Nuovo rapporto Oxfam, nei primi 9 mesi della pandemia il patrimonio dei 36 miliardari italiani è cresciuto di 45 miliardi
di Annalisa Atzei

Il virus della disuguaglianza. È questo il nome con cui l’Oxfam ha ribattezzato gli effetti che il Covid 19, dalla sua comparsa sino a oggi, ha riversato nelle vite delle famiglie di tutto il mondo, non solo per le pesanti conseguenze che il diffondersi del virus ha generato sui sistemi sanitari, ma anche e soprattutto per le ripercussioni che la crisi pandemica ha scatenato dal punto di vista sociale ed economico. Gli indicatori di Oxfam, organizzazione impegnata da sempre nella lotta alle disuguaglianze, in occasione dell’apertura dei lavori del World economic forum di Davos, che quest’anno si terrà in forma virtuale, hanno ancora una volta puntato i riflettori sulle disuguaglianze in termini di divario tra ricchi e poveri che caratterizzano la distribuzione della ricchezza mondiale e nazionale. Una crisi, dunque, che si associa al Covid, e che dalla stessa pandemia viene alimentata, generando però a sua volta una forma diversa e per certi versi anche più pericolosa di emergenza: la pandemia della disuguaglianza. L’Oxfam rileva come dalla comparsa del Covid-19, ormai circa due anni, i dieci uomini più ricchi del mondo sono riusciti a più che raddoppiare i loro patrimoni, passando da 700 a 1.500 miliardi di dollari, guadagnando 1,3 miliardi di dollari al giorno; 15 mila dollari al secondo, poco più di 13 mila euro al cambio odierno. Ma mentre i paperoni aumentano in numero e patrimonio, si stima che nello stesso periodo 163 milioni di persone siano cadute in povertà sempre a causa della pandemia. Un vero e proprio paradosso, se si pensa che anche le stesse nuove condizioni di vita di milioni di persone, generate dal tentativo di arginare la diffusione del virus, ha favorito la crescita esponenziale del fatturato di molti imprenditori, che hanno così trasformato la sventura pandemica in una fonte d’oro di guadagno. È il caso di Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, la più grande società di commercio elettronico al mondo, che nei primi 21 mesi della pandemia ha registrato un incremento dei ricavi tale per cui il cui solo surplus patrimoniale (+ 81,5 miliardi di dollari) equivarrebbe al costo completo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale. Purtroppo, al di là delle azioni filantropiche di alcuni benefattori, il divario permane: la ricchezza si concentra sempre più nelle tasche di pochi e buona parte della popolazione mondiale ancora fatica a ricevere la sua prima dose di vaccino. Il quadro generale disegnato da Oxfam sulle disuguaglianze economiche ritrae in questo momento i 10 super ricchi che detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone. E se anche “questi super ricchi vedessero ridotto del 99,993% il valore delle proprie fortune, resterebbero comunque membri titolati del top-1% globale”. È quanto emerge da “La pandemia della disuguaglianza”, il nuovo rapporto pubblicato dalla Ong. Dall’inizio dell’emergenza Covid-19 ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021.
“È il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare così tante vite”, afferma Oxfam: ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Le donne hanno subito gli impatti economici più duri della pandemia e hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, un ammontare superiore al Pil combinato di 98 Paesi, e stanno affrontando un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, che ancora oggi ricade prevalentemente su di loro. Nei Paesi di tutto il mondo le politiche economiche insieme alla cultura politica e sociale stanno sostenendo la crescita della ricchezza e del potere di pochi a scapito di una maggioranza dell’umanità che abita il pianeta. Non è la pandemia a produrre disuguaglianza, ma il sistema economico e il modo con cui le nostre economie e società lavorano in funzione anche di grandi shock come questo che stiamo vivendo.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Oxfam conferma che anche nel nostro Paese la pandemia si è abbattuta su una situazione già profondamente compromessa, segnata da una preesistente condizione di disuguaglianza. Le stime pre-crisi, che si arrestano per il momento alla fine del primo semestre del 2019, fotografano ampi squilibri nella distribuzione della ricchezza netta nazionale, con picchi già a partire dall’inizio del nuovo millennio. Alla fine del mese di giugno 2019 la distribuzione della ricchezza nazionale netta vedeva il 20% più ricco degli italiani detenere quasi il 70% della ricchezza nazionale. Stringendo ancora di più, si calcolava che la ricchezza del 5% più ricco degli italiani (titolare del 41% della ricchezza nazionale netta) era superiore a tutta la ricchezza detenuta dall’80% più povero dei nostri connazionali. Oggi gli effetti della pandemia sulla distribuzione della ricchezza e dei redditi in Italia sono ancora poco esplorati, tuttavia alcuni dati già fanno registrare un aumento nei primi 9 mesi della pandemia di 45,7 miliardi di euro del valore patrimoniale dei 36 miliardari italiani più facoltosi. Di sicuro, un elemento noto dell’analisi è l’impoverimento finanziario con cui molte famiglie hanno dovuto fare i conti negli ultimi 24 mesi, fenomeno che ha generato a sua volta l’aumento dei nuovi poveri, spesso anche lavoratori, i quali per far fronte all’impatto che la pandemia ha avuto anche sul mondo del lavoro si sono trovati nella condizione di dover attingere a tutte le risorse economiche a propria disposizione per far fronte alla caduta di reddito e mantenere uno standard di vita adeguato.
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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 2 del 23 gennaio 2022