Le “orationes super populum” nel tempo quaresimale

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“Preghiere di benedizione sul popolo”, “novità” della III edizione tipica del Messale Romano di Paolo VI ed opportunità di catechesi

di Carlo Cani

Una delle “novità” della III edizione tipica del Messale Romano di Paolo VI, sono le “orationes super populum”, le “preghiere di benedizione sul popolo”, che fin da tempi antichissimi concludevano le celebrazioni eucaristiche del tempo di Quaresima nel rito Romano. Si tratta di una bella “novità”, ripresa dalle edizioni antiche del Messale, molto più antiche del Messale Tridentino in cui – comunque – queste orazioni non mancano! Sappiamo che al tempo di Papa Gregorio Magno (+ 604) le preghiere “super populum” erano già ristrette al tempo di Quaresima ed erano estremamente importanti per quanti NON RICEVEVANO la comunione, cioè per coloro che – temporaneamente in Quaresima oppure per un più lungo periodo di vari anni – appartenevano all’ordo poenitentium, quelle persone che pubblicamente facevano penitenza dopo aver ricevuto le ceneri.
L’inserimento delle Orationes super populum per il tempo di Quaresima nella III edizione tipica del Messale Romano recupera pertanto un elemento significativo della tradizione liturgica romana, ricollocandolo nel tempo liturgico nel quale si era conservato fino al Vaticano II. È una novità importante che permette da una parte di dare una particolare sottolineatura al tempo quaresimale, dall’altra di mantenere un elemento proprio della liturgia romana nella sua collocazione originaria. Sono testi che possono accompagnare in modo significativo il cammino della Chiesa in un tempo così importante e intenso come la Quaresima. Lo scopo dell’orazione è quello di implorare la benedizione divina sull’assemblea. Chi presiede invoca da Dio protezione e aiuto per coloro che hanno partecipato alla celebrazione liturgica e che stanno percorrendo l’itinerario spirituale della Quaresima. Come preghiera finale, essa si proietta al di là della concreta celebrazione, raggiungendo il vissuto concreto del cristiano, il corso quotidiano della sua vita, le concrete necessità sulle quali è necessaria la benedizione e il soccorso di Dio. Si estende a tutta la gamma di beni di ordine sia temporale sia spirituale, necessari per condurre una vita autenticamente cristiana: purificazione dell’anima, remissione delle colpe, rinuncia al peccato, esercizio delle buone opere, pratica delle virtù, progresso nella vita spirituale, perseveranza finale. Infine, l’orazione sul popolo, mentre attesta frequentemente le disposizioni interiori e le attitudini esteriori di coloro che ricevono la benedizione di Dio, chiede l’intervento divino sul popolo che si prepara alle feste pasquali e che la sua efficacia raggiunga il vissuto quotidiano del credente.
I temi che vengono trattati nelle Orationes super populum sono significativi e potrebbero costituire un prezioso materiale per la comprensione del cammino quaresimale, anche dal punto di vista pastorale. Il primo tema che certamente queste orazioni mettono in evidenza è quello della benedizione. Invocare la benedizione di Dio significa confessare che ogni bene si attende da lui e che si riconosce in lui la fonte della nostra vita. Nel tempo quaresimale questa confessione di fede ha una importanza del tutto particolare in quanto afferma che i fedeli, che hanno celebrato l’eucaristia, riconoscono che la fonte che può rendere fecondo il loro cammino verso la Pasqua è unicamente il Signore e la sua Parola, non la propria «osservanza» delle pratiche quaresimali, che pure mantengono un loro fondamentale valore. Un secondo tema tipicamente quaresimale è la penitenza/conversione. Lo spirito di penitenza, cioè di conversione, è riconosciuto non come una conquista del credente, ma come un dono che Dio elargisce in forza della sua grandezza e della sua bontà. Un tema collegato alla penitenza, ma che merita di essere trattato a sé è il perdono. Il perdono del peccato è visto come un’azione risanante di Dio. Anche il tema della preghiera ritorna spesso nelle Orationes super populum. Si chiede a Dio che sia lui ad ispirare la preghiera dei fedeli (cfr. MR 80). Si domanda inoltre la perseveranza nella preghiera (lunedì della seconda settimana) e desideri giusti che possano essere esauditi (sabato della terza settimana). La disposizione nella preghiera che si invoca è la fiducia, come condizione per poter accogliere i doni invocati. Un altro tema presente è la carità. Alla perseveranza nella preghiera corrisponde la sincerità nella carità, come per affermare il legame indissolubile tra l’amore verso Dio e l’amore per il prossimo. Le orazioni sul popolo costituiscono una buona opportunità di catechesi per il popolo di Dio, specialmente nel periodo della quaresima, tempo di lotta spirituale più intensa, che ha bisogno di maggiori benedizioni da parte di Dio.