come spesso accade, le storie di vita delle persone sono molto più complesse di questi semplici giudizi.
Ci sono tantissime persone che hanno bisogno di un supporto per ripartire e costruire una nuova vita ed è questa la funzione svolta dall’equipe del Reddito di Cittadinanza, composta da 4 assistenti sociali, 4 educatrici professionali e 2 psicologhe, presso il Plus del Distretto di Iglesias, che offre la possibilità di coinvolgere le persone beneficiarie all’interno di percorsi di tirocinio, formazione o progetti di inclusione sociale (PUC, attività di volontariato o progetti creati ad hoc dall’equipe).
Attualmente, l’equipe R.d.C. ha avviato un progetto rivolto a gruppi di donne beneficiarie R.d.C. denominato “Janas. Un percorso di empowerment al femminile”, composto da cinque incontri che, attraverso attività mirate al rafforzamento dell’autoaffermazione e dell’empowerment, intende favorire il reinserimento lavorativo di coloro che per motivi associati al carico familiare non sono mai entrate o sono uscite anticipatamente dal mondo del lavoro.  
L’attività non si esaurisce solo con gli incontri programmati, ma va oltre prevedendo un lavoro di accompagnamento anche attraverso altri enti/istituzioni presenti sul territorio del Sulcis Iglesiente, promuovendo anche la trasversalità con altre progettualità (ad esempio Centro per la famiglia, Programma PIPPI, Dopo di Noi etc.).
Il 16 marzo su invito di alcune operatrici dell’equipe, Daniela Putzu, Samanta Senis e Antonella Canu si è svolto l’incontro rivolto a otto donne partecipanti al progetto gestito dall’operatrice del servizio Informagiovani-Eurodesk del comune di Iglesias, Aurora Filippi, e dall’animatrice diocesana del Progetto Policoro, Aurora Fonnesu.
L’incontro formativo e informativo è andato innanzitutto ad orientare le persone presenti a un discernimento più profondo rispetto al loro progetto di vita e alla ricomposizione di tutti quegli aspetti che dovrebbero farne parte.
L’aspirazione alla felicità si fonde quindi con il proprio potenziale, il talento inespresso e i molti talenti che abbiamo coltivato inconsapevolmente nel corso della nostra vita.
Le donne presenti, di età compresa tra i 36 e i 50 anni, hanno avuto modo di interagire in questa parte di formazione per riflettere sul loro percorso di vita fatto di difficoltà e tante responsabilità, riuscendo a mettere in luce le competenze trasversali acquisite nelle loro esperienze di vita.
Molto spesso le persone, in particolare le donne, non riescono a vedere la ricchezza di risorse dentro di loro e danno per scontate l’importanza delle abilità acquisite durante la vita quotidiana. Nell’esperienza di amministrazione dell’economia domestica, nella cura genitoriale, nelle relazioni con il vicinato o la burocrazia si nascondono tantissime capacità alle quali non diamo importanza, ma che possono essere ripensate in un contesto lavorativo.
La seconda parte del pomeriggio era pensata come momento di ispirazione all’autoimprenditorialità prendendo come esempio i gesti concreti del progetto Policoro. Nella nostra diocesi infatti sono presenti attualmente due gesti concreti nati proprio dalle idee imprenditoriali di due donne. Per gesto concreto si intende imprese, libera professione e associazioni che creano opportunità di lavoro dignitoso.
Essere imprenditrici o imprenditori non è per tutti, richiede determinazione, coraggio e una forte capacità di vedere un’opportunità dove gli altri vedono solo le difficoltà, però sentire i racconti di persone che nel nostro territorio sono riuscite a raggiungere questi obbiettivi può davvero essere un forte segno di speranza.
Nella desolazione della nostra realtà, in cui il lavoro più che essere parte di una vita serena è spesso fonte di sconforto, è urgente seminare la speranza partendo da quelle piccole grandi iniziative che ci dimostrano che un futuro diverso è possibile anche per noi.
È urgente seminare la speranza partendo da quelle piccole grandi iniziative che ci dimostrano che un futuro diverso è possibile anche per noi.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 15 del 30 aprile 2023

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