L’oratorio Papa Francesco è una realtà

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Inaugurata nella parrocchia San Pio X a Iglesias, nel rione Serra Perdosa, la struttura realizzata con il contributo decisivo dell’8xmille

di Valeria Carta
foto di Efisio Vacca

Lunedì 22 agosto si è tenuta l’inaugurazione dell’oratorio della parrocchia di San Pio X a Iglesias. L’opera, iniziata nel 2015, aveva trovato compimento poco prima dello scoppio della pandemia, senza tuttavia poter essere inaugurata. “Non mi sembrava giusto riservare l’apertura ufficiale dello stabile alle poche persone che le regole avrebbero permesso di invitare” ha precisato il parroco, don Giorgio Fois, “tutti tenevano a questa importante opera. La comunità era in attesa”. Tratto distintivo dell’opera infatti, sin dalla sua prima ideazione, il contributo costante della collettività: “ho aspettato volutamente due anni per avere un po’ di stabilità per inaugurarlo tutti insieme”.
Quando l’avventura è cominciata non credevano nemmeno loro di poter ricevere i fondi dell’8×1000: “è un iter lungo visto che la CEI sostiene tutte le parrocchie sparse in Italia”. San Pio X sin dalla sua fondazione non aveva mai avuto una propria struttura aggregativa, fatta salva un’esperienza ai tempi di don Salvatore Benizzi. “Non speravamo che già dopo tre anni di lista d’attesa avrebbero accettato la nostra richiesta”. La struttura infatti ha beneficiato dei fondi CEI che per la maggior parte ne hanno consentito la costruzione, ai quali si sono aggiunti anche i fondi offerti dalla diocesi e quelli di una raccolta fondi organizzata dalla parrocchia stessa. Nel dettaglio l’intervento è costato complessivamente quasi 933.000 euro: la Cei ha contribuito con 700mila euro, la diocesi con 200mila e la parrocchia con una raccolta fondi di 32.500 euro.
Anche per questo l’oratorio è stato dedicato a Papa Francesco. Una scelta insolita ma densa di significato per la comunità che ha voluto omaggiare il pontefice sotto il quale è stata resa possibile la costruzione. “Quando siamo andati a Roma dal Papa per far benedire la prima pietra gli abbiamo chiesto di sostenere il progetto; lui sorridendo ci ha chiesto di pregare per lui”. Così è nata l’idea di intitolargli la struttura.
Durante i festeggiamenti per il patrono San Pio X il taglio del nastro è spettato al vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda che ha ufficialmente dato avvio alle attività che si svolgeranno nel nuovo caseggiato. Non solo quelle strettamente legate alle attività pastorali, come la catechesi, ma ci sarà un occhio di riguardo anche per chi vorrà offrire opportunità ricreative a bambini, giovani, adulti e anziani. “Puntiamo a stringere alleanze educative con altri enti”, ha precisato don Giorgio, aggiungendo che ci sono già alcune proposte avanzate come quelle indirizzate a corsi di cucito o iniziative culturali. Gli spazi certo non mancano: “oltre a un grande salone attrezzato con impianto audio e lim, utile per eventuali convegni, ci sono sei sale che consentirebbero più riunioni contemporaneamente”. “Sarà un luogo di progettazione, accoglienza, condivisione che darà i suoi frutti” ha sottolineato don Giorgio che ci tiene a precisare che “quest’opera non è nata per essere una cattedrale nel deserto”.
La dimensione popolare del quartiere sembra riflettersi anche nei suoi apparati religiosi che si presentano come luoghi per tutti d’incontro, apertura e condivisione. Un ambiente accogliete reso tale anche dalle decorazioni parietali di Massimo Piga, artista cittadino che ha prestato la propria arte all’impresa. Come ha ricordato lui stesso: “il tutto è iniziato nel 2015, mentre lavoravo ad alcuni murales nel quartiere di Serra Perdosa. Don Giorgio si era avvicinato e mi aveva ha chiesto se volevo farne anche all’interno dell’oratorio e io ho accettato molto volentieri”. I temi scelti dall’artista ricalcano le numerose tematiche inerenti alla pace, alla fratellanza, alla condivisione e all’accettazione dell’altro, rese speciali dallo stile inconfondibile di Massimo Piga, che lascia così un’impronta indelebile su un’opera che sarà di grande rilievo per tutti coloro che ne potranno usufruire.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 30 dell’11 settembre 2022