L’Iniziativa online dell’Associazione Mineraria Sarda per raccontare l’anniversario della Relazione sulle miniere che cambiò la storia dell’industria iglesiente
di Giulia Loi
Era il 3 maggio del 1871 quando Quintino Sella, ministro delle finanze italiano, presentò in parlamento la sua “Relazione sulle condizioni dell’industria mineraria in Sardegna”, frutto dell’inchiesta del 1869. Per ricordare l’evento che cambiò per sempre la città di Iglesias e le miniere attorno ad essa, si è svolto in diretta Facebook sulla pagina dell’Associazione Mineraria Sarda un incontro per parlare della modernità di tale documento e della figura del suo autore, Quintino Sella. All’incontro, moderato da Martina Fanari, hanno partecipato Angelica Sella, presidente della Fondazione Sella, Mattia Sella, geologo e divulgatore scientifico, Giampaolo Atzei, storico e giornalista. Dopo i saluti del sindaco di Iglesias Mauro Usai, del presidente dell’AMS Giampaolo Orrù e di Paola Angius, in rappresentanza di Maria Romina Lai, dirigente scolastica dell’IIS IT Minerario “G.Asproni”- ITCG “E.Fermi”, gli ospiti della serata hanno delineato la figura di Quintino Sella, la sua carriera proficua, la formazione e il suo lavoro in diversi ambiti, dalla scienza alla politica. La relazione, punto focale dell’incontro, è un documento articolato in una serie di passaggi, che parte da una analisi storica delle condizioni dell’isola per passare poi a dati più tecnici, geologici, l’analisi delle miniere e degli stabilimenti già presenti, le condizioni economiche e della manodopera, e la parte più importante che ha determinato la crescita, intitolata “Avvenire delle miniere”, composta da undici punti che secondo Sella dovevano essere i passaggi salienti per lo sviluppo dell’industria mineraria della Sardegna: necessità di infrastrutture che portassero i minerali anche nei porti marittimi, costruzioni di linee telegrafiche, promozione di attività di sviluppo del territorio attorno alla miniera, e soprattutto l’istituzione della scuola mineraria a Iglesias. Se ne parla ancora dopo 150 anni perché quella relazione portata in parlamento ha dato i suoi frutti e ha dato vero impulso all’industria mineraria, dando vita a una scuola – oltre a quella iglesiente ne esistono poche altre in Italia – dove gli uomini del luogo potessero essere istruiti diventando capi minatori e capi officina, una scuola ancora esistente anche se non con le stesse funzioni e che tiene viva la memoria di questa grande innovazione pure nel suo Museo dell’arte mineraria.