Don Vittorio: due parrocchie, una sola comunità

2.2K visualizzazioni
4 minuti di lettura

Intervista a don Vittorio Scibilia, dallo scorso ottobre parroco a Domusnovas, nelle due comunità della Vergine Assunta e di Sant’Ignazio

di Valeria Carta

Sono passati quattro mesi dall’ingresso ufficiale di don Vittorio Scibilia come pastore della comunità di Domusnovas. Il paese della valle del Cixerri, con le sue due parrocchie, quella della Vergine Assunta e di Sant’Ignazio da Laconi, ha accolto il nuovo parroco agli inizi di ottobre. Oggi, nelle sue parole, un breve bilancio del nuovo cammino appena intrapreso.

Don Vittorio, dove nasce questo suo donarsi nel sacerdozio?

La mia vocazione risale al 1994. Avevo 14 anni quando ho iniziato il mio percorso presso una comunità religiosa cosciuta grazie al fratello di mia madre, anche lui sacerdote. Nel 2007 sono tornato in Sardegna e ho ripreso il cammino vocazionale nel seminario di Iglesias. Al termine del periodo di formazione, nel 2009, il 4 ottobre, sono stato ordinato diacono a Calasetta.

Questo 4 ottobre ritorna, o mi sbaglio?

Ebbene si, ritorna, perché è la stessa data nella quale ho fatto il mio ingresso come nuovo parroco a Domusnovas. Le altre tappe significative sono state il 12 giugno 2012, quando fui ordinato presbitero a San Ponziano. In seguito fui nominato amministratore parrocchiale a Teulada per 6 mesi, fino alla nomina del 9 marzo 2014 come parroco di Fluminimaggiore, un incarico durato sei anni e mezzo.

Oggi il Vescovo le ha dato l’onere e l’onore di condurre un intero paese. Come ha vissuto questa scelta?

All’inizio l’ho appreso con timore ovviamente, perché conoscevo la mole di lavoro che mi aspettava e ora lo confermo (ride). La parrocchiale, ricca di gruppi e associazioni, da un bel da fare! Non è da meno la comunità di sant’Ignazio. La mia giornata inizia alle 6 del mattino e si conclude la sera tardi. Posso dire sinceramente che il lavoro è parecchio ma sono contentissimo. Sto cercando di dare il giusto tempo ad entrambe le comunità, a seconda delle esigenze, perché, come dico sempre: le parrocchie sono due ma la comunità per me è una sola!

Cosa ha trovato al suo arrivo in paese?

È una comunità viva ed estremamente disponibile. Qualcuno mi dice: peccato che sei arrivato in questo tempo di pandemia. Ma anzi io dico: meno male che sono arrivato adesso! Questo momento mi ha dato la possibilità di sistemare le cose, di ambientarmi, anche se a dire la verità è stato tutto molto immediato.

Come è stato accolto da coloro che le sono stati affidati?

Come dicevo, da subito ho visto tanta disponibilità da parte dei collaboratori e anche della gente. Stiamo cercando di ripartire con tutte le istanze del caso ma le persone rispondono e partecipano. Dopo quattro mesi, le chiese sono abbastanza frequentate e iniziano ad arrivare anche giovani e bambini.

Avete ripreso anche con le attività di catechismo?

Ho organizzato un incontro “esplorativo” con i genitori. Un gruppo ha già fatto la prima comunione, per esempio, quando la situazione era migliore di oggi, ma al momento siamo fermi.  Durante questo tempo li ho invitati a venire a messa, ho cercato di incentivare la presenza. È necessaria una ripartenza anche se “a piccoli passi”.

È convinto di questo?

Come tutte le altre attività, anche la fede non deve essere sottovalutata. In un tempo in cui ci vengono proposti tanti valori, anche la fede deve trovare il suo posto, deve essere messa alla pari delle altre proposte. Io la metterei prima di tutte ma forse chiedo troppo. In questo momento credo debba emergere l’aspetto spirituale che fa parte di noi. Soprattutto se ci diciamo cristiani e battezzati altrimenti “siamo dei bugiardi” come dice San Giovanni.

Quali sono i principali progetti che porterà avanti?

Sto incontrando i gruppi, e con ognuno di loro sto cercando puntualmente di fare formazione sulla base della loro specifica spiritualità. A livello parrocchiale inizierò un ciclo di incontri a tema biblico a partire dalle icone che rappresentano i misteri principali della fede. Essendo tante le persone ho preventivato almeno due incontri sullo stesso tema. Se necessario ne faremo anche altri.

Sono previsti appuntamenti online?

Ci ho pensato, ma poi ho scelto di proseguire sulla linea tracciata da quando hanno riaperto i luoghi di culto. È fondamentale secondo me incontrarsi. I mezzi online sono stati e sono tutt’ora utili ma bisogna fare uno sforzo in più. Dobbiamo trovare i modi per incontrarci che ci aiutino a vincere la paura.

La comunità di Domusnovas è particolarmente legata a una serie di tradizioni secolari, come i riti pasquali. Come si fa ad entrare a far parte di una comunità così attaccata alla propria memoria?

Quest’anno immagino che non sarà possibile viverla come erano abituati. Si faranno le cose che si possono fare. Per adesso sarà una sorpresa anche per me ma sono del parere che le cose belle che fanno parte di una comunità bisogna curarle, custodirle e portarle avanti. Sono elementi che servono per legare il paese e rendere presente la comunità che si indentifica in queste feste.

Domusnovas ricorre spesso in relazione a ben note questioni sociali e lavorative. Ha già avuto modo di misurarsi con la difficile realtà della RWM?

Ho avuto un unico incontro con i dipendenti e responsabili in occasione della messa del 3 dicembre per Santa Barbara. Io credo che sia mio compito stare vicino a tutte le famiglie come pastore. Con la fame di lavoro che c’è in tutta Italia e in Sardegna non si possono fare prediche a nessuno. Se poi ci sarà una riconversione tanto meglio.

Programmi a breve termine?

Subito dopo Pasqua partiranno i lavori di restauro della chiesa della Vergine Assunta. Utilizzeremo la struttura di sant’Ignazio almeno per un periodo, per velocizzare i lavori. Avremo modo di intervenire anche nella chiesa di Santa Barbara e sul campanile di Sant’Ignazio. Tutto a piccoli passi.

Facciamo un bilancio del suo primo quadrimestre?

Sono molto contento. La comunità sta rispondendo in maniera molto positiva. I cambiamenti, si sa, comportano sempre qualche “terremoto” ma stiamo reagendo. Soprattutto sono contento dell’accoglienza e della disponibilità che mi stanno dimostrando.

%d