Quanto è difficile lavorare “insieme” per il territorio

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La bellezza di un progetto in comunione, un’esperienza davvero sinodale, perché quel che si costruisce diventa di tutti, comunitariamente inteso

di Giampaolo Atzei

Di questi tempi, c’è una parola che ritorna spesso nella cronaca della politica: insieme. “Insieme per il futuro” è la nuova formazione di Luigi Di Maio e gli altri scissionisti Cinque Stelle ma già da prima, “Insieme” è il nome di un nuovo partito politico di ispirazione cattolica, con persone del calibro dell’economista Zamagni tra i suoi padri nobili, che ha da poco celebrato un suo congresso. E difatti, è già sorta una contesa legale sul legittimo utilizzo del nome.
A parole, quante volte diciamo di voler fare le cose “insieme”, poi però ognuno va avanti per la propria strada. Per vanità, opportunità e calcolo, perché far da soli è meno faticoso, anche se il confronto e la sintesi nella dialettica sono azioni gratificanti ma non sempre facili. Eppure è questa la bellezza del costruire un progetto in comunione, di realizzare un’esperienza davvero sinodale, vissuta “insieme”, perché poi quel che si costruisce è di tutti, comunitariamente inteso. È questa la dimensione del lavoro per la nostra casa comune, per l’attenzione del Creato, nella consapevolezza che “insieme” non significa solo stare vicini, seduti l’uno a fianco all’altro, bensì condividere fatica e intelligenza.
Di fronte alle grandi crisi che stiamo vivendo, l’unione e la condivisione sono una via obbligata. Vale per le grandi risposte ai problemi ambientali, geopolitici, umanitari che la guerra tra Russia e Ucraina ha fatto esplodere. Vale per le questioni locali, dove cambia la scala eppure il metodo rimane lo stesso.
Eppure, a partire da casa nostra, sembra che davvero sia difficile fare “insieme”. Non ci mancano gli esempi. Guardiamo alla recente manifestazione davanti a Villa Devoto per la sanità nel territorio. Poche fasce tricolori oltre quella del sindaco di Iglesias e qualche giorno dopo, nell’intervista a un quotidiano regionale, il sindaco di Carbonia ha pubblicamente affermato che “il metodo delle occupazioni non risolve i problemi”, ma che invece questi trovano soluzione nel confronto tra le parti. Come a dire, “insieme” significa prima progettare e costruire con ascolto reciproco, non solo rispondere a un invito e trovarsi fianco a fianco. Per tacere della nuova polemica tra il sindaco di Iglesias e un consigliere regionale, sempre a proposito del sit-in a Villa Devoto, altro segno di disunità. I passi dei giorni seguenti sembrano abbiano fatto emergere maggiore sintonia tra i primi cittadini del Sulcis Iglesiente, c’è stato un incontro con l’assessore regionale alla sanità, dialogo tra le parti, anche in seno al Partito Democratico (che esprime i sindaci di Carbonia e Iglesias) ci si è incontrati, il congresso regionale si avvicina: in linea di principio, un buon segno per le azioni future, sebbene all’atto pratico poco sia cambiato, il pronto soccorso del Cto rimane ancora chiuso e le polemiche trovano ampia eco sui social.
C’è poi il problema della gestione dei litorali, che un tempo vedeva coinvolti diversi comuni, oltre a Gonnesa che è titolare delle spiagge, i cui residenti frequentano le stesse spiagge e per i quali si era previsto il vantaggio per una tariffa agevolata per il parcheggio. Ora questa sinergia è venuta meno.
Non mancano allora gli indizi per pensare che la parola “insieme” nel nostro territorio stia così perdendo il suo peso specifico. Forse manca un organo come la provincia che possa aiutare in questa prospettiva? Oppure, è proprio una nostra difficoltà culturale e di egoismo inespresso?
Un altro esempio. Su troppe cose, a partire dalla condizione attuale della sanità iglesiente, la denuncia per il disagio si unisce al rimpianto per la perduta età dell’oro, quando Iglesias ospitava tre ospedali, tra cui alcune eccellenze: una storia che non ritorna indietro, bisogna farsene una ragione, è cambiato il mondo. Le soluzioni per questi tempi complessi richiedono riflessioni di ampio respiro, proiettate verso il domani, senza guardarsi indietro, soluzioni valide per il territorio. Per l’appunto, da trovare “insieme”.

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Photo by Daan Stevens on Pexels.com

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 26 del 17 luglio 2022

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