Scritte antisemite nella città del vescovo Rolfi

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Mondovì

A Mondovì, patria di Giacinto Rolfi, vescovo di Iglesias fra il 1783 e il 1789, un odioso oltraggio alla memoria della partigiana Lidia Beccaria, l’indignazione di tutta Italia

di Miriam Cappa

“Juden heir” in tedesco significa “Qui abita un ebreo”, 50 anni fa segnava la dimensione dell’intolleranza che portò il mondo al tracollo, le leggi razziali prima e la guerra di lì a poco. Ora è ricomparsa in una porta a Mondovì, comune in provincia di Cuneo. È lo stesso luogo dove nacque Giacinto Rolfi, vescovo di Iglesias fra il 1783 e il 1789 ed a cui si deve il completamento del palazzo vescovile, ritenuto all’epoca il più bello della Sardegna. Fu tanto amato dagli iglesienti che la città gli ha dedicato la via che costeggia il lato destro della cattedrale, dalla parte dell’episcopio.

Si chiama Rolfi anche la famiglia che il 23 gennaio si è trovata l’uscio di casa imbrattato dal maldestro messaggio portatore di odio: non è di religione ebraica ma era rivolto al ricordo di Lidia Beccaria, la maestra monregalese che nel 1944, giovanissima, fu deportata nel campo di concentramento di Ravensbrück. Lì venivano spedite per la maggior parte le donne, lei era una staffetta partigiana. Fu fortunata: riuscì a sopravvivere all’orrore e, al suo ritorno, si dedicò a insegnare sia col lavoro che nella testimonianza. Il figlio Aldo aveva parlato di lei, morta nel 1996, la settimana prima della scritta in un quotidiano locale.

Lidia Beccaria Rolfi era una persona creativa e dal temperamento artistico il cui carattere è ancora vivo in chi l’ha conosciuta, la ama ancora tutta la sua città. Era diventata amica di Primo Levi ed è stata autrice di diverse pubblicazioni: descrivono quanto i totalitarismi le avevano fatto provare sulla sua pelle, l’Olocausto, il nazismo, la Resistenza, i lager e cosa era stata la seconda guerra mondiale per chi c’era davvero. Ne parlava per tutte quelle donne che erano state con lei a 90 chilometri da Berlino dove si facevano esperimenti su cavie umane.

Per questo “Juden heir” ha fatto male e riflettere tutta Italia. Mondovì ha risposto con una fiaccolata. Ma Lidia Beccaria Rolfi aveva ragione: la miglior risposta all’odio è la conoscenza perché è così che non si radica nel cuore e nasce la speranza. Un suo ex alunno ha reagito appendendo un cartello fuori da un altro portone. È don Ruggero Marini ed è parroco di La Loggia, nel Torinese, nella chiesa di San Giacomo nel cui ingresso ha scritto: “Qui abita un ebreo, Gesù”. “Ho avuto come insegnante a scuola Lidia Rolfi”, ha dichiarato. “Mi ha insegnato l’importanza della Memoria. Davanti a questi gesti di profanazione ho deciso di ribellarmi. È solo un piccolo gesto per dire che io sono prete in nome di quel Dio che è un ebreo e la Chiesa è una casa aperta, una casa comune”.

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