
La Croce Nera Austriaca ospite della città di Iglesias: inaugurata la Croce di Leopoldo, testimonianza della grande forza della pace
di Giampaolo Atzei
foto di Efisio Vacca
Cent’anni fa nemici, vittime del massacro della prima guerra mondiale, oggi amici e fratelli. Nei giorni in cui la guerra tra Russia e Ucraina riaccende il terrore del conflitto mondiale, la giornata di pace e amicizia tra italiani e austriaci che si è celebrata a Iglesias venerdì 3 giugno non poteva consegnare un migliore segno di speranza. Più che il coronamento di un cammino, l’incontro austro-italiano di Iglesias rappresenta un passo importante nel recupero della memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale e nella costruzione di relazioni stabili e amichevoli tra le comunità unite dalla tragedia di quella che Benedetto XV definì “l’inutile strage”.
Teatro della manifestazione l’area del Parco della Rimembranza di Iglesias, creato nel 1923 e recentemente riqualificato come spazio comunitariamente vissuto. Un tempo a ciascun cipresso del Viale della Rimembranza era associata una targhetta dedicata alla memoria di un caduto. Ora, quel luogo di memoria collettiva, a seguito dell’intervento delle associazioni Combattentistiche e d’Arma iglesienti, si è concretizzato nell’idea del “Memoriale dei caduti”, ovvero sei elementi in acciaio corten con incisi i nomi dei combattenti, sostitutivo delle targhette sui cipressi, ormai ridotti ad un numero inadeguato e includendo anche chi non è morto sul campo di battaglia e i prigionieri di guerra e gli internati civili provenienti dall’impero austro ungarico deceduti in città.
La notizia dell’inserimento dei nominativi dei prigionieri di guerra austro ungarici nel Memoriale era stata subito accolta favorevolmente dalla Croce Nera Austriaca, un’associazione fondata nel 1919 che collabora con il Ministero della difesa austriaco con lo scopo di mantenere viva la memoria dei militari caduti nei conflitti mondiali. Il ringraziamento austriaco si è manifestato lo scorso 3 giugno con lo scoprimento nel Parco della Rimembranza di un monumento rappresentante la Croce di Leopoldo, donato dalla città di Iglesias e realizzato da un artista di Innsbruck. Alla manifestazione, preceduta dalla Santa Messa celebrata nella vicina chiesa di Valverde, hanno presenziato il presidente federale della Croce Nera Austriaca on. Peter Rieser, il sindaco di Iglesias Mauro Usai, il Segretario Generale dell’Istituto del Nastro Azzurro Lgt. Domenico Caccia e il Presidente Comitato Sardo Grandi Eventi prof. Aldo Accardo, unitamente a diverse autorità civili e militari, le associazioni Combattentistiche e d’Arma cittadine e gli studenti delle classi dei corsi chimici e geotecnici dell’Asproni Fermi. A mezzogiorno è poi stato inaugurato nella casa del Combattente il Museo “Ignoto Militi”, con la presidente della sezione iglesiente dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci avv. Patrizia Giranu, l’on. Giulio Calvisi e il Rappresentante del Presidente Nazionale dell’ANCR col. Pasquale Zucca. Nel pomeriggio, nel Centro Culturale di Via Cattaneo è stato proiettato il film “I dannati dell’Asinara”, realizzato dall’Università di Sassari sulle vicende dei prigionieri di guerra austro ungarici. L’indomani gli ospiti della Croce Nera hanno visitato proprio l’isola dell’Asinara, dove è presente un imponente sacrario che raccoglie i resti mortali di oltre 5.000 prigionieri di guerra austroungarici.
“Voglio ringraziare il presidente nazionale della Croce Nera Austriaca Peter Rieser e tutti i componenti della delegazione: il presidente della Croce Nera del Tirolo Hermann Hotter e il curatore Josef Baumgartener, il presidente dell’Alto Adige Sud Tirol Hans Duffek, il presidente della Tiroler Schützenkompanie Andreas Gottfried Raas e Diego D’Agostino che gli ha accompagnati in questo impegnativo viaggio” ha commentato Giorgio Madeddu, presidente della federazione Sulcis Iglesiente dell’Istituto del Nastro Azzurro, da anni impegnato per il recupero della memoria dei caduti di guerra. “Lo scoprimento della Croce di Leopoldo è stato un momento importante, sia nella nostra Città, sia per tutti i paesi della Sardegna dove i soldati dell’Imperiale e Regio Esercito austroungarico sono stati impiegati nei più diversi lavori e spesso vi hanno trovato la morte – ha aggiunto Madeddu – abbiamo iniziato un percorso che comunque da Iglesias si svilupperà in altri centri dell’Isola”. “Ho voluto ribadire al presidente Rieser la soddisfazione per questo primo appuntamento e garantire, che dopo oltre 100 anni, siamo certi di poter recuperare quel debito di riconoscenza nei confronti dei prigionieri di guerra che lavorando nelle nostre miniere e nelle nostre campagne hanno reso la vita dei nostri nonni meno difficoltosa” ha concluso Madeddu, annunciando nuovi appuntamenti, “forse presto in Austria dove siamo stati invitati”.
Ricordi ed emozioni nelle testimonianze dell’on. Peter Rieser: “Mentre ero nel Parco sono tornati alla mente i ricordi di mio nonno, era un contadino, soldato sul fronte italiano”, ci ha confidato il presidente nazionale della Croce Nera Austriaca. “Siamo cresciuti in una generazione che ha vissuto nella pace, nella tolleranza e nel benessere, nella mia attività per la tutela delle tombe di guerra ho conosciuto tanta gente e tutti vogliono vivere nella tranquillità” ha aggiunto Rieser con una riflessione che arriva al presente conflitto tra Ucraina e Russia. “L’Europa si è mossa con troppa leggerezza, si cercava un accordo tra le parti ma questa possibilità si è perduta con la guerra, un fatto che mi crea grande dispiacere – ha commentato Rieser – ho amici russi e ucraini che hanno lavorato insieme per la cura delle tombe ma che ora sono divisi dal conflitto, i soldati sono le vittime di una politica sbagliata, sono vittime essi stessi della guerra. Ho una grande speranza che si rientri nella pace, l’Austria è un paese neutrale e siamo al lavoro per fare da tramite tra i belligeranti”.
La Croce di Leopoldo, con la sua ruggine, segno di precarietà che aggredisce la durezza del ferro, “ricorda che niente è per sempre – conclude il presidente della Croce Nera – ogni generazione deve continuare i propri passi verso la pace, anni fa inaugurammo un monumento simile, una piramide arrugginita, a Stalingrado, oggi vedo un grande arco che unisce Stalingrado a Iglesias, andando dalla seconda alla prima guerra mondiale”.
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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 22 del 19 giugno 2022