Vacanze sostenibili per tutti

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Le proposte per un “turismo lento” in Sardegna, dal Cammino Minerario di Santa Barbara alla pastorale del turismo in Ogliastra

di Annalisa Atzei

Il mese di agosto non può non far pensare alle vacanze, è così da sempre. Anche senza rispolverare nostalgici ricordi di utilitarie cariche di ombrelloni, borse frigo e bambini festanti, le ferie a ferragosto rappresentano dal dopoguerra a oggi un irrinunciabile diritto per la maggior parte delle famiglie. Eppure, negli ultimi tempi, qualcosa è cambiato e la vacanza per sempre più persone non è più solo una collezione di selfie da scattarsi in spiaggia, ma piuttosto un vero e proprio viaggio di sensazioni alla scoperta e alla riscoperta dei territori, dei sapori, dei profumi e delle tradizioni di una terra sino ad allora sconosciuta.
Da una parte, inevitabilmente, il cambiamento è necessario: è la legge del mercato, se vuoi sopravvivere devi adattarti. Così è accaduto per esempio con l’arrivo della pandemia. L’imprevedibile emergenza sanitaria ha costretto turisti, albergatori e ristoratori a rivalutare il concetto di vacanza, ma dopo il crollo vertiginoso degli incassi nel 2020, oggi gli alberghi pieni, gli aeroporti intasati e le spiagge affollate fanno tirare a molti un sospiro di sollievo. Per la Sardegna, si pensa di riuscire a superare i 16,5 milioni di presenze turistiche registrate nello scorso anno (un gran successo se si pensa che nel 2020 si fermarono a poco più di 11 milioni). Dall’altra parte il cambiamento si accompagna allo scorrere del tempo e saperlo riconoscere significa sfruttare nuove opportunità. In un mondo in cui siamo costantemente sollecitati e invitati a condurre uno stile di vita più sano, a misura di ambiente, a coltivare e moltiplicare le relazioni con gli altri, in cui tutto viene misurato col metro della sostenibilità, anche il turismo diventa sostenibile. In termini economici non cambia molto, il settore turistico ha ampliato e diversificato la propria offerta per venire incontro a una domanda altrettanto variegata ma alternativa. I grandi cambiamenti arrivano da un punto di vista sociale ed umano, con una forma di turismo sicuramente meno impattante sul pianeta, ma che soprattutto contribuisce a restituire il giusto ritmo alle abitudini quotidiane oggi votate alla frenesia e alla cultura dello spreco. Si parla a questo proposito di “turismo lento”, traduzione dell’inglese “slow tourism”, per indicare un nuovo modo di spostarsi e di vivere i territori durante la vacanza; una vera e propria rivoluzione filosofica del viaggiare nel pieno rispetto dell’ambiente a partire dall’utilizzo di mezzi sostenibili come il treno e la bicicletta. Ancora, sono sempre più numerosi i comuni che organizzano esperienze di “trekking urbano”, una forma di escursionismo alternativo che coniuga arte, sport e tradizione alla riscoperta dei piccoli e grandi centri del Paese. Non si possono non menzionare poi i cammini religiosi che rappresentano un’esperienza dall’alto valore storico e culturale oltre che spirituale. In diocesi, il Cammino Minerario di Santa Barbara, coordinato dall’omonima Fondazione, ripercorre in oltre 500 chilometri e circa 30 comuni coinvolti la storia e la fede di un territorio, un tempo florido per via degli insediamenti minerari, che ha ancora tanto da raccontare e da offrire ai turisti pellegrini. Un grande segno di riscatto per il Sud Ovest della Sardegna che beneficia anche indirettamente di questa esperienza turistica sostenibile.
Impossibile non scorgere in tutto questo, ancora una volta, la dottrina della Laudato Si’, l’enciclica di papa Francesco che ha riscritto la storia della sostenibilità ambientale ai nostri giorni. La Chiesa in generale non è rimasta indietro neanche stavolta, se si pensa, e forse in pochi lo sanno, che la CEI ha tra i suoi uffici anche l’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport, istituito per promuovere iniziative e riflessioni che interessano questi specifici settori in un’ottica di evangelizzazione e valorizzazione delle attività poste in essere da realtà cattoliche o di ispirazione cattolica. Molte diocesi, in territori con una forte vocazione turistica, riescono oggi a organizzare importanti iniziative e grandi eventi che nulla hanno da invidiare ai calendari estivi che richiamano grandi folle di fan scatenati pronti a riempire gli stadi. Si tratta di proposte differenti, che riescono a raggiungere una platea di spettatori ancora più ampia ed eterogenea. In Sardegna, la diocesi di Lanusei insieme a quella di Nuoro rappresenta un esempio del lavoro virtuoso della Pastorale del Turismo, la quale per quest’estate propone per l’ottavo anno un interessante programma di incontri che spaziano dalla musica al teatro alla cultura, con nomi di spessore come il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, suor Alessandra Smerilli, economista e consigliera dello Stato del Vaticano, gli attori Neri Marcorè e Giovanni Scifoni, i cantanti Luca Barbarossa e Dori Ghezzi, il fondatore del Sermig Ernesto Olivero e la viceministro Alessandra Todde, per fare solo alcuni nomi di un parterre di ospiti ricco e interessante.
E a chi ancora pensa che la Chiesa debba occuparsi solo di messe e sacramenti, rispondiamo con le parole del vescovo monsignor Antonello Mura: “La Chiesa non toglie nulla ad altri spettacoli estivi e ad altre iniziative. Aggiunge a esse la sua attenzione alle persone, la necessità di riflettere sulle sorti dell’umanità, il desiderio di unire lo sguardo all’umano con la visione di fede. Sempre con tanta simpatia e condivisione”.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 29 del 7 agosto 2022

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