Nessuna risposta dalla Direzione delle Poste alla lettera di protesta del sindaco Tore Puggioni, crescono le difficoltà evidenziate dagli utenti
di Nicolo Capriata
E due. Per ben due volte Tore Puggioni ha scritto alla Direzione delle Poste, spiegando la situazione di difficoltà che patiscono i suoi concittadini per la disorganizzazione, se non inefficienza, del servizio offerto (si fa per dire) dall’Ente che si sta tramutando in malessere in tutta la popolazione, a causa dei lunghi ritardi con i quali viene recapitata la posta. E per ben due volte non ha ricevuto alcuna risposta. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. È come se Carloforte, un piccolo nugolo di cittadini relegati in un cantuccio della Sardegna non esistesse o non sia da tenere in gran conto. C’è tantissima indignazione, e a tutti i livelli, per come la Direzione delle Poste non faccia assolutamente niente per colmare le gravi discrepanze del servizio che ha dato in appalto. Per la verità i postini che oggi operano nella cittadina isolana, conoscendo lo stato malessere che causa questo stato di cose, hanno aumentato autonomamente, indipendentemente da ogni ordine (che non è mai arrivato) le ore di lavoro, lavorando assiduamente, per far fronte a questa emergenza. Ma anche Stachanov aveva bisogna dei suoi momenti di riposo. E data anche l’esiguità degli impiegati, e la gran mole di lavoro accumulato antecedentemente, il servizio di recapito postale non è migliorato più di tanto. La gente continua a vedersi staccato il telefono essendo debitrice, non per propria volontà, ma per il notevole ritardo con cui arrivano le bollette di pagamento. Cosi come fuori tempo massimo arrivano tutte le altre incombenze. Con tutte le problematiche e difficoltà che scaturiscono, loro malgrado, agli isolani. Ancora una volta il sindaco di Carloforte è sceso in campo. “Se nel giro di pochi giorni, non si vedrà nessun spiraglio prenderemo delle posizioni sostenute e drastiche” ha detto perentoriamente il primo cittadino. Le speranze che succeda qualcosa ci sono, ma non sovrastano i dubbi che tutto ancora possa rimanere come prima se non peggio.