Cresce l’emergenza Covid-19. Il Governo stabilisce ulteriori restrizioni: chiusi bar, ristoranti e negozi, aperti solo generi alimentari, edicole e farmacie
di Annalisa Atzei
#iorestoacasa è l’hashtag del momento. Promosso da tutte le campagne social è diventato anche il titolo del decreto del Presidente del Consiglio dello scorso 11 marzo. La situazione sempre più allarmante e complessa, infatti, ha convinto mercoledì scorso il Presidente Conte ad approvare nuove disposizioni ancora più stringenti per evitare la diffusione del Covid-19 nel territorio nazionale. Se da una parte resta ancora fortissima l’emergenza nelle regioni del nord, in particolare in Lombardia e in Veneto, in cui si sono verificati i primi focolai, in questi giorni, dall’altra i numeri ci raccontano di un aumento vertiginoso dei casi positivi anche al meridione e nelle isole. L’invito a non uscire si è quindi necessariamente trasformato in un obbligo, disatteso ancora da troppi italiani, nonostante gli appelli accorati di amministratori, politici, uomini e donne dello spettacolo e del mondo della musica.
La novità principale introdotta col nuovo decreto è la chiusura, fino al 25 marzo, su tutto il territorio nazionale, di tutte le attività di ristorazione (bar, pub, pizzerie, ristoranti, pasticcerie, gelaterie etc.) e di tutti i negozi, tranne quelli delle categorie espressamente previste. In particolare, restano aperti i negozi di prodotti alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le edicole, le tabaccherie, i bar e punti di ristorazione nelle aree di servizio stradali e autostradali e i negozi di prima necessità o di servizi alla persona, così come riportato dettagliatamente negli allegati al decreto. Non cambia nulla rispetto a quanto già disposto sugli spostamenti: le uscite, anche all’interno del proprio comune di residenza, devono essere ridotte al minimo e giustificate esclusivamente da impegni di lavoro, situazioni di necessità, come fare la spesa o recarsi in farmacia, per problemi di salute o, infine, per rientrare presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Si deve comunque essere in grado di provare le motivazioni degli spostamenti, anche mediante autodichiarazione, la cui veridicità può essere successivamente oggetto di controlli. Vale in ogni occasione l’obbligo di rispettare sempre la distanza interpersonale di un metro. È disposto invece il “divieto assoluto” di uscire da casa per tutti coloro che sono sottoposti a quarantena o siano risultati positivi al virus. Vietato raggiungere la propria casa di vacanza, un divieto, questo, alla luce del vero e proprio assalto alle seconde case che si è verificato in tutte le zone turistiche, sia al mare che in montagna. Il decreto prevede anche che i Presidenti delle Regioni possano ridurre i servizi di trasporto pubblico locale, anche non di linea, per effettuare le dovute sanificazioni e assicurare i livelli essenziali di servizio. Allo stesso modo, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti può disporre la cancellazione o la riduzione dei servizi di trasporto via pullman, treno, aereo o nave, cosa di fatto avvenuta, per esempio con il blocco dei trasporti ferroviari nelle tratte notturne. Le domande e i dubbi che hanno assalito i cittadini sono stati tanti sin dai primi momenti: è possibile, per esempio, uscire per andare in edicola? La risposta è affermativa: “l’acquisto dei quotidiani e dei periodici è ritenuto una “necessità”, quindi anche gli spostamenti da e per le edicole, che li vendono”. Ancora, è possibile andare ad assistere i genitori anziani? Anche questa è considerata una condizione di necessità, ma lo stesso decreto ricorda che gli anziani sono le persone più vulnerabili e quindi è bene cercare di proteggerle il più possibile dai contatti. I quesiti però a cui si appigliano maggiormente gli italiani per ritagliarsi un’ora d’aria all’aperto sono quelli legati alla possibilità di uscire per fare una passeggiata o attività motoria. Il decreto è molto chiaro e spiega che le “passeggiate” sono ammesse solo se, come per gli altri spostamenti, possono essere ricondotte a motivi di lavoro, salute o casi di necessità. Anche qua, in caso di eventuali controlli, va fornita una giustificazione con le modalità dell’autocertificazione. Per quanto riguarda nello specifico l’attività sportiva all’aperto, salvo particolari ordinanze comunali, questa è consentita purché non in gruppo; sono sempre vietati gli assembramenti. Consentiti di conseguenza anche gli accessi individuali a parchi e giardini, rispettando sempre la distanza interpersonale di un metro; sono invece vietati gli sport di squadra.
Porti e aeroporti chiusi, la Sardegna si difende dall’infezione
Una Sardegna blindata attende che passi questa settimana, attesa come la più critica per la diffusione del virus nell’isola, per guardare al futuro e capire se le restrizioni imposte dall’ordinanza del 14 marzo, in seguito alle disposizioni dell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avranno funzionato. L’appello anche in Sardegna è quello di rispettare tutti i divieti e attenersi scrupolosamente ai provvedimenti nazionali, a cui si sono aggiunti quelli regionali per evitare che il coronavirus si diffonda in maniera irreparabile. I numeri dei contagiati sono in aumento anche tra i sardi e, dopo anche i primi casi di decessi, continua a preoccupare la presenza di migliaia di persone arrivate dal resto d’Italia che affollano soprattutto le zone costiere, occupando le seconde case e di fatto conducendo una vita da veri e propri “vacanzieri”. Per questo motivo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, su richiesta del Presidente Solinas, ha firmato il decreto con cui si dispone che sono sospesi i collegamenti e i trasporti ordinari delle persone da e per la Sardegna sino al 25 marzo. È possibile volare solo su Fiumicino, sempre con le note restrizioni, mentre sulle navi potranno viaggiare esclusivamente le merci; il trasporto delle persone può avvenire solo su autorizzazione della Regione e per dimostrate e improrogabili esigenze, ridotti di conseguenza anche i collegamenti con le isole di Carloforte e La Maddalena. Sul territorio aumentano i controlli, sia lungo le principali arterie stradali che nei singoli comuni; in particolare vengono sorvegliate le aree marine, in cui in più di un’occasione sono stati sorpresi cittadini provenienti dal nord Italia che non hanno rispettato l’obbligo della quarantena. Decisiva in questa direzione anche la scelta della Regione di avvalersi del supporto di 1300 guardie forestali che notte e giorno sorvegliano le aree più a rischio. Intanto a Sassari, il sindaco ha firmato un provvedimento con cui si vietano le passeggiate e lo jogging all’aperto: le forze dell’ordine hanno constatato che ancora un numero troppo elevato di sassaresi, nonostante la forte campagna di sensibilizzazione cittadina e in seguito anche all’incremento dei casi positivi in città, uscivano di casa e non rispettavano le misure di sicurezza, da qui la necessità di inasprire ulteriormente le prescrizioni dell’ordinanza. A Iglesias il Comune ha invece disposto la chiusura dei distributori automatici H24 per evitare assembramenti all’esterno. Inoltre, le diverse amministrazioni comunali hanno chiuso l’accesso al pubblico anche per i cimiteri. Infine, per evitare qualsiasi possibilità di contagio, sono stati sospesi gli accessi dei visitatori dei pazienti ricoverati negli ospedali Sirai di Carbonia e CTO di Iglesias. Eventuali e straordinarie deroghe a questa disposizione verranno concesse esclusivamente previa autorizzazione del Direttore del Presidio. Per i parenti stretti che fossero impossibilitati a comunicare tramite cellulare con il proprio congiunto ricoverato è possibile chiamare il Reparto di riferimento. AA