Lo splendore ritrovato della Purissima del Collegio

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Foto di Efisio Vacca

Iglesias. Presentato in Cattedrale il restauro del simulacro settecentesco attribuito alla bottega del Lonis

di Giulia Loi

Torna al suo antico splendore il simulacro dell’Immacolata Concezione appartenente alla chiesa ex gesuitica della Purissima di Iglesias. L’opera, in legno intagliato e dipinto e attribuita a Giuseppe Antonio Lonis, uno dei più importanti scultori sardi di opere lignee della seconda metà del Settecento, da tempo versava in uno stato di rovina che ha richiesto un importante intervento di restauro, non solo per la sua importanza devozionale ma anche storica e artistica. Una serie di eventi, dal titolo “Et macula originalis non est in te”, hanno celebrato il ritorno della statua nella diocesi: il 14 dicembre, nella cattedrale di Santa Chiara di Iglesias, si è tenuto un momento di meditazione musicale dedicato alla Purissima a cura di Elena Ledda, Simonetta Soro, Mauro Palmas e Alessandro Foresti. Il 15 dicembre, sempre in cattedrale, un gruppo di esperti ha offerto una lettura del simulacro e del culto da diversi punti di vista. Ha introdotto la serata don Carlo Cani, direttore l’Ufficio Beni Culturali e Edilizia di Culto della Diocesi di Iglesias, che ha sottolineato quanto sia stato “compiuto un vero e proprio miracolo, il risultato è sorprendente”. Don Cani ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita del restauro e della serata, tra cui Silvia Medde e Licia Meloni, rispettivamente direttrici del Museo Diocesano e dell’Archivio Storico Diocesano, e l’associazione ItinerArtis, a ricordare così che questo evento non è altro che l’unione del lavoro dei tre organi che si occupano dei Beni Culturali della Diocesi, ovvero Archivio, Biblioteca e Museo. Nel suo intervento Maria Francesca Porcella, della Soprintendenza alle Belle Arti, ha esposto un excursus sull’iconografia del culto dell’Immacolata concezione tra arte e teologia, spiegando come, dopo diatribe teologiche ed artistiche, si sia arrivati alla rappresentazione finale che si può ammirare nella stessa opera del Lonis: una Vergine di giovane età e senza il Bambino, con le mani giunte, le vesti mosse dal vento e i piedi posati sulla luna o un altro corpo celeste, spesso nell’atto di calpestare il diavolo. Gabriela Usai, la restauratrice, ha illustrato con una serie di fotografie le distinte fasi del restauro dell’opera che, invasa dai parassiti e con evidenti problemi strutturali, ha dovuto subire un lungo lavoro, di ripulitura, stuccatura, ricostruzione di alcune parti e infine la reintegrazione cromatica. Il tutto ha richiesto circa novecento ore di lavoro. Ha concluso infine Fabrizio Tola, storico dell’arte, che ha spiegato come si giunga all’attribuzione di un’opera a un particolare artista, applicando la metodologia all’Immacolata Concezione. L’attribuzione avviene tramite l’osservazione di criteri stilistici e dello studio dei documenti. Ha concluso il vescovo Giovanni Paolo Zedda, che ha invitato tutti, in questo momento di Avvento, a lasciarsi guidare dalla Vergine rappresentata in una statua così bella, e “come cristiani, possiamo rifugiarci in lei per capire come muoverci nelle nostre scelte”.  L’iniziativa si è svolta in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna, l’Università di Cagliari nell’ambito del laboratorio “Officina Ecclesiensis” e la parrocchia Santa Chiara d’Assisi di Iglesias.

A partire da martedì 17 dicembre il simulacro, insieme ai documenti che attestano il suo acquisto da parte dei gesuiti, sarà esposto al museo diocesano, che sarà aperto sino al 20 dicembre dalle 9.30 alle 13.30; dal 21 al 22 e dal 27 al 29 dicembre dalle 16.00 alle 20.00, dal 3 al 5 gennaio dalle 16 alle 20. Dall’8 gennaio il Museo riprenderà l’orario consueto, sarà così aperto ogni mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 13.30, sabato e domenica dalle ore 16.00 alle 20.00. Il simulacro poi tornerà a casa, nella nicchia dell’altare barocco settecentesco della chiesa della Purissima.

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