L’allarme degli agricoltori per le nefaste conseguenze delle gelate di fine inverno, a rischio oltre il 60% della produzione italiana
di Federico Matta
Le gelate di fine inverno rischiano di mettere in ginocchio oltre il 60% dell’agricoltura italiana. È quello che emerge da un primo monitoraggio eseguito dagli addetti del settore, sulle conseguenze delle basse temperature inferiori allo zero dei giorni scorsi, che avrebbero messo in serio pericolo la produzione di ortaggi e di frutta. In particolare le produzioni dei vigneti, dove si sono riscontrati i maggiori danni provocati dalle gelate e soprattutto nel Nord Sardegna, con previsioni sulla perdita dei fatturati stimabili in diversi milioni di euro. Le viti, infatti, sono specie vegetali che possono più di altri sopportare temperature molto basse durante il riposo invernale, ma sarebbero molto sensibili agli sbalzi climatici con i germogli primaverili, tanto che questi potrebbero, addirittura, provocarne la morte. Per questo le associazioni di categoria degli agricoltori diretti lanciano un grido d’allarme e chiedono un tempestivo intervento delle istituzioni regionali e nazionali, affinché siano tutelati i comparti agricoli regionali e nazionali, già fortemente condizionati dalla pandemia in corso. “Siamo, purtroppo, di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici – afferma in un comunicato Battista Cualbu, presidente della Coldiretti Sardegna – con una tendenza alla tropicalizzazione e al moltiplicarsi di eventi esterni, che si manifestano con maggiore frequenza e in maniera violenta, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio da giornate di sole al maltempo. Cambiamenti climatici che avrebbero fatto perdere all’agricoltura italiana nel corso dell’ultimo decennio oltre 14 miliardi di euro, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture delle campagne causate da allagamenti, frane e smottamenti. L’agricoltura sarda non è esente da questo fenomeno, che l’ha interessata in primis con diversi eventi esterni, spesso anche nella stessa stagione: alluvioni, siccità, grandine, gelate, temperature altissime e vento”. Situazioni imprevedibili e a volte catastrofiche, che ora però, visto anche le possibili conseguenze delle gelate dell’ultimo periodo, devono essere affrontate con urgenza e con una maggiore cognizione del problema, utilizzando strumenti e soluzioni più innovative e adottando misure a sostegno degli agricoltori maggiormente danneggiati da questi particolari eventi climatici. “Occorre un rapido confronto sui territori – dichiara il presidente della Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino – perché si attivino le istituzioni a livello regionale. Sul piano nazionale va fatta poi con urgenza una ricognizione degli strumenti vigenti e un’analisi del problema nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Next Genaration Eu, per ragionare su un lungo periodo, ma dare anche, subito, risposte concrete agli operatori del settore agricolo”.