Iglesias. Inaugurata “Ite missa est!”, una nuova mostra presso il museo diocesano

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a cura di Giulia Loi

“Ite missa est!” è il titolo della nuova mostra che per il prossimo mese sarà visitabile presso il Museo diocesano di Iglesias. Il percorso espositivo, che tratta i segni e i simboli della celebrazione eucaristica, è stato inaugurato e presentato sabato 2 marzo da mons. Carlo Cani, direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Iglesias. La mostra è nata dalla collaborazione tra gli enti della diocesi preposti alla cura e alla valorizzazione dei beni artistici-documentari, ovvero l’Archivio storico diocesano, la Biblioteca diocesana e lo stesso museo, con la partecipazione dell’associazione ItinerArtis e del Capitolo della Cattedrale di Iglesias. “Una mostra dal taglio didattico e storico-catechetico” ha spiegato don Cani “che espone come la messa non sia un fatto statico, ma è dinamico, è un’azione, una realtà che diviene concretamente”. Ha un taglio storico perché racconta l’evoluzione della celebrazione, che dalle origini è andata via via modificandosi, passando prima per il Concilio di Trento (1545-63), le cui regole hanno perdurato per quattrocento anni, e poi per il Concilio Vaticano II (1962-65), creando un apparato che è quello conosciuto dalle nuove generazioni di fedeli, le quali hanno bisogno di conoscere quello che è stato il passato storico della liturgia.
La mostra si divide in due parti, proprio come la messa, seguendo la distinzione tra la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica, due momenti congiunti in un unico culto, delimitati dai riti di introduzione e di conclusione. La prima parte della mostra, quella della liturgia della Parola, risponde alla domanda Come si celebra la messa?, mettendo in evidenza le varie fasi, quello che è il ritmo celebrativo. La seconda invece mostra con che cosa si celebra la messa, quindi espone tutta la realtà preposta allo svolgimento della celebrazione e in particolare che sta attorno all’eucarestia. Il percorso si snoda tra tesori preziosi del patrimonio storico-artistico appartenente alla diocesi: gli oggetti presentati comprendono incensieri, aspersori, calici, strumenti ancora utilizzati nel rito attuale. Sono esposti anche oggetti antichi, molti dei quali ricordano usanze ormai passate, come ad esempio la palmatoria, basso candeliere portatile usato nelle funzioni celebrate da cardinali o vescovi quando dovevano leggere il messale. Oggetto che, grazie all’avvento dell’elettricità, non viene più utilizzato. Notevole anche un messale di rito tridentino, che comprendeva tutte le formule legate alla celebrazione – orazione e letture – che ora sono invece divise tra lezionario e il messale, ben distinti per separare i due momenti della messa.
Suggestiva anche l’esposizione dell’antico e ricchissimo altare di rito tridentino, allestito come all’epoca. La caratteristica principale, prima del Concilio Vaticano II, era il fatto che il celebrante desse le spalle all’assemblea. E ancora sono esposti ostensori, leggii, pissidi e antichi paramenti.

“La liturgia è simbologica e i simboli cambiano a seconda del cammino della Chiesa. La dimensione simbologica è costitutiva della celebrazione liturgica” ha concluso don Cani: “La mostra si rivolge alla comunità dei credenti ma anche coloro che pur non vivendo un’esperienza di fede hanno bisogno di avvicinarsi al Mistero, passando dal visibile all’invisibile”.


 

Il museo diocesano di Iglesias, una realtà consolidata

Con l’apertura della mostra “Ite missa est! Segni e simboli della celebrazione eucaristica”, il Museo diocesano di Iglesias, una realtà ormai, totalmente consolidata, inaugura il suo sesto anno di attività. Ne abbiamo parlato con la direttrice Silvia Medde.

Perché la scelta di mostre temporanee invece di un allestimento permanente?

La scelta – maturata fin dagli esordi nel 2013 – ha consentito e consentirà ancora in futuro di affrontare una serie di approfondimenti tematici dedicati alla storia della città che ospita la sede del Museo o del territorio diocesano, quando non dedicati, come in questo caso, ad argomenti di carattere che potremmo dire generale, sempre illustrati grazie al ricco patrimonio storico artistico, librario e documentale della diocesi, in stretta collaborazione con l’Ufficio dei Beni Culturali da cui il Museo dipende, con l’Archivio e la Biblioteca diocesani. Unica eccezione la recente esposizione di opere di Maria Crespellani, ricca di spunti di riflessione durante il periodo natalizio soprattutto grazie alla presenza di una selezione di presepi realizzati dall’autrice.

Qual è stata la risposta del pubblico e dei visitatori?

Alle energie e agli investimenti profusi nell’organizzazione delle iniziative del museo ha corrisposto ad oggi un bilancio certamente positivo per quanto concerne le presenze, che si spera possano essere incrementate non solo per quanto concerne i visitatori una tantum come i turisti, provenienti da altri centri della Sardegna, ed anche italiani e stranieri, che sempre più numerosi soggiornano sul nostro territorio, ma soprattutto relativamente agli utenti abituali attraverso un processo di fidelizzazione che trova riscontro nel costante apprezzamento manifestato nei confronti delle iniziative del Museo.

Come ha detto don Carlo Cani, la mostra attuale ha intento catechetico, ed è rivolta a tutti. Ci saranno occasioni particolari di apertura o specifiche visite guidate?

Anche grazie all’apertura mattutina infrasettimanale e domenicale, in occasione della mostra “Ite missa est!” si intende, in particolare, incentivare la visita al Museo da parte di gruppi scolastici e parrocchiali: questi ultimi sono i destinatari ideali dei contenuti del percorso. GL

Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, n° 9 di domenica 10 marzo

Foto di Efisio Vacca

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