Carbonia non teme il confronto con le grandi città e si candida al titolo di “Capitale italiana della Cultura 2021”
di Giulia Loi
foto di Efisio Vacca
Carbonia è tra le 42 città candidate a “Capitale italiana della Cultura 2021”, unica a rappresentare la Sardegna dopo il ritiro, nei giorni precedenti, di San Sperate. Il dossier della candidatura dovrà essere presentato entro il 13 marzo, scadenza prorogata rispetto alla data precedente del 2 marzo. Il titolo “Capitale Italiana della Cultura” è stato istituito dal ministro per i Beni e le attività culturali e il turismo Dario Franceschini con la legge Art Bonus del 2014, viene conferito per la durata di un anno e la città vincitrice riceve un milione di euro in premio per la realizzazione del programma presentato. Esaminano le candidature sette esperti, che entro la fine di aprile dovranno scegliere i primi dieci chiamati poi in audizione. Sulla base dei colloqui che verranno effettuati, la giuria indicherà al ministro per i Beni e le attività culturali la candidatura più idonea, che sarà poi da formalizzare con delibera del Consiglio dei ministri. Nel 2015 la Sardegna fu rappresentata da Cagliari, che vinse il titolo. “L’idea di candidarsi è nata lo scorso anno, durante la preparazione delle celebrazioni degli ottanta anni di Carbonia” ci ha spiegato Sabrina Sabiu, assessora alla Cultura di Carbonia. Il dossier quasi completo è stato presentato alla cittadinanza nella sala polifunzionale di piazza Roma mercoledì 4 marzo, anche per accogliere le ultime proposte da parte di istituzioni, fondazioni, enti, singoli cittadini e associazioni, che hanno comunque avuto la possibilità, nei mesi precedenti, di proporre le loro idee. Il dossier comprende circa quaranta proposte e non ha solo una serie di obbiettivi che hanno a che fare con l’accrescimento scolastico e didattico, ma è finalizzato a un generale miglioramento delle condizioni di benessere della città. Si parla non solo di offerta culturale, ma anche di inclusione sociale e gestione dei flussi turistici. Influiranno inoltre nuove tecnologie, saranno privilegiate innovazione e coinvolgimento dei giovani; si sono svolti molti incontri con artisti e writer professionisti, anche per lavori in collaborazione con le scuole. Importante anche il punto che riguarda la sostenibilità ambientale: il paesaggio, l’ambiente, la storia e l’architettura, che vengono interpretati come i presupposti di una nuova economia ecosostenibile più compatibile con le persone e con il territorio, ne sono i punti fondamentali.
La domanda che in molti si pongono è se Carbonia possa competere con altre grandi città, comprese tra le 42 in gara, molte famose e alcune meno. La giunta comunale ne è convinta, perché sono tanti i fattori in suo favore: una città costruita negli anni Trenta, con un grande lavoro architettonico alle spalle, che ha ricevuto nel 2011 il prestigioso “Premio Europeo del paesaggio”, unico in Italia. Senza considerare poi l’apporto storico, culturale e di memoria che ha dato la miniera. Queste caratteristiche verranno esaltate da laboratori didattici, lavori con le scuole, apertura ai turisti, manifestazioni, mostre, cultura accademica che si unisce a quella popolare, fatta di feste patronali e di paese. Il premio di un milione di euro è solo un obbiettivo secondario della vincita del titolo. Vincere, infatti, servirebbe a dare una grande visibilità alla città a livello internazionale. “Al di là di come andrà”, ha detto ancora l’assessora Sabiu, “è stata comunque un’opportunità per creare qualcosa di positivo non solo per la città ma per tutto il territorio”. Infatti, l’assessora sostiene che anche il territorio sia coinvolto, insieme a Carbonia, nel miglioramento dell’offerta culturale. La storia della miniera in particolare è un valore materiale e immateriale, tramandato ancora dai centenari che possono raccontarlo; “il racconto delle esperienze fa parte di un processo di arricchimento che ci ha permesso di maturare e essere cittadini migliori, con uno scambio tra le persone ma anche riconoscendo il proprio valore identitario”, ha concluso Sabrina Sabiu. Valore identitario realizzatosi con il tempo, dato che Carbonia è nata dall’incontro di persone provenienti da più di settanta province da tutte Italia. Si sono uniti così in un’unica città usanze, folklore, dialetti, tradizioni diverse, portando allo stesso tempo aggregazione e apertura culturale. Carbonia sicuramente è riuscita, nei suoi oltre ottanta anni di storia, a superare quella che era la sua origine di città finalizzata allo sfruttamento delle miniere, integrandosi in un territorio già precedentemente consolidato, riuscendo anche a riconvertirsi, economicamente, culturalmente e socialmente; ha modificato ciò che era nato per esigenze minerarie ed economiche, mutandolo in senso turistico e culturale per essere un punto di riferimento di tutto il territorio.