
Si è tenuta a Donigala Fenughedu la riunione tra la Conferenza episcopale sarda e i direttori dei periodici diocesani dell’Isola
di Giampaolo Atzei
Ascolto e confronto, con uno sguardo particolare rivolto allo stato dell’editoria diocesana in Sardegna. Lo scorso 19 gennaio, durante i lavori della Conferenza episcopale sarda riunita nel Centro di Spiritualità di Nostra Signora del Rimedio a Donigala Fenughedu, i vescovi dell’Isola hanno incontrato i direttori dei periodici diocesani sardi, componenti della delegazione regionale della Fisc, l’organismo che riunisce i settimanali cattolici italiani.
In Sardegna vengono regolarmente pubblicati sei settimanali – Il Portico (Cagliari), Sulcis Iglesiente Oggi (Iglesias), L’Arborense (Oristano), L’Ortobene (Nuoro), Voce del Logudoro (Ozieri) e Libertà (Sassari) – due quindicinali – Il Nuovo Cammino (Ales Terralba), Dialogo (Alghero Bosa) – e un mensile, L’Ogliastra (Lanusei). Nove testate che complessivamente ad ogni uscita distribuiscono almeno ventimila copie, per un numero di lettori che può essere almeno quadruplicato, considerato che la maggior parte delle copie sono diffuse in abbonamento e nelle comunità parrocchiali, coinvolgendo così interi nuclei familiari nella lettura di periodici davvero identitari dei territori e dalla lunga storia, ormai centenaria o quasi, come nel caso di Libertà a Sassari e L’Ortobene di Nuoro: “giornali di popolo” e “presidi della democrazia”, per usare le parole del presidente della Repubblica Mattarella pronunciate in occasione del 50° anniversario della fondazione della Fisc.
È stata una vera esperienza sinodale, con i pastori delle diocesi sarde che hanno ascoltato la voce dei media delle loro diocesi, espressa dai loro direttori, in un dialogo che ha visto sottolineare l’importanza dell’unità delle singole espressioni diocesane nella cornice dell’esperienza ecclesiale regionale. Tra i temi affrontati grande rilevanza ha avuto quello della sostenibilità economica e gestionale, di fronte alle sfide che anche l’editoria locale deve affrontare per i costi crescenti della carta, il ricambio generazione e la disaffezione ai media tradizionali, la formazione digitale e l’apertura all’ambiente digitale. Centrale il tema del lavoro, dei contratti che riconoscano la professionalità dei giornalisti impegnati nei media diocesani e l’importanza di una formazione opportuna, pure dallo spessore ecclesiale, alla luce del servizio cui sono chiamati.
Un cammino e un dialogo che procede quello tra la Fisc regionale e la Conferenza episcopale sarda. Da parte di tutti i vescovi è emersa attenzione alla progettualità, unitaria ma rispettosa delle identità locali, con recenti esperienze di grande interesse nel settore televisivo e nel web. Superata da tempo la prospettiva di un unico giornale della Chiesa sarda, il presidente della CES Mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei, nella sua sintesi conclusiva ha sottolineato come la pluralità delle voci nell’Isola racchiuda una sintonia di fondo che è la forza della comunicazione ecclesiale in Sardegna, voci distinte ma non divise, anzi unite da una linea comune che si esprime nella collaborazione e nella risposta alle sfide che tutti i direttori, in larga misura laici e tra essi anche due donne, hanno evidenziato con franchezza ai propri vescovi.