Media e pandemia, dopo il lockdown a Donigala Fenughedu la riunione dei direttori dei periodici diocesani sardi aderenti alla Fisc
A cura della redazione di Libertà (Sassari)
Le sfide imposte dall’era digitale, il rapporto con le diocesi e i lettori, le questioni legate alla diffusione di giornali che, alcuni da più di un secolo, rappresentano dei punti fermi nel variegato panorama dell’informazione nazionale. Temi cruciali al centro del primo incontro regionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), dopo la pandemia, svoltosi venerdì scorso a Donigala Fenughedu (Oristano), nella bella cornice del Centro di spiritualità “Nostra Signora del Rimedio”, ospiti delle Figlie di San Giuseppe di Genoni. Una scelta non casuale, non solo per la posizione baricentrica rispetto alle sedi delle redazioni, ma soprattutto per il fatto che, nella prima riunione in presenza, dopo l’emergenza sanitaria, l’incaricato regionale, Giampaolo Atzei, ha dovuto garantire il rispetto del distanziamento e delle indicazioni prescritte dal decreto emanato dal Governo, poi recepito dalle amministrazioni periferiche.
Incontro molto prolifico per la caratura dei temi trattati e per il taglio conferito ai lavori che hanno visto la partecipazione non solo di una rappresentanza dei direttori di testata, ma anche di amministratori e tecnici e dell’incaricato regionale per le comunicazioni sociali della conferenza episcopale sarda, Michele Spanu, in veste, anche, di redattore capo di Libertà. Nella sala a piano terra della struttura che sorge a una manciata di metri dalla basilica dedicata alla Madonna del Rimedio, c’erano, oltre al delegato FISC Sardegna Giampaolo Atzei (Sulcis Iglesiente Oggi, Iglesias), Roberto Comparetti (Il Portico, Cagliari), Giuseppe Manunta e Simona Runchina (Dialogo, Alghero-Bosa), Tonino Zedda e Donatella Orrù (L’Arborense, Oristano), Claudia Carta e Laura Porcu (L’Ogliastra, Lanusei), Antonio Meloni e Marcello Mura (Libertà, Sassari).
Una seduta interlocutoria, programmata alla fine del lockdown, non soltanto per fare il punto in previsione del consiglio nazionale previsto per la prima settimana di luglio, ma anche, anzi soprattutto, per sapere, dalla viva voce dei protagonisti, come è stata vissuta sul fronte diocesano la fase acuta della più grave emergenza sanitaria del Dopoguerra, quali sono stati i problemi, come sono stati affrontati e quali possono essere le strategie per il futuro. Un futuro che, pur nell’impegno e nella determinazione, più volte dimostrata dai giornali diocesani, presenta qualche ombra legata alle trasformazioni alle quali sta andando incontro tutto il sistema dell’informazione e di fronte alle quali occorre avere un atteggiamento costruttivo e lungimirante. Un dato importante, comune denominatore, è la decisione presa all’indomani dell’avvio del lockdown di non abbandonare il campo. I giornali diocesani sardi, infatti, sono rimasti attivi, magari con qualche correttivo nella programmazione, ma tutti hanno saputo rappresentare, materialmente, l’immagine di una Chiesa presente e militante, che si organizza e non si ferma, che opera in trincea e non nelle retrovie. Coloro che un domani, sfogliando le pagine dei settimanali diocesani sardi, vorranno rendersi conto di come hanno operato Il Portico, Nuovo Cammino, Sulcis Iglesiente Oggi, L’Arborense, L’Ogliastra, L’Ortobene, Voce del Logudoro, Dialogo e Libertà, potranno rilevare non solo l’impegno e la presenza, ma anche la narrazione puntuale dei fatti: le restrizioni, le decisioni dolorose ma necessarie, le reazioni di fedeli e sacerdoti, il ruolo centrale dei vescovi. Questo, grazie soprattutto allo spirito di collaborazione e alla condivisione sistematica di contenuti e immagini che hanno costituito il punto di forza dei giornali diocesani.
Ma c’è un dato che occorre saper leggere nel modo giusto e che, come ha rimarcato lo stesso Giampaolo Atzei, rappresenta una sorta di costante: il ricorso alla tecnologia, ai dispositivi di ultima generazione, l’utilizzo dei social e delle trasmissioni televisive. Ulteriore riprova della capacità di reazione dei giornali diocesani che hanno dimostrato di saper fronteggiare l’emergenza imboccando quella strada che rappresenta il futuro più o meno vicino. Da segnalare, l’iniziativa di Claudia Carta, direttore del mensile L’Ogliastra, che, proprio nei giorni più acuti della pandemia, ha varato il format “Prima Pagina”, una bella rassegna in video, diffusa attraverso i canali social della diocesi di Lanusei, grazie alla quale è possibile avere in anteprima i contenuti dei numeri in distribuzione. Novità che si inserisce nel solco già tracciato da Libertà, con il lancio del web Tg, del contenitore Oghes e della recente presentazione in video del numero in uscita. Sulla stessa linea, Il Portico di Cagliari, diretto da Roberto Comparetti, che, con il supporto di Radio Kalaritana, ha avviato da tempo una formula sinergica tra cartaceo, web e produzione radiofonica. Primi tratti di quello che, da qui a qualche anno, potrebbe essere il nuovo scenario dell’informazione prodotta dalle diocesi. Va detto comunque che durante il lockdown i numeri sono rimasti costanti, le tirature non hanno subito modifiche, la distribuzione, se pure resa più difficile dalla situazione straordinaria, non ha subìto contraccolpi significativi. Insomma, quella che Giampaolo Atzei presenterà ai lavori della seduta nazionale di luglio è una situazione più che positiva che non solo fa ben sperare, ma soprattutto dimostra la capacità di adattamento, il ruolo determinante e assolutamente indispensabile dell’informazione prodotta dai periodici diocesani.