Il Governo vara nuove misure restrittive sino al prossimo 3 aprile con la chiusura delle attività produttive non classificate indispensabili
di Annalisa Atzei
Una sfida che tutta l’Italia è chiamata ad accogliere senza lasciarsi andare allo sconforto. Con queste parole il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo le 23 di domenica notte, ha introdotto le nuove restrizioni che vanno ad aggiungersi a quelle già definite dai precedenti decreti: misure severe ma necessarie in un momento cruciale per la diffusione del coronavirus e indispensabili per tutelare la salute di tutti i cittadini. Il premier ha rivolto un pensiero anche ai tanti italiani deceduti a causa del covid-19, “non semplici numeri – ha detto – perché quelle che piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari”. La decisione assunta dal Governo è stata dunque quella di chiudere sull’intero territorio nazionale ogni attività produttiva non strettamente indispensabile per garantire beni e servizi essenziali ai cittadini. Un lavoro complesso che ha richiesto diversi giorni, portato avanti con i sindacati e le associazioni di categoria, affinché il nuovo decreto potesse riportare la lista dettagliata delle attività e dei servizi di pubblica utilità che non possono essere assolutamente sospesi; le imprese interessate hanno avuto tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni e quindi bloccare le produzioni, entrate in vigore lunedì 23, sino a mercoledì 25. Da quel momento e sino al 3 aprile, le attività sospese con il provvedimento potranno comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile. Un elenco di circa un centinaio di voci specifica quali sono le attività che potranno continuare a produrre dopo questa nuova stretta: rimangono aperti tutti i supermercati e i negozi di generi alimentari e di prima necessità, aperte anche farmacie e parafarmacie, di conseguenza non chiude l’intera filiera alimentare per bevande e cibo e quella dei dispositivi medico-sanitari e della farmaceutica; assicurati i servizi bancari e finanziari, postali e assicurativi. Poste Italiane, intanto, ha reso noto che dal mese di aprile e per i prossimi tre mesi, la consegna delle pensioni allo sportello verrà anticipata per evitare lunghe code e assembramenti presso gli uffici.
Continueranno a lavorare anche i dipendenti dei call center e i corrieri. Tra i settori costretti al blocco tutte le attività legate alla filiera dell’acciaio e della metallurgia; fermo anche il settore dell’edilizia, ma non per quanto riguarda le infrastrutture (per esempio il cantiere del Ponte Morandi). Confermate tutte le precedenti limitazioni ai negozi non alimentari, cinema e palestre. Possono restare aperti gli studi dei professionisti come commercialisti, avvocati e ingegneri; nessun fermo anche per la filiera della stampa, che va dal commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali fino ai servizi di informazione e comunicazione. Aperte edicole e tabaccai, ma stop a Lotto e scommesse. Chiusa l’industria del tabacco, le fabbriche che producono autovetture, computer e mobili; ferme le attività immobiliari e le agenzie di viaggio. L’industria tessile sospende la produzione di articoli di abbigliamento, ma non la confezione di camici, divise ed altri indumenti di lavoro. Nessuno stop previsto neanche per ciò che riguarda la fornitura di energia elettrica e gas, la raccolta, trattamento e fornitura d’acqua, la gestione delle reti fognarie e l’attività, raccolta e smaltimento dei rifiuti.