
Economia. Nell’elenco di beni e servizi per la misura dei prezzi escono cd e lampadine, entra la web TV
di Annalisa Atzei
Cambiano le mode, cambiano gli stili e di vita e di conseguenza cambiano anche i consumi degli italiani. A monitorare i gusti e a valutare quanto questi cambiamenti incidano sulla vita economica del Paese ci pensa l’Istat, che ogni anno rivede l’elenco dei prodotti e aggiorna il paniere di riferimento dei prezzi al consumo. Lo scorso 4 febbraio l’Istituto Nazionale di Statistica ha presentato il paniere 2019, un elenco di beni e servizi che rappresenta quelli prevalentemente acquistati dal complesso delle famiglie italiane tenendo conto dei cambiamenti emersi nelle abitudini di spesa, dell’evoluzione delle norme e della gamma dei prodotti che rappresentano ormai dei consumi consolidati. Così per il 2019 per quanto riguarda l’ingresso di prodotti che hanno acquisito maggiore rilevanza nel bilancio familiare, tra i beni alimentari arrivano i frutti di bosco e lo zenzero; nei trasporti la bicicletta elettrica e lo scooter sharing (lo scooter elettrico a noleggio); entrano poi nel nuovo paniere la cuffia con microfono (tra gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici), l’hoverboard tra gli articoli sportivi (una tavola con le ruote simile a uno skateboard ma elettrico) e la web TV (nell’ambito degli abbonamenti alla pay tv). Tra i prodotti che rappresentano consumi consolidati entrano nel paniere il tavolo, la sedia e il mobile da esterno (tra i mobili da giardino), i pannoloni e la traversa salvaletto (tra i prodotti medicali) e i prezzi dell’energia elettrica del mercato libero. Escono dal paniere il supporto digitale da registrare (ad esempio i cd e dvd) e la lampadina a risparmio energetico, sostituita dalla più moderna lampadina a led già presente nel paniere. Tutti contribuiscono alla stima dell’inflazione attraverso una rilevazione che cerca di coprire tutto il territorio nazionale. Come indicato dall’Istat nel rapporto di presentazione del paniere, le revisioni apportate sono di diversa natura in modo da poter cogliere l’evoluzione dei comportamenti di spesa dei consumatori, ma bisogna tenere presente che oggi il paniere dei prezzi al consumo ha raggiunto un tale livello di dettaglio e completezza da rendere ormai abbastanza contenuto il numero di prodotti che ogni anno entrano ed escono dalla rilevazione, nonostante negli anni abbia subito profonde modificazioni, dettate proprio dalla necessità di adeguarsi ai cambiamenti. Quando fu introdotto per la prima volta, nel 1928, il paniere comprendeva 20 prodotti, per lo più alimentari, alla fine degli anni ’30 i beni del paniere arrivano a 64, tra cui l’olio di ricino, i pennini e svariati tipi di tessuti per la confezione di biancheria e abiti da uomo e donna. Col dopoguerra e gli anni del boom economico, sono ben 270 i prodotti: fanno il loro ingresso gli abiti confezionati, le calze in nylon da donna e l’aspirapolvere; tante le novità anche tra gli alimentari con l’introduzione per esempio dei formaggi e dei salumi. Si affaccia in quegli anni anche il fenomeno della televisione e nel 1956 arriva il canone della Radiotelevisione italiana. Tra il ’67 e il ’70 entrano a far parte del paniere la penna a sfera e il rullino, ma negli anni ’70 saranno gli acquisti delle automobili e della mitica vespa a cambiare le abitudini degli italiani, insieme alla grande novità dei surgelati. Sul finire degli anni ’70 arriva il gettone, che rimarrà al suo posto nel paniere sino al 1990, mentre tra il ’96 e il ’98 è la volta della telefonia mobile. Il 1986 e l’anno del computer, un prodotto che da allora non è mai uscito dal paniere. Gli anni ’90 sono quelli del walkman, sostituito poi dai compact disk, e dell’aumento dei laureati che porta l’università a conquistarsi il suo posto in elenco. Nel 1998 l’Istat cambia metodologia e se sino ad allora in 70 anni i panieri erano stati solo 9, dal 1999 le modifiche vengono apportate annualmente: arriva così l’era di internet e il paniere assume il profilo che ben conosciamo tipico di un mondo digitalizzato, fatto di fast food, smartphone, sigarette elettroniche, un elenco infinito di alimenti e addirittura di tatuaggi.