
Campagna per la prevenzione dello spreco alimentare: un rapporto denuncia che ogni italiano disperde mezzo chilo di alimenti alla settimana
di Annalisa Atzei
Sette miliardi di euro buttati nel cestino dei rifiuti. Chiunque leggendo un’affermazione del genere penserebbe al gesto di qualche scellerato, chi potrebbe mai pensare, soprattutto di questi tempi, di gettare dei soldi? La triste verità è che tutti siamo complici di questo gesto, perché a sprecare una simile cifra sono stati proprio i cittadini italiani che, nel 2021, sono riusciti a sprecare ben 1.866.000 tonnellate di cibo, l’equivalente appunto di oltre sette miliardi di euro. A lanciare l’allarme è la campagna Spreco Zero di Last Minute Market e l’Università di Bologna, che in occasione della nona Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare tenutasi come ogni anno il 5 febbraio, ha diffuso i dati del Rapporto “Il caso Italia” 2022 di Waste Watcher International, su monitoraggio Ipsos. Ideata da Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, e promossa dalla campagna Spreco Zero con il patrocinio dei Ministeri della Transizione Ecologica e degli Affari esteri e della Commissione Europea, la Giornata punta i riflettori su un fenomeno che ancora crea molto imbarazzo, per le gravi conseguenze che lo spreco alimentare provoca in un Paese sia a livello economico che ambientale. I dati del Rapporto raccontano di italiani meno virtuosi rispetto all’anno precedente, con un nuovo incremento degli sprechi in coincidenza del ritorno alla vita sociale: in media, a settimana, gli italiani gettano nella spazzatura circa 595,3 grammi di cibo, ovvero 30,956 kg annui (circa il 15% in più dell’anno precedente, in cui si sono gettati via 529,3 grammi di cibo). Tra gli alimenti più sprecati ai primi cinque posti rimangono frutta fresca, insalate, pane fresco, verdure e cipolle. Tra i più spreconi le regioni del Sud (+18% di spreco rispetto alla media nazionale), le famiglie senza figli (+12%), i ceti medio-bassi (+12%) nei comuni medi (+8%). Gli errori commessi sono più o meno sempre gli stessi: si compra troppo, ci si dimentica di avere già gli ingredienti in casa e si conservano male. In generale, meno della metà degli italiani mette in pratica strategie anti-spreco quando acquista il cibo. Il 41% dichiara di acquistare periodicamente prodotti a lunga scadenza e frequentemente prodotti freschi; solo il 36% cerca di organizzare il frigorifero e la dispensa in modo da tenere sotto controllo la scadenza dei prodotti oppure predilige l’acquisto di confezioni di cibo in formati più piccoli. Tuttavia la maggior parte dichiara di essere attenta durante la fase di consumo del cibo: l’86% degli intervistati afferma di mangiare prima il cibo deperibile e di stare attento alle quantità necessarie prima di cucinar; l’85% afferma di conservare il cibo avanzato, di mangiare tutto ciò che si è preparato oppure di controllare se gli alimenti scaduti possano essere ancora consumati.
Per fortuna negli anni, in particolare da quando è stata istituita la Giornata Nazionale e la sensibilizzazione sul tema è notevolmente aumentata, sono stati fatti grandi progressi. Nel 2014, anno in cui è partita la campagna, un italiano su due dichiarava di gettare del cibo quasi ogni giorno, nel 2019 questa percentuale è crollata all’1% degli intervistati. Tante le iniziative lodevoli collegate al tema degli sprechi sviluppate sia a livello locale che nazionale, in particolare quelle supportate anche dalla tecnologia. La Giornata di prevenzione contro lo spreco quest’anno coincide con il primo anniversario del Patto contro lo spreco alimentare promosso dalla applicazione “Too Good To Go”, nata nel 2015 in Danimarca con 50 milioni di utenti in 17 paesi. Utilizzando questa app, scaricabile sul proprio cellulare, bar, ristoranti, forni, pasticcerie, supermercati e anche hotel possono vendere online il cibo non consumato: l’anno scorso in Italia 5 milioni di utenti hanno recuperato quasi 370.000 magic box, le scatole che contengono i piatti e i prodotti freschi che vengono salvati dalla pattumiera.