Il Natale con gli ultimi nella Casa di accoglienza “Santo Stefano”

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L’ingresso della Casa di accoglienza “Santo Stefano” di Iglesias. Foto di Efisio Vacca

Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 45 del 24 dicembre 2017


di Federico Matta

Ormai ci siamo e come ogni anno, festeggeremo anche questo Natale come vogliono le nostre tradizioni. C’è chi festeggerà assieme ai familiari, con la cena della vigilia e il banchetto del 25 e chi, invece, preferirà onorare la nascita di Gesù prenotando nei ristoranti, che in una ricorrenza sempre più contrassegnata dal consumismo e dal business, non disdegnano di proporre menù con prelibate pietanze. Ma come ogni anno, anche in questo Natale c’è (per fortuna), chi dedicherà le festività alla solidarietà e al volontariato, facendo in modo che anche i meno fortunati passino un momento di gioia e dimentichino almeno per un giorno, tutte le disavventure che la vita gli ha riservato. Nel territorio le associazioni di volontariato, che si occupano di portare solidarietà alle persone disagiate, sono veramente tante. Da oltre 21 anni a Iglesias, operano due strutture coordinate dalla diocesi del capoluogo minerario e dalla Caritas. Sono la Casa di accoglienza “Santo Stefano” e il Dormitorio pubblico. Entrambe ubicate ai piedi del colle del Buon Cammino, sono operative 365 giorni l’anno. Anche nei giorni di Natale, così come a Capodanno, quindi, rimarranno aperte e ospiteranno chi è senza dimora. “Intanto bisogna fare una distinzione tra la Casa di accoglienza e il Dormitorio – chiarisce don Roberto Sciolla, responsabile delle strutture – La prima è operativa h 24, grazie al solo personale volontario. Si occupa di dare accoglienza per brevi periodi alle persone senza dimora. Il Dormitorio, invece, è operativo dalle 20 sino alle 8 dell’indomani mattina e offre ai senza tetto, sia la cena e sia la prima colazione. In questa seconda struttura, operano invece 3 dipendenti di una cooperativa sociale, consociata con la diocesi e la Caritas. Tutte e due, però, sono sempre operative e non hanno un giorno di chiusura”. In un territorio ormai stremato dalla crisi economica e occupazionale, va rimarcato che le due strutture annesse sono praticamente indispensabili, per garantire un minimo di dignità ai tanti bisognosi. “Negli anni scorsi e in occasione del Natale – conclude don Sciolla – gli ospiti hanno mostrato più serenità. Anche quest’anno cercheremo di far sentire a loro il calore della famiglia. Purtroppo i fondi Plus, che in passato ci hanno permesso un maggiore sostentamento delle attività, sono sempre meno e quindi diventa difficile organizzare qualcosa di particolare, anche se si tratta di un periodo di festa”. La solidarietà, però, sarà sempre garantita.

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