Con il metano investimenti e difesa del lavoro

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L’allarme dei sindacati per le conseguenze, sul nostro territorio economicamente già provato, del blocco dal 2025 delle termocentrali a carbone

di Federico Matta

Un accordo tra le istituzioni territoriali, per garantire un maggiore coordinamento nel Progetto di rilancio del Polo industriale-energetico del Sulcis e garantire i livelli occupazionali attraverso una riqualificazione delle risorse attualmente impiegate nelle poche realtà industriali ancora attive nel territorio. A chiederlo sono i delegati sindacali del Coordinamento della Centrale a carbone Enel “Grazia Deledda” di Portovesme, sempre più preoccupati per la futura riconversione “green” dell’attuale produzione di energia elettrica attraverso l’utilizzo del carbone fossile al gas metano. “La nostra principale preoccupazione – scrivono in una nota i rappresentanti sindacali del Coordinamento Enel – è che a seguito dei veti imposti dall’amministrazione comunale di Portoscuso, motivati con scelte ponderate in merito all’accavallamento di progetti in procinto di attuazione, ci porta a pensare come a oggi non è ancora chiaro come Enel dovrà affrontare la transizione energetica prevista dalla nuova normativa europea. In varie occasioni si è detto che se il gas metano, possibile fonte per la produzione dell’energia al posto del carbone, arriva a Portovesme, la conversione in una centrale a turbogas si può fare. Il fatto è che il progetto di questa nuova centrale si sta arenando in quel piano d’infrastrutturazione del porto industriale, che ha una potenzialità limitata a causa del mancato escavo del fondale all’interno dello scalo industriale”. Le disposizioni dell’UE impongono dal 2025 il blocco di tutte le centrali termoelettriche azionate dal combustibile fossile. Il gas metano sembrerebbe l’unica soluzione per mantenere le attuali unità lavorative della Centrale “Grazia Deledda”, che da 400 potrebbero, se non si dedica un’adeguata attenzione alla salvaguardia occupazionale, meno di 100. “Il metano è essenziale – si legge infine nella nota del Coordinamento Enel – perché consentirà agli imprenditori di investire nel nostro territorio. Per questo bisogna sciogliere in tempi brevi i nodi legati al futuro del porto industriale di Portovesme e dell’approvvigionamento del gas. Poi bisogna commissariare il Progetto di rilancio dell’intero Polo energetico-industriale, con un adeguato utilizzo dei fondi del così detto Just Transition Fund. Tutti siamo pronti ad accogliere il cambiamento, ma nessuno di noi sarà disposto a perdere un solo posto di lavoro”.          

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