Iglesias. L’arrivo dall’India di Suor Maria Pushpa, un’altra sorella povera di San Tommaso per la comunità del santuario mariano di piazza Manzoni
di Valeria Carta
Martedì 31 dicembre, Gesù Bambino, non pago dei grandi doni che ci ha fatto, ci fa e ci farà, ha voluto chiudere l’anno solare con un ulteriore grande regalo. Al Santuario della Madonna delle Grazie è arrivata una nuova sorella povera di San Tommaso, Suor Maria Pushpa. Il suo nome, per metà così familiare, in italiano significa “fiore”, come a ricordarci che Dio ha voluto cogliere dal grande giardino del Tamil Nadu un altro bocciolo per aggiungerlo al bouquet che già arricchisce il santuario mariano di Iglesias.
Suor Maria ha pronunciato i suoi voti solenni il 29 aprile dell’anno appena trascorso ma non ha esitato a rispondere il suo “eccomi”, quando la Madre Generale ha proposto alle sue religiose la missione italiana. Alle spalle una vita di fede precocissima, iniziata durante gli anni trascorsi presso le strutture scolastiche delle suore di San Tommaso in India che accolgono, oltre ai bambini orfani, anche quelli che, pur avendo una propria famiglia, desiderano seguire un percorso di istruzione. Vivendo a contatto con quelle che sarebbero diventate le sue consorelle, Suor Maria si è innamorata del loro modo di prendersi cura delle persone indifese e di coloro che soffrono di più. Le suore con le quali è cresciuta sono diventate il suo modello, per questo a 17 anni ha deciso di entrare in convento. Nel suo lungo cammino di formazione spirituale suor Maria ha messo a disposizione di anziani e bambini le sue competenze di infermiera comprendendo sempre più che quella prima ispirazione che aveva avuto poteva essere la sua occasione di vita.
E ora che Dio l’ha chiamata dall’altra parte del mondo, accantonati gli iniziali inconvenienti d’adattamento, si appresta ad affrontare questo “nuovo mondo” con entusiasmo e forza di volontà. A sostenerla e indirizzarla le sue consorelle che hanno accolto con grande gioia il suo arrivo. Suor Maria ha lasciato in India tutti gli affetti più cari, la sua famiglia d’origine, i genitori e le sorelle, ma la tristezza iniziale ha presto lasciato spazio alla certezza di essere circondata da tanto amore, quello stesso che la porta a dire “ho lasciato tutto ma qui ho ritrovato tutto”. Suor Maria è rimasta piacevolmente colpita dall’affetto dimostratole dalle consorelle, dai fedeli del santuario e dai frati poiché, pur non capendo ancora molto bene la lingua, ha compreso che tutte queste persone si stanno prendendo cura di lei.
L’avventura italiana di Suor Maria porta con sé propositi e speranze per il nuovo anno che lei stessa si augura di vivere in totale dedizione al santuario come già ha visto fare alle sue consorelle. Qui è certa di trovare nuovi stimoli per la sua vita spirituale indotti soprattutto dalla grande fede che si respira nella piccola chiesa mariana e che lei stessa non ha potuto fare a meno di notare da subito. Ad aggiungere grazia su grazia anche la gioia di essere “dove c’è Papa Francesco”.
Come le sorelle che l’hanno preceduta, Suor Maria si mette a disposizione della nuova comunità nella quale è stata chiamata.