Transizione energetica, cambiamenti climatici: grandi sfide per possono essere affrontate con scelte responsabili, personali, a partire già dalle nostre case
di Giampaolo Atzei

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 26 del 24 luglio 2022
Dicono che farà molto caldo nei prossimi giorni, ancora di più di quanto già non abbia fatto. Un tempo, il caldo estivo non sarebbe stata questa gran notizia da prima pagina, sai che novità, d’estate ha sempre fatto caldo e d’inverno freddo. Però, se il più grande fiume italiano è in secca e i ghiacciai si staccano dalle montagne per rovinare a valle, allora forse si comprende la dimensione dell’allarme che stiamo vivendo: eh sì, il caldo allora è una notizia, specialmente le ragioni di questa gran calura.
Siamo distratti, dalla guerra, dal caro benzina, dalla pandemia, dalla voglia di non pensare al disagio in cui siamo immersi. E allora ci facciamo scorrere addosso gli effetti del cambiamento climatico, come fosse acqua, proprio quell’acqua che manca e che in futuro sarà un bene ancor più raro, come il combustibile d’inverno, come il carburante per le nostre auto.
E allora cosa fare? Chiudere gli occhi, infilare la testa sotto la sabbia e sperare che quando rialziamo il capo tutto sarà risolto? No, non sarà così. I cambiamenti che vediamo sotto i nostri occhi sono il frutto di piccoli cambiamenti quotidiani, impercettibili eppur continui, che poi si manifestano nella loro furia distruttiva. Ecco perché cambiare fornitore di gas, giusto per fare un esempio, è solo un espediente utile a fronteggiare questa crisi, la prossima potrebbe nascere proprio in Africa e avremmo solo fatto scivolare le pedine del problema, senza risolverlo. La soluzione, ce lo dicono in tanti, è cambiare abitudini, vivere consapevoli che abbiamo in mano risorse limitate, da non sprecare, ancor meglio da conservare.
Una prima grande questione è quella della mobilità, l’abbiamo già affrontata su queste pagine e condividiamo qualche segnale di cambiamento che merita di essere sottolineato. A Roma, ad esempio, si parla concretamente di trasporto pubblico gratuito, metro e bus, come già si sta facendo in altre grandi città europee, per decongestionare il traffico, ridurre l’inquinamento, recuperare vivibilità e prossimità. Altrove si osa ancor di più, come in Spagna, dove il governo ha aperto al servizio ferroviario gratuito per disincentivare l’uso dei mezzi privati. Nel nostro piccolo, anche in questo territorio crescono i percorsi ciclopedonali, grazie allo sviluppo di cammini come quello di Santa Barbara, e l’interscambio tra navette, treni e parcheggi, come promosso dal Comune di Iglesias verso siti minerari e turistici. Ora però, i governi e le amministrazioni che stanno raccogliendo la sfida della sostenibilità, serve la risposta nostra, della gente, consapevoli che il cambiamento si costruisce tutti insieme, nella corresponsabilità delle scelte e delle azioni, senza deleghe. Sono sacrifici, piccole comodità cui dovremo rinunciare, meglio per scelta prima di esservi malamente costretti. In pratica, come per la sanità e la scuola, anche la mobilità può diventare un servizio pubblico gratuito, magari anche un diritto, che va però difeso, come ogni diritto merita.