Una donna alla guida della CISL del Sulcis Iglesiente

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CISL. Il consiglio generale ha eletto Laura Puddu di Carbonia

di Manolo Mureddu

Il 1° febbraio scorso è stata una storica giornata per la Cisl confederale del Sulcis Iglesiente; per la prima volta dall’istituzione della sigla sindacale nel territorio, è stata eletta alla sua guida una rappresentante del gentil sesso. La scelta del consiglio generale, il parlamentino della Cisl riunito per l’occasione a Iglesias, è infatti caduta, pressoché all’unanimità, su Laura Puddu, 39enne di Carbonia, laureata in scienze dell’educazione, da 10 anni collaboratrice stretta dell’uscente segretario Fabio Enne, protagonista di innumerevoli battaglie sindacali nel territorio negli ultimi tre decenni, dimissionario per via della sua candidatura alle ormai vicinissime elezioni regionali.
Tra le prime considerazioni della neo segretaria, oltre ai ringraziamenti verso il suo predecessore, ci sono state parole ferme per la drammatica situazione economico-sociale del territorio e lo stato di deprivazione materiale e psicologica che colpisce una sempre maggiore percentuale di abitanti, in particolare della fascia di età più avanzata. Non sono mancati i riferimenti alle vertenze industriali ancora oggi in bilico e in via di risoluzione, come Eurallumina e Sider Alloys, ma anche Centrale Enel e Portovesme Srl per la quale l’indispensabile autorizzazione per la costruzione della nuova discarica, propedeutica al mantenimento in marcia degli impianti, è stata finalmente concessa dopo le intense quanto note tribolazioni degli ultimi anni.
Ma ciò che più di ogni altro argomento ha identificato il tratto distintivo del nuovo corso dell’organizzazione sindacale nel territorio, è stato quello enunciato dalla Puddu con la definizione di irrinunciabile, ovvero “la necessità di mettere in campo una seria, determinata e rinnovata azione sindacale, coinvolgendo i principali soggetti istituzionali locali allo scopo di promuovere l’ideazione, la programmazione e la conseguente attuazione di nuovi modelli di sviluppo soprattutto in quei settori economici importantissimi come il turismo, l’agroalimentare, l’agroindustria, l’edilizia e l’artigianato, da sempre sottovalutati dalla politica, ma potenzialmente in grado di creare ricchezza e di incidere positivamente nelle dinamiche occupazionali”.
Una sfida ambiziosa, che la sindacalista ha fissato al primo posto della sua agenda da qui ai prossimi mesi e che ha trovato numerosi consensi all’interno del gruppo dirigente che l’ha eletta, nella convinzione che il suo essere donna potrà finalmente rappresentare quel valore aggiunto in grado di coniugare l’esperienza e la competenza acquisite nella sua già articolata carriera sindacale. Tutto ciò insieme a quella marcata sensibilità femminile indispensabile per favorire la costruzione di ponti tra persone di differenti estrazioni culturali, di diverse appartenenze sociali e visioni ideologiche, nel sindacato come tra gli attori e i soggetti politici della classe dirigente, allo scopo di unire le persone di buona volontà del territorio per cercare di collaborare alla sua rinascita per invertire i pericolosi trend negativi che, dall’economia alla demografia, sembrano oggi condannarlo allo spopolamento e alla povertà senza via di uscita. In altre parole per concorrere insieme al conseguimento del bene comune.

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