
Dopo i disastrosi incendi dei giorni scorsi, dalle campagne del Sulcis Iglesiente mangimi e foraggio in aiuto delle aziende devastate
di Federico Matta
Sembra non conoscere limiti la solidarietà verso le popolazioni dei paesi del Montiferru, colpite nei giorni scorsi dal vasto incendio, che ha ridotto in cenere migliaia di ettari di bosco e centinaia di aziende agro zootecniche. Da tutta l’Isola e persino dal Continente, continuano ad arrivare nei centri più colpiti di Santu Lussurgiu, Tresnuraghes, Scano di Montiferro e Cuglieri, mangimi e foraggio per le greggi e le mandrie scampate alle fiamme, ma anche altri prodotti per l’agricoltura e la zootecnia, per aiutare subito un territorio a vocazione agricola a risollevarsi da una situazione a dir poco tragica, prima ancora che inizi la conta dei danni. Numerosi anche i conti correnti aperti tra gli istituti bancari, per la raccolta di liquidità da destinare soprattutto agli enti che lavorano giorno e notte, affinché le popolazioni colpite dall’immenso rogo possano tornare presto alla normalità. Numerose le iniziative di solidarietà partite anche dal Sulcis Iglesiente, su impulso di associazioni e soprattutto di gente comune, che ha deciso di aiutare in diversi modi gli operatori agricoli dell’Alto Oristanese. Singolare l’idea di un gruppo di amici di Fluminimaggiore, che percorrendo la Statale 130, tra decine di “tir della solidarietà” carichi di “rota balle” di fieno e sacchi di gran turco (molti provenienti da Villamassargia e da alcuni paesi del Basso Sulcis), ha raggiunto con dei piccoli camioncini Cuglieri, consegnando al sindaco Giovanni Panichi, oltre a un carico di cibo per il bestiame, anche due sacchi di granturco, con due campanacci annodati a ognuno, più due tradizionali bastoni dei pastori in olivastro, le così dette “mazzocche de ollastu”. “Quello che vi abbiamo portato oggi – ha spiegato al primo cittadino di Cuglieri, Gabriel Sanna, cinquantacinquenne di Fluminimaggiore – sono i doni raccolti tra gli abitanti del nostro paese. In particolare i due bastoni dei pastori, in olivastro, sono opera di un anziano, che ha voluto donarli, una a lei e uno al sindaco del vicino paese di Tresnuraghes, come buon auspicio per il risveglio del grande olivastro secolare, purtroppo sfinito dalle fiamme del grande incendio. Così come i campanacci legati ai due sacchi del mangime, che vogliono rappresentare un augurio da parte della nostra comunità, per la ripresa dell’attività agropastorale, fortemente colpita dall’inferno dei giorni scorsi”. Il sindaco di Cuglieri dal canto suo ha voluto ringraziare il gruppo di amici di Fluminimaggiore. “Io non posso che ringraziarvi per questo gesto e non solo, ma per la solidarietà di tutta la Sardegna – ha detto Giovanni Panichi – perché abbiamo dimostrato che i sardi nel momento del bisogno sono veramente un grande popolo unito. Io vi ringrazio tantissimo e spero che quest’omaggio ci porti veramente fortuna. Ne abbiamo bisogno”. Una storia, che effettivamente rappresenta la grande umanità del popolo sardo, verso chi ha perso in pochi secondi il sacrificio di una vita, ottenuto con il duro lavoro nelle campagne del Montiferru e che ha fatto della pastorizia e dell’agricoltura, spesso con grande passione, l’unica fonte di sopravvivenza per la propria famiglia. Ma anche contribuito allo sviluppo e alla crescita di un settore, che è stato trainante non solo per l’economia dell’Oristanese ma dell’intera regione. Soddisfatti dalla grande solidarietà espressa con le diverse iniziative, anche la Coldiretti provinciale di Oristano, che da subito ha istituito un Centro di emergenza, contattabile con il numero 3202894239, oppure attraverso l’indirizzo di posta elettronica oristano@coldiretti.it e che rimarrà ancora operativo anche nelle prossime settimane. “Ringraziamo di cuore tutti coloro che ci sono stati vicini con importanti donazioni – affermano in un comunicato i dirigenti territoriali di Coldiretti, Antonello Inzis (Cuglieri), Giuseppe Cottino (Tresnuraghes), Antonio Obino (Scano di Montiferro) e Giommaria Scano (Santu Lussurgiu) – frutto di una notevole e sorprendente generosità, che di fatto hanno attenuato la prima urgenza: l’emergenza nell’alimentazione degli animali. Purtroppo, ancora da affrontare sarà l’altra urgenza, ovvero, il ripristino dei fabbricati delle aziende danneggiati dalla furia del fuoco e la messa in sicurezza delle aree bruciate”.