È arrivato dal Ministero delle politiche ambientali alimentari il riconoscimento di Prodotti Agroalimentari Tradizionali per tre prodotti tipici del Fluminese
di Federico Matta
Ormai è ufficiale: Su Casu Cottu di capra, il Fagiolo bianco fluminese e il Gran turco bianco, sono Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat). Il verdetto è arrivato nei giorni scorsi dal Ministero delle politiche Ambientali alimentari e forestali, che dopo un attento esame delle istanze presentate attraverso l’agenzia Laroe dall’amministrazione comunale di Fluminimaggiore e l’associazione culturali Rimettiamo Radici, ha inserito il prelibato formaggio e i due tipici cereali del territorio nella ventesima revisione dell’Elenco dei prodotti agroalimentari italiani. “Siamo sorpresi ma anche molto soddisfatti del risultato raggiunto”, spiega Mattia Montalbano, assessore comunale alle politiche agricole. “Un risultato raggiunto grazie all’impegno dell’associazione Rimettiamo Radici – aggiunge l’assessore – che ha eseguito sui tre prodotti un impegnativo lavoro di ricerca storica e di selezione della documentazione raccolta, attestando quanto il Mipaaf ha finalmente riconosciuto”. Il lavoro svolto dai soci di Rimettiamo Radici non è stato facile. Oltre a catalogare scientificamente i tre “Pat”, hanno dovuto raccogliere anche tanta documentazione scritta. “Persino intervistare gli anziani agricoltori – prosegue Rosaria Preitte, presidente di Rimettiamo Radici – facendo controfirmare poi quanto dichiarato. È anche grazie a loro, se siamo riusciti a ottenere la denominazione per questi tre prodotti tipici del Fluminese”. Osservando nello specifico Su Casu Cottu di capra, scopriamo che si tratta del tipico formaggio cotto, tradizionale del periodo di Pasqua. Più che un formaggio, un dolce e una tradizione, quella di produrlo in occasione delle feste pasquali, tramandata di generazione in generazione grazie a una famiglia di allevatori fluminesi. Il Fagiolo bianco, invece, è da alcuni anni nuovamente seminato nel territorio, sempre grazie a una famiglia di agricoltori del posto, che ha provveduto a tramandare nel tempo la pratica della semina, molto caratteristica. Naturalmente, preoccupandosi di selezionare il tipo di semenza e conservando le originarie caratteristiche nutrienti.
Così anche per il Gran turco bianco. “Dalla nostra ricerca – racconta Preitte – abbiamo scoperto che il Gran turco bianco veniva di gran lunga utilizzato negli antichi mulini idraulici di Flumini per la sua farina, adatta alla produzione del pane di mais”. Prodotti della tradizione agricola e agropastorale del territorio ex minerario. Ora, dopo la denominazione di “Pat”, anche prodotti di nicchia, che potrebbero dar man forte alla ripresa del settore nel Fluminese, con positive ripercussioni economiche sul tessuto sociale del territorio. “Prossimo passo – promette Mattia Montalbano – sarà il riconoscimento di Prodotto agricolo tradizionale del pomodoro fluminese, che ha sino ad una ventina di anni fa rappresentava una vera risorsa economica per tutto il territorio. Attendiamo l’arrivo delle schede tecniche dall’Ufficio ministeriale. Poi promuovere la produzione dei tre prodotti tradizionale tra gli operatori del settore presenti nel Fluminese. Il raggiungimento di questo primo traguardo, ci invoglia ad andare avanti riscoprendo vecchie colture e tradizioni, con la speranza che attraverso la loro valorizzazione, si crei sviluppo e occupazione”.