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Le proteste per il prezzo latte. Foto di Roberto Pinna

La protesta degli allevatori del Basso Sulcis lungo la SS 293 raccontata in presa diretta

di Roberto Pinna

Sono le 10.30 di sabato 10 febbraio e di fronte all’ingresso della Cantina e della Latteria Sociale di Santadi si è già radunata una folla numerosa. Tanti tra i presenti sono svegli da almeno cinque ore: infatti la per la maggior parte sono allevatori che hanno scelto proprio la Latteria Sociale come punto di ritrovo per la loro protesta che dopo essere partita dal centro Sardegna, si è diffusa rapidamente attraverso il passaparola e i social network in tutta l’Isola ed è arrivata anche nel Basso Sulcis.
Oltre agli allevatori, almeno ottanta, ci sono anche i loro familiari. Alcuni bambini non sono voluti andare a scuola per stare vicini ai loro genitori. Sono numerosi i comuni cittadini che hanno scelto di essere presenti per manifestare solidarietà. Il gruppo decide di spostarsi cinquanta metri per posizionarsi proprio sulla rotonda che si trova lungo la SS 293, la strada che collega il Basso Sulcis con Siliqua e dunque i pesanti bidoni pieni di latte che dovrà essere sversato per terra vengono trasportati a mano. I bidoni più grandi hanno una capacità di 50 litri, dunque occorrono almeno due persone per spostarne uno. Nel frattempo la folla, che ha continuato a crescere, si dispone attorno la rotonda con i pastori al centro e i Carabinieri che, con la collaborazione dei vigili urbani di Santadi e Villaperuccio, fanno defluire il traffico.
Un allevatore fa una breve dichiarazione davanti alla telecamera di un giornalista spiegando i motivi della protesta: l’azione, sicuramente dolorosa, è contro gli industriali del latte in quanto il prezzo pagato per il loro prodotto è crollato ad appena a 60 centesimi al litro e dunque non si riesce nemmeno a coprire i costi di produzione. Si domanda rispetto per il loro lavoro dignità per le famiglie.
Nel frattempo qualcuno si è chiesto se, piuttosto che gettare via quel latte, non sia meglio regalarlo, magari ai bisognosi o a chi saprebbe apprezzare quel gesto. “È il loro sangue” commenta una signora sdegnata per la situazione più generale della nostra Isola. Una ragazza risponde che trattandosi di latte ovino non lo si può consumare crudo, ma deve essere almeno pastorizzato e soprattutto è una tipologia di latte destinato alla trasformazione. Un ragazzo giovanissimo viene fermano da alcuni parenti che dopo averlo salutato calorosamente gli chiedono “Come stai? Allora?”. Con una smorfia si limita a rispondere “sì, oggi lo butto…” e riprende a passo spedito a dirigersi verso i colleghi.
Mentre i ragazzi del vicino istituto agrario si mettono in posa per una fotografia vicino ai bidoni schierati c’è chi si domanda dove siano i sindaci della zona solitamente presenti in massa ad ogni manifestazione. Quasi nessuno è conoscenza del fatto che sono riuniti a San Giovanni Suergiu, nella sede dell’Unione dei Comuni del Sulcis, per ratificare davanti al notaio l’ingresso del comune di Sant’Anna Arresi nella Fondazione del Cammino di Santa Barbara. Del resto gli allevatori non hanno voluto né politici, né candidati (e alcuni sindaci e altri amministratori locali lo sono) tanto meno rappresentanti delle associazioni di categoria. Ad un certo punto si sente chiaramente l’invito rivolto con tono pacato ma fermo ad una signora a togliere una pettorina azzurra poiché non vogliono che la loro protesta venga strumentalizzata da nessuno. Per rispetto nei loro confronti, così dice la signora, leva la pettorina e si mette in disparte.
In realtà qualche amministratore è presente così come i rappresentanti della Coldiretti, ma stanno distanti dal centro della scena. Si sente qualche ragionamento sui problemi vecchi e nuovi del settore e un anziano e distinto signore racconta di come ai “suoi” tempi era già tutto previsto.
Si sono fatte le 11.20 ormai. Il traffico viene completamente bloccato dalle forze dell’ordine e in pochi secondo il cerchio di asfalto diventa bianco. I presenti filmano la scena con gli smartphone. Si sente qualche imprecazione contro gli industriali e poi uno degli allevatori invita all’applauso che è caloroso e dura a lungo.
Sono arrivate le 11.30. L’azione di protesta è conclusa, il disagio causato agli automobilisti è stato limitato e nonostante le migliaia di litri di latte versato la rotonda è percorribile, subito dopo si è provveduto a far defluire il liquido e a gettare un po’ di terra per limitare eventuali pericoli alla circolazione.
Nel frattempo la protesta ha continuato ad espandersi. Nel pomeriggio di sabato un gruppo di pastori si è recato ad Asseminello dove si trovava la squadra del Cagliari in partenza per Milano e ha ottenuto un colloquio con i calciatori e dirigenti. A questo punto chi scrive potrebbe sbagliarsi ma sembra proprio che la protesta abbia ottenuto visibilità sui tg e quotidiani nazionali solo dopo la pubblicazione del video di questo incontro da parte del sito gazzetta.it. Purtroppo appare sempre attuale il ritornello di una canzone vecchia ormai di 15 anni che diceva “…non togliermi il pallone e non ti disturbo più”.
Sono previsti nei prossimi giorni altri blocchi stradali, come quello fatto di lunedì a Tratalias e manifestazioni di sostegno come la chiusura dei negozi per la giornata di mercoledì e l’esposizione di lenzuola bianche alle finestre.
La speranza di tutti noi è che questo movimento, che fino ad ora ha ottenuto la solidarietà della società sarda e sta ottenendo simpatie a livello nazionale, resti compatto e formuli delle buone proposte che siano vantaggiose per tutto il settore. Sarà poi compito della “politica”, a tutti i livelli, fare in modo che vengano poste in essere. In fine è doveroso che il movimento blocchi i pochi scalmanati che con gesti sconsiderati possono gettare ombre su questa iniziativa.