
Meditazioni, domande e confronto nel ritiro quaresimale promosso a Iglesias nella Cattedrale di Santa Chiara dall’equipe del Centro Diocesano Vocazioni
di Valeria Carta
foto di Efisio Vacca
Non ha tradito le aspettative il ritiro del 13 e 14 marzo organizzato per diocesi di Iglesias dal Centro Diocesano Vocazioni guidato da don Andrea Zucca. L’incontro è stato fortemente voluto da tutta l’equipe locale, non nuova a questo tipo di eventi, e ha potuto beneficiare della sapiente organizzazione di don Francesco Mannu, stretto collaboratore nonché neo sacerdote della diocesi di Iglesias, che ha curato particolarmente l’evento, ospitato nella cattedrale cittadina di Santa Chiara.
A partire dal tema principale: “Non avete ancora fede?” Tentati nella speranza, le meditazioni hanno assunto un carattere di tappe che hanno condotto i presenti a riflettere su argomenti concreti che toccano la vita di ognuno quotidianamente. A guidare la riflessione don Luigi Maria Epicoco, giovane teologo e predicatore della diocesi de L’Aquila, la cui presenza ha rappresentato una grazia per una comunità, come quella della nostra diocesi, che ha avuto il piacere di accoglierlo.
Fede, speranza, preghiera, vocazione sono solo alcuni dei concetti chiave trattati nella due giorni caratterizzata da una struttura semplice ma efficace, capace di intercettare molti dei bisogni attuali delle persone.
“Che cosa significa per noi credere?” È iniziata con una domanda che interroga nel profondo la prima delle tre meditazioni del ritiro al quale hanno deciso di partecipare in tanti, sacerdoti, operatori della pastorale, famiglie, giovani. Tra loro, volti attenti e sguardi concentrati, attratti non solo dal carisma e dalla spiritualità di questo sacerdote ma desiderosi di mettersi in gioco seriamente. Don Luigi ha proposto una lettura della vita di fede concreta e vicina alla quotidianità di ognuno, scardinando, un po’ alla volta, quell’idea che ci porta a pensare a Dio come a qualcuno che risolve i nostri problemi. Ma questa “non è la via ordinaria attraverso la quale Dio agisce nella nostra vita”, ha proseguito, mettendo in chiaro quale è la potenza della fede: “le persone, quando credono veramente, quando si fidano veramente di Gesù, non vivono più come prima”, ha aggiunto.
“Ripensare il dono della fede, come quel dono che può cambiare radicalmente la nostra vita se la intendiamo nel modo giusto”, in questa sintesi è tutto il cuore della predicazione che, in uno dei suoi passaggi più intensi, ha messo a fuoco come “la fede non è trovare una soluzione ma trovare qualcuno che ti aiuta ad affrontare le cose soprattutto quando tu soluzioni non ne hai”.
Non solo ascolto per i partecipanti ma anche la possibilità di interagire direttamente con il predicatore, facendo domande che non sono rimaste senza risposta. Tra le tante, particolarmente significative, quelle giunte da giovanissime credenti, animate da un lato da desiderio di raggiungere la salvezza, e dall’altro preoccupate di trasmettere ai propri coetanei la gioia della fede.
Entrambe le giornate di ritiro sono state impreziosite dalla celebrazione eucaristica comunitaria, presieduta dal Vescovo, Giovanni Paolo Zedda, e predicata dallo stesso Don Luigi.
Un invito forte e accorato quello che è arrivato dal predicatore a “lasciarci sconvolgere da Gesù” certi che Lui ci dimostra che è il Signore, che ci da il coraggio”. I due giorni di meditazione lasciano un segno profondo nelle coscienze di coloro che hanno partecipato con il desiderio di attingere a quella “rivoluzione che è l’esperienza dell’Amore che passa attraverso la croce”. In questo senso ognuno di noi “può cambiare il mondo, se si lascia cambiare da questo Amore”.