San Giovanni Suergiu. Un seminario per presentare il frutto di un anno di lavoro delle ACLI del paese del Sulcis, tra cui il laboratorio nella lingua dei segni e il Servizio Civile Nazionale
di Giulia Loi
Il 25 gennaio, nell’aula consiliare di San Giovanni Suergiu, si è svolto il seminario finale frutto del lavoro di Martina Pintus e Marzia Porru che, con i loro progetti – rispettivamente “C come cittadino” e “La famiglia come risposta alla crisi sociale” – hanno svolto il Servizio Civile alle ACLI di San Giovanni Suergiu. Le due ragazze hanno lavorato insieme, trovando tra i loro progetti un punto in comune: la comunicazione. È per questo che come titolo del seminario è stato scelto “Perché comunicare è importante”; inoltre è stato presentato l’esito finale del laboratorio LIS – svoltosi a partire da settembre nella sede delle ACLI – a dimostrare una comunicazione possibile, ampia e senza barriere. La serata è stata coordinata da Guido Cadoni e ha compreso una serie di argomenti diversi: comunicazione all’interno della famiglia, comunicare la legalità e quindi l’importanza di conoscere la legge, la comunicazione social e quella a 360° che comprende arte, poesia, e altri linguaggi. Dopo i saluti della sindaca Elvira Usai e della presidente delle ACLI di San Giovanni Suergiu Cristina Dessì, hanno preso parte al seminario svariati ospiti. Maria Paola Casula, insegnante LIS – e docente del corso svoltosi da settembre 2019 presso la sede ACLI di San Giovanni Suergiu – ha spiegato cosa si intende per LIS e non ha parlato solo di sordità in senso strettamente medico ma anche di sensibilizzazione alla tematica. Ilenia Trullu, psicologa e psicoterapeuta, ha parlato della comunicazione all’interno della famiglia. Sono seguiti poi gli interventi di Guido Cadoni e degli avvocati Marco Zusa ed Eloise Carboni, che hanno parlato rispettivamente della nuova comunicazione “social” e dell’importanza di comunicare la legalità, quindi quanto sia fondamentale conoscere la legge e quali siano i rischi della comunicazione in rete. Infine, dato che la comunicazione non è fatta solo di parole, ma può avvenire con diverse forme d’arte, sono state varie le performance artistiche a dimostrazione di questa tesi. Oltre ai corsisti del laboratorio LIS, si sono esibiti infatti Fabio Cappai e Barbara Marotto in una lettura de “Il piccolo Principe” e Fatima Dakik, che con la sua danza orientale ha mostrato come si trasmette un messaggio tramite la danza e il linguaggio del corpo. Cristina Dessì, presidente della sezione, ha spiegato quanto sia fondamentale per l’associazione un tema come questo: elaborare e analizzare la comunicazione è importantissimo, in particolare mettere l’accento su quel tipo di comunicazione che “rende l’altro partecipe della propria vita e del proprio modo di pensare, in maniera non unilaterale, in modo che ci sia un vero dialogo”. Quello che è emerso infine dalla serata, è che la comunicazione non è solo puro scambio di informazioni, ma contiene una grande varietà di codici, canali, e ha a che fare con azioni, emozioni, e relazioni; comunicare significa “entrare in contatto”, ricercare un legame e un attaccamento; attraverso il dialogo, la collaborazione, l’accoglienza – tutti fattori della comunicazione – si può abbattere ogni possibile forma di discriminazione e isolamento.