
L’Archivio storico diocesano di Iglesias nel corso di formazione per gli archivisti ecclesiastici proposto a Roma dalla Pontificia Università Gregoriana
di Carlo Cani
L’Associazione Archivistica Ecclesiastica, la Pontificia Università Gregoriana e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI, hanno promosso e organizzato il corso di formazione TRASMETTERE GESTIRE VALORIZZARE, indirizzato agli archivisti ecclesiastici, siano essi membri del clero, religiosi o laici. La proposta, articolata in tre moduli tematici (21-22 gennaio, 18-19 marzo, 10-11 giugno 2022), sviluppa e approfondisce le sollecitazioni provenienti dalla lettera della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa ai vescovi diocesani “La funzione pastorale degli archivi ecclesiastici” (2 febbraio 1997), di cui quest’anno ricorre il 25° anniversario. Il corso è aperto anche a quanti desiderano formarsi in vista di una futura collaborazione con le Istituzioni culturali ecclesiastiche, in particolare con gli archivi. Accanto alle lezioni di docenti universitari, si sono alternate voci di professionisti e operatori del settore, con l’intento di permettere di coniugare alle solide conoscenze disciplinari, i più recenti sviluppi della pratica professionale. Il tutto per costruire una progettualità ampia e condivisa a servizio della Chiesa, che riconosce negli archivi i luoghi privilegiati della memoria della sua missione.
L’iniziativa innovativa nel suo genere ha avuto un’eco straordinario perché le adesioni sono andate al di là di ogni possibile previsione. Gli iscritti sono stati più di trecento. Il corso è stato seguito in presenza nella sede dell’Università Gregoriana da un gruppo stabile che variava dalle 50 alle 60 persone e on-line da più di duecento persone. Tra i relatori, nel secondo modulo “Gestione degli Archivi”, la dott.ssa Licia Meloni, direttrice del nostro Archivio storico diocesano, che ha svolto il tema: “La vita di un Archivio diocesano: l’Archivio storico di Iglesias”. Il modulo vuole presentare, attraverso una visione d’insieme e casi specifici, le buone prassi da seguire per una corretta gestione delle tre principali tipologie di archivi ecclesiastici: diocesani, parrocchiali, religiosi. A questo tema si affianca quello delicato della conservazione preventiva, del restauro e degli sbocchi, in termini di studio, a cui queste pratiche possono portare.
La relatrice ha proposto un itinerario particolarmente avvincente che ha suscitato vasto interesse e apprezzamento negli uditori. Parole e immagini cariche di passione, competenza e creatività, hanno condotto gli studiosi non solo alla conoscenza di un patrimonio documentario di notevole interesse ma soprattutto la ricaduta che tale memoria storica ha per la conoscenza e valorizzazione del vissuto del territorio. Un impegno fondamentale è stato quello di aprirsi in una leale collaborazione ad altri Istituti scientifici come l’Università degli Studi di Cagliari – Dipartimento di storia che ha dato origine al laboratorio “Officina Ecclesiensis”, le scuole con il modulo di alternanza scuola-lavoro, una modalità didattica innovativa, altri Enti legati alla ricerca e alla valorizzazione del patrimonio documentario. Molteplici le iniziative realizzate nel tempo: convegni, mostre, corsi di studio in sinergia con Biblioteca e Museo diocesano. Quest’attività che prevalentemente ha avuto come oggetto di studio la valorizzazione del patrimonio per una migliore conoscenza, valorizzazione e fruizione dei dati storici, negli ultimi anni si è aperta al territorio cercando di coinvolgere in un progetto “Chiese in mostra” le zone pastorali della Diocesi.
È stata questa un’occasione per approfondire la storia delle singole comunità con uno studio di scavo minuzioso di ricerca delle fonti che spesso ha riservato notevoli sorprese ridisegnando le vicende legate ad una storia non sempre fondata su basi storiche consolidate. Questo patrimonio è stato consegnato alle singole comunità con particolare attenzione alle giovani generazioni. Il frutto di questo lavoro ha impegnato studiosi e ricercatori e si è concretizzato in attività creative che hanno coinvolto i ragazzi dell’itinerario catechistico con una sorta di “caccia al tesoro” che ha destato curiosità e interesse. Alla comunità e ai ragazzi è stato consegnato un piccolo sussidio a testimonianza di un percorso alla ricerca delle proprie origini. Con la collaborazione dei parroci è stata allestita nel Museo diocesano una mostra che ha valorizzato alcuni elementi identitari delle singole comunità attingendo al patrimonio parrocchiale, dell’Archivio e della Biblioteca Diocesana.
Le risonanze, tantissime, hanno sottolineato la bontà del servizio reso dall’Archivio diocesano alla conoscenza della storia delle proprie Diocesi e delle singole comunità e soprattutto la necessità di coinvolgere in questo appassionato lavoro di ricerca le giovani generazioni perché questo patrimonio diventi veramente memoria del “transitus Domini” nella nostra storia.
© Riproduzione riservata
Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 11 del 27 marzo 2022