Arte, comunità e impegno civile: un’importante presenza per il territorio
di Giulia Loi
Il “Teatro sociale” è una particolare forma di rappresentazione teatrale che agisce in maniera attiva comunicando con il suo pubblico, spesso associata a un lavoro in contesti di disagio, quali gli ospedali e le carceri. Tuttavia non è sempre così: è un tipo di arte che vuole avere una valenza sociale e comunitaria anche in altri contesti. È questo quello che da ormai quasi dieci anni fa la compagnia teatrale “La Cernita”, attiva nel nostro territorio partendo dalla sua sede di Bacu Abis. È ormai una realtà consolidata e radicata, collabora con le scuole, i comuni e le cooperative sociali, perché ha come finalità quella di proporre l’arte e il teatro come impegno civile. Al momento sono attive due rassegne, che si concluderanno a giugno. Una è “Gita a Teatro”, progetto che coinvolge le scuole dell’infanzia e del primo ciclo, arrivata alla sua IV edizione, e “Bacu Abis Teatro”, la stagione teatrale per bambini – e non solo – che si concluderanno entrambe a giugno. Esperienze didattiche, laboratori extra scolastici, creatività e socializzazione sono solo alcuni degli elementi che compongono queste esperienze teatrali. Una forma di intrattenimento culturale così, prima del 2009, non esisteva, perché sempre finalizzata alla rappresentazione fine a se stessa. Questa stagione è stata finanziata dalla Fondazione di Sardegna, insieme a diversi altri partner, tra cui il CEDAC, che hanno creduto nell’importanza del fornire un servizio culturale a tutto il territorio.
Ne abbiamo parlato con Monica Porcedda, il direttore artistico.
Quando è nata la compagnia?
La compagnia è nata il 21 maggio 2009, con l’obiettivo di proporre un teatro sociale, ispirato a quello nato negli anni ’70 soprattutto a Torino, con diverse esperienze. Torino ha conosciuto un modello di sviluppo industriale notevole, e molti artisti nel momento di crisi hanno iniziato a far rivivere l’arte. Il teatro di Bacu Abis è una struttura costruita tra il 1939 e il 1941, è un teatro storico che prima era un cinema e oggi è diventato uno spazio per esperienze di prosa e di teatro, ma come struttura moderna si presta allo sviluppo di tutte le arti sceniche contemporanee, ed è la nostra sede artistica.
Quali sono le attività che promuovete?
Sono tantissime, dal progetto “Cantieri creativi” per adolescenti, che è una scuola di teatro per ragazzi, ai laboratori destinati agli adulti. All’interno della cornice degli spettacoli – solo da gennaio a giugno ne stiamo proponendo una quarantina – non solo abbiamo quasi una rappresentazione teatrale al giorno, ma inseriamo anche mostre di artisti e fotografi, che trovano presso il Teatro di Bacu Abis la loro sede. Ultimamente abbiamo avuto anche la “Domenica con le famiglie”, un momento comunitario in cui i bambini partecipano con le loro famiglie, compreso di attività creative e merenda. Non possono mancare poi le attività con le scuole.
Qual è stata la risposta del pubblico e della comunità?
La risposta del pubblico è molto alta. Le persone vengono da Portoscuso, da Gonnesa, da Sant’Anna Arresi, San Giovanni Suergiu e Carbonia. Anche da Villacidro e da comuni limitrofi hanno scelto Bacu Abis invece di Cagliari; per la prima volta abbiamo un pubblico proveniente dal Medio Campidano. Inoltre c’è una collaborazione con il CEDAC per dedicare il teatro anche ai ragazzi. La Cernita non vuole creare doppioni ma dare una novità alle giovani generazioni, dando un supporto alle scuole ma anche ai bambini e ai ragazzi. La periferia può diventare un luogo di cultura e di produzione che si estende verso l’esterno.
Quali sono i progetti futuri?
Noi ci auguriamo che continui la collaborazione con l’Amministrazione per far crescere la realtà di questo teatro nel territorio, perché abbiamo unito tanti progetti in una sola stagione. L’obiettivo comunque è di lavorare tutto l’anno e creare novità senza fermarsi, lavorando ogni giorno per rendere protagoniste le persone. Non il “protagonismo” negativo, ma quello positivo che permetta di raccontare il territorio e mostrare ciò di cui il territorio ha bisogno.
Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 15 del 21 aprile 2019