di Giulia Loi
Dopo “Quasi un figlio” del 2013, Stefano Ardau, scrittore Iglesiente, torna a pubblicare con il libro “Storie minime – Raccolti, volti ed esistenze di passaggio”. Il libro è stato presentato il 21 febbraio nella sala conferenze della biblioteca comunale di Iglesias, e verrà presentato nei prossimi giorni anche a Carbonia e a Gonnesa. Più che una presentazione si è trattato di una “chiacchierata” come definita dallo stesso autore, che dialogando con Clara Congia ha spiegato al pubblico presente le origini e l’idea di base del romanzo. Come dice il titolo stesso, il libro è dedicato alle “esistenze di passaggio”, ai ritratti di persone, molte delle quali sono già scomparse ma hanno lasciato un segno indelebile, soprattutto nella vita dell’autore. È nato tutto per caso, da un post su facebook in cui Ardau ha descritto una persona. Da quel momento sono nate altre istantanee per iscritto, per condividerle con gli altri. “Capita di dimenticare delle persone molto importanti, presi dalla vita di tutti i giorni, invece io volevo riportarle alla memoria con un contributo personale”, ha spiegato durante la serata. Le persone del libro sono state tutte conosciute dall’autore, in maniera più o meno superficiale, ma l’obbiettivo era di descrivere di ognuna ciò che emergeva più chiaramente a un primo sguardo ma anche ciò che poteva essere capito solo da un’osservazione più approfondita, grazie a una attenzione in più che andasse oltre l’apparenza, creando così un filo conduttore tra tutti i ritratti. Filo conduttore del libro è anche il ricordo di Cristina, una donna della vita dello scrittore venuta a mancare troppo giovane, a cui il libro è dedicato e a cui in un certo senso si rivolgono le parole del libro, quasi le descrizioni fossero raccontate proprio a lei.
Le vite dei personaggi sono raccontate senza che tutto sia svelato ma facendo sì che molte caratteristiche siano intuibili. Un libro nato da una tendenza che l’autore ha, fin da bambino, ad immaginare il passato e la vita delle persone, anche quelle appena conosciute. Atteggiamento riversatosi poi in età adulta nel modo di scrivere. Tutte le storie sono ambientate negli anni Novanta, un decennio in cui la vita era ancora molto vicina ai decenni precedenti, “più vicino alle tematiche personali, ancora ci si incontrava in piazza e i telefoni servivano solo a telefonare, prima del progresso tecnologico” ha spiegato ancora l’autore. Un resoconto di personaggi incontrati durante un’intera vita, dall’infanzia all’età adulta, che racchiudono in sé un microcosmo da raccontare.