Otto nuovi attori per Molière

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Iglesias, al chiostro di San Francesco duecento spettatori per “Il Misantropo” rappresentato in chiave moderna e nell’ottica del “teatro sostenibile”

di Giulia Loi

È andato in scena lo spettacolo “Il Misantropo”, riscrittura dell’opera teatrale di Molière riadattato e diretto da Luigi Pusceddu, attore iglesiente che da pochi mesi ha attivato un corso di recitazione in collaborazione con la Pro Loco cittadina: l’obbiettivo era quello di mettere in scena uno spettacolo, tenutosi il 24 giugno al chiostro di San Francesco di Iglesias, formando attori non professionisti. “Il Misantropo”, opera seicentesca di Molière conosciuta anche come “Il Melanconico Innamorato”, è un’opera teatrale che il commediografo francese mise in scena per la prima volta nel 1666. Nel riadattamento di Pusceddu la vicenda è stata ambientata negli anni Ottanta e la trama, seppure con adattamenti nel testo, rimane pressoché invariata. Alceste (Mattia Pirosu) è appunto il misantropo, innamorato della festaiola Celimene (Cristina Granella). La vicenda ruota attorno a quelle che sono le ipocrisie della società, è una denuncia alle pressioni sociali e tratta l’ansia da prestazione sociale. Ottima la performance non solo dei protagonisti ma anche degli altri partecipanti ai ruoli, Aurora Mannai (Eliante), Tiziana Sogus (Clitandra), Tiziana Aini (Acasta), Francesca Cabitza (Arsinoe), Valerio Camboni (Filinto), Simone Muscas (Oronte), che sono apparsi al pubblico non come attori alle prime armi ma come una compagnia esperta e consolidata. “In un post periodo storico di pandemia dove la distanza è stata presa per legge pensavo fosse interessante raccontare di chi prende la distanza dalle altre persone per propria iniziativa” ha spiegato Pusceddu, raccontando quella che è la genesi dello spettacolo. Una rappresentazione, inoltre, che è riuscita a coinvolgere gli spettatori senza particolari scenografie, ma solo con l’ausilio di sedie, pochi oggetti di scena e nient’altro che gli attori. Questo entra nell’ottica della promozione del “teatro sostenibile”, per superare il problema di quest’epoca storica per cui gli enti, i comuni e le associazioni in generale non possono usufruire di fondi per allestire lo spettacolo: questo dimostra come basti poco e principalmente il talento degli attori per mettere in scena una vicenda. Positivo anche il bilancio dello stesso regista. “Ho visto questo gruppo di otto persone mettersi in gioco, sono cresciuti come persone, sono cambiati ma soprattutto li ho visti felici. È stato emozionante questo scambio di energie reciproche tra attori e pubblico, un momento di vero teatro ottenuto con il duro lavoro”, ha commentato Pusceddu, che è stato accompagnato in questo lavoro da Elisa Carta, aiuto regia, che ha potuto quindi seguire con uno sguardo attento l’attività di preparazione: “Gli attori sono stati bravi nell’adattarsi a condizioni che non avevano ancora sperimentato, come luci, microfoni e un pubblico di duecento persone”. “Luigi durante tutto il percorso ci è stato vicino e ha tirato fuori il meglio da ognuno di noi” ha raccontato il protagonista, Pirosu, “sono felicissimo di essermi messo in gioco”. È stato un lavoro faticoso e appagante, come ha spiegato Valerio Camboni: “il tempo per apprendere le regole della recitazione è stato poco ma era tanta la voglia di realizzare qualcosa. La fatica è stata ripagata”. Non bisogna dimenticarsi inoltre che i partecipanti sono attori “appena nati”, che hanno dovuto unire sapientemente lo studio recitativo alla vita privata: “mettersi in gioco a 50 anni è stato come rinascere” ha spiegato Simone Muscas, “questi mesi in cui abbiamo provato con Luigi sono stati fondamentali per staccare la spina dai problemi quotidiani e dalla solita routine”. Il pubblico che ha assistito ma soprattutto chi non è riuscito a vedere lo spettacolo chiede a gran voce una replica che, come ci ha anticipato Pusceddu, si farà sicuramente.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 24 del 2 luglio 2023